Internazionale: cade la Jelimo, vola Evora



Questa settimana lo sguardo all'atletica internazionale abbraccia ben quattro continenti. Oceania esclusa, si sono disputati meetings e campionati di varia tipologia in Europa, Nord e Sud America, Asia e Africa. Partiamo da quest'ultima, con il meeting di Rabat di sabato scorso. 

Jelimo k.o. 

L'atteso debutto della rivelazione della scorsa stagione (titolo olimpico, numerosi record mondiali junior ed il jackpot della Golden League) è andato maluccio. Pamela Jelimo, poco allenata, è finita mestamente sesta in 2:02.46, a poco più di mezzo secondo dalla incredula britannica Meadows (2:01.78). Non si è autoassolta, ammettendo di aver corso male, ma si ripresenterà a Rabat l'anno venturo per riscattare la magra dell'esordio. 

Qualche buon risultato soprattutto dal mezzofondo: Kaki ha vinto gli 800 in 1:44.82, il ventenne kenyano Jacob Korir Cheshari i 5000 in 13:05.62 (quaranta secondi di miglioramento e nuovo mondiale stagionale), Koech le siepi in 8:07.80. Dalle pedane 65.84 di Kanter e soprattutto gran primato marocchino per il saltatore Berrabah, planato a 8.38 e vittorioso sull'argento olimpico Mokoena (8.17). SUl fronte femminile 4:06.22 dell'ucraina Lishchynska nei 1500 davanti a ben quattro marocchine (è il miglior risultato mondiale dell'anno) e 1.96 della spagnola Beitia nell'alto. 

Brasile: Uberlandia e Belem 

Prima dell'ottima riunione di domenica a Belem occupiamoci brevemente del meeting infrasettimanale di Uberlandia, dove marco Lingua ha ritrovato smalto dopo l'opaca prova di Rio: per il martellista piemontese un ultimo lancio da 77.59 e altre tre prove oltre i settantasei metri. Vittoria al tagiko Nazarov (79.28) sul campione olimpico Kozmus (78.61). Nel tabellino anche i 20.40 di Valerie Vili ed i 20.03 delle bielorussa Mikhnevich (ex-Khoroneko) e la seconda sconfitta in pochi giorni per Nelson Evora, rimasto al di qua dei diciassette metri, non come i soliti scatenati cubani: 17.43 per Giralt e 17.20 per Copello. In campo femminile mondiale stagionale eguagliato per la Savigne nel salto triplo (14.73).  

Mi manda Bolt 

Daniel Bailey è uno sprinter di media taglia (sfiora l'1.80) ma di discreto talento. Era lui dietro Usain Bolt, quando questi vinse a sedici anni il titolo mondiale junior, ed è sempre lui a spalleggiarlo negli allenamenti. Domenica nel Grand Prix di Belem ha vinto i 100 metri in 9.99, l'ennesimo record nazionale di Antigua che stabilisce, il più importante perché il primo sotto i dieci secondi. La pista brasiliana ha regalato diversi personal best nel settore della velocità. Lo statunitense Rodgers è arrivato a 10.01 e 20.24, mentre sui soli 200 si sono segnalati al primato personale Monzavous Edwards (20.17)e  il giamaicano Waugh (20.22). Migliore di tutti Marvin Anderson, giamaicano (20.15).  

Evora, la rivincita 

Battuto dai cubani nelle prime due uscite di Rio e Uberlandia, il campione olimpico del triplo ha mandato al tappeto i caraibici con una serie discreta condita da un sensazionale 17.66 (mondiale stagionale) al terzo dei quattro turni previsti. Nello stesso turno Giralt ha sparato l'unico salto coordinato della serie (17.50), insufficiente per la vittoria. Ottimi in ogni caso i cubani, con Betanzos a 17.38 e Copello a 17.30. Nelle altre gare maschili di nuovo in evidenza il duo brasiliano degli 800. Stavolta è prevalso Pecañha su Davide (1:44.63 e 1:44.65), mentre un altro giamaicano, Isa Phillips, ha centrato il miglior risultato della stagione sui 400 ostacoli (48.36). Nel martello altra rivincita (Kozmus su Nazarov, con 79.90 per lo sloveno) e terzo posto di Lingua con 76.57. 

Isole Jones 

Viene dalle Isole Vergini e in un pomeriggio ha riscritto la storia della velocità del suo piccolo paese. E' Laverne Jones, ora sposata Ferrette, che ha vinto cento e duecento con doppio primato nazionale di 11.18 e 22.49, crono che abbassa di un decimo il vecchio mondiale stagionale della statunitense Jeter. Già due Olimpiadi alle spalle, non è mai andata oltre i quarti di finale. Il panorama femminile è completato dal salto più lungo della stagione (la statunitense Reese a 7.06), e dal 54.19 di Sheena Johnson-Tosta sui 400 ostacoli, specialità che sta per ritrovare la primatista del mondo Pechonkina. Nel peso la solita Vili (20.25) e la solita Mikhnevich (19.89). 

Cina e USA, i soliti lanci 

Dopo i campionati nazionali maschili di Yulin ecco quelli femminili di Suzhou, selezioni valide per la qualificazione ai Giochi Nazionali. In evidenza il settore lanci, soprattutto il getto del peso, con risultati come 19.44 per Gong Lijiao, 18.93 per Li Meiju e 18.69 per Liu Xiangrong. Nel disco cinque ragazze oltre i 60 metri, nel martello scontata vittoria per Zhang Wenxiu con 72.27. Nell'ultima giornata meeting di contorno, valido per il Grand Prix asiatico: in evidenza la uzbeka Dusanova nell'alto (1.95), ancora Gong Lijiao (19.50) e la discobola Song Aimin (63.91). 

Negli USA due mondiali stagionali da riunioni minori. La campionessa olimpica di lancio del disco Stephanie Trafton-Brown ha lanciato domenica in California a 66.21 (migliorando quanto già fatto sulla pedana irregolare di Salinas poche settimane fa ed ancora mercoledì scorso), mentre Dan Taylor ha raggiunto la temporanea vetta del peso a Tucson, con un lancio di 21.78, misura che ne determina l'ingresso nel top 30 di sempre. 

Halle, Claretti settima 

L'azzurra ha nuovamente sfiorato i settanta metri con 69.59 e altri due lanci oltre i 69 (nessun nullo). Vittoria e personal best per la polacca Wlodarczyk (75.39, ma anche 75.35 in avvio). Polonia in evidenza anche nella pedana del disco maschile, con l'argento olimpico Malachowski che al primo lancio ha realizzato il nuovo record nazionale con 68.75. Nelle gare riservate alle categorie giovanili, 21.56 di David Storl nel peso (con l'attrezzo da 6 chili, ma anche 18.85 col peso da senior) e 66.45 di Gordon Wolf col disco da un chilo e settantacinque. Ottima la prestazione di Cristina Obergföll. La giavelottista tedesca ha portato al primo lancio il mondiale stagionale a 68.40, battendo l'argento olimpico Abakumova e la sempreverde Nerius (63.72, ultimo anno per lei). Buone misure anche dall'ungherese Pars nel martello (80.82, diventerà argento olimpico con buone probabilità tra un mese e mezzo, dopo che ci sarà la pronuncia definitiva sulla squalifica di Devyatovskiy e Tsikhan dalla finale di Pechino) e dalla pedana del peso, con la stagionata Kleinert che con 19.50 ha regolato le fresche primedonne degli Euroindoor, Hinrichs (19.47) e Lammert (19.02). 

Altri risultati dal fine settimana 

Il lettone Vasilevskis è il primo giavellottista dell'anno a lanciare oltre i novanta metri. E' accaduto nel meeting nazionale di Valmiera, dove l'argento olimpico di Atene ha ottenuto la misura di 90.71, a due centimetri dal primato personale e nazionale. Sempre dal giavellotto, ma dalla Finlandia, 85.70 di Ari Mannio. Dai salti, 5.80 di Mohr nell'asta e 8.16 del ceko Novotny a Praga. La velocità maschile italiana vive un bel momento, ma in casa d'altri? Ecco i tedeschi, dunque. A Weinheim 10.29 e 20.57 di Aleixo Platini-Menga, sprinter di origini africane, 20.66 di Helmke e 20.58 dell'elvetico Marco Cribari.  

USA, pillole prima degli NCAA 

Nei National Junior College Championships di Hutchinson (in Kansas) riecco emergere il panamense Alonso Edwards, sprinter prossimo a diventare qualcuno, che ha migliorato i primati nazionali dei 100 in 10.09 e dei 200 in 20.34. Sui 100 è però stato battuto da un nome semi-nuovo ma non molto conosciuto, il 20enne Ryan Bailey (poi sconfitto sui 200) che si è imposto in 10.07 dopo aver brindato anche in batteria con 10.05. 

Non sono una meteora 

Nessuno conosceva il bahamense LaToy Williams quando un mese fa a Waco corse i 400 in 45.01. Venti anni tra due giorni, il filiforme quartermiler ha fatto ancora meglio nella gara di Hutchinson, sfilando in un ottimo 44.73 e trascinando al record nazionale un altro atleta delle Isole Vergini, Tabarie Henry (44.77). 

Farah primatista su strada, Baldini nono 

Il britannico Mohamed Farah si è imposto ieri nella BUPA London 10000, corsa su strada che ha attraversato la capitale inglese. Per Farah vittoria e primato nazionale in 27:50. Stefano Baldini ha festeggiato il compleanno nella città dove ha corso per molti anni da protagonista con un nono posto in 29:42. 

La maratona di Los Angeles 

Risultati di ieri nella serata italiana: vittoria maschile per il kenyota Wesley Korir in 2:08:24 su Tariku Jifar (2:09:32) e Laban Kipkemboi (2:10:29). Molta Russia femminile grazie all'affermazione di Tatiana Petrova (2:25:59), il terzo posto della Skvortsova in 2:28:35 ed il quarto della Morganova in 2:29:42. Gemma nera al secondo posto, l'etiope Gobena, in 2:26:53.  

In Canada eccellente prestazione del vincitore della Boston Marathon, Deriba Merga, che sabato ha vinto la dieci chilometri di Ottawa in 27:24 (ma è transitato all'ottavo chilometro in 21:48, veloce come nessuno prima). Domenica la maratona, con buona prova dalla marocchina Leghzaoui, prima in 2:27:41, primato personale e primato della corsa. 

Coming soon 

Ci aspetta un weekend straordinario, con grandi riunioni a New York e Hengelo. Negli USA sono annunciati Tyson Gay, al primo duecento della stagione, Asafa Powell sulla distanza breve (il bis al Prefontaine di Eugene la settimana succesiva, Tirunesh Dibaba sui cinquemila metri, Veronica Campbell-Brown (che ha esordito con 10.81 ventoso un paio di giorni fa), il duo Richards-Felix sui 400, Bernard Lagat e tanti altri.  

A Hengelo, tra le tante gare di altissimo livello, lo show tutto d'oro sulla pedana del lungo maschile, con Saladino, il resuscitato Phillips e (da confermare) Sebastian Bayer, campione d'Europa indoor a Torino con la misura spaziale di 8.71.  

In Grecia, nel lunedì di fuoco in cui si gareggerà anche a Hengelo e Rehlingen, è atteso l'esordio del britannico Idowu nel triplo ma farà il suo rientro anche la discussa bulgara Stambolova, dopo due anni di purgatorio. La settimana inizia prestissimo: già oggi a Turnov si decolla con i dischi volanti di Kanter e Alekna e con il debutto della primatista del mondo del giavellotto Spotakova.

Marco Buccellato


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