Internazionale: Russia, Lebedeva 6.93 e 14.94!



Prende il via oggi una nuova rubrica settimanale, a cura di Marco Buccellato (lo statistico internazionale della FIDAL) che esamina quanto accaduto, in campo internazionale, nella settimana appena conclusa. L'appuntamento è fissato per ogni martedì mattina. Buona lettura. Primo weekend stagionale con risultati davvero interessanti nel panorama internazionale; iniziamo con l'attività indoor, che ha offerto spunti di gran qualità. In Russia si sono svolti in contemporanea i campionati moscoviti ed il meeting "Governor" a Volgograd: a Mosca si è espressa ancora su livelli di eccellenza la quattrocentista Natalya Nazarova, quarta ai mondiali ad appena tre centesimi dalla medaglia di bronzo, che dopo aver stabilito la miglior prestazione di sempre sulla distanza dei 500 metri la scorsa settimana a Yekaterinburg (1:07.36), ha debuttato sulla distanza classica in un magnifico 50.75, avvicinando il suo personale al coperto (50.57). Sempre a Mosca in evidenza la saltatrice con l'asta Tatyana Polnova (ex-Zaykova, ex-russa, poi ex-turca, ora di nuovo russa), che si è portata a 4.60 dopo aver debuttato una settimana fa con 4.50; l'asta ha proiettato ad ottimi livelli anche Igor Pavlov, salito a 5.75. Un nome nuovo si fa largo nella specialità del triplo: si tratta di Danil Burkenya, conosciuto finora come buon specialista nel lungo, che dopo il debutto stagionale con 17.12 ha allungato i rimbalzi fino a 17.25, superando la soglia dei diciassette assieme a Igor Spasovkhodskiy (17.09). I campionati di Mosca hanno offerto qualità soprattutto nei concorsi: nel triplo Yelena Oleynikova si è espressa a 14.19; nell'alto Marina Kuptsova ad 1.94, un po' sotto lo standard cui ci aveva abituati. Sempre elevatissimo invece quello di Anna Chicherova, il cui rendimento sta ricalcando quello della passata stagione indoor: dopo aver debuttato a Santo Stefano con 1.97, ha valicato i due metri a Yekaterinburg una decina di giorni fa. Grandi balzi in ogni direzione soprattutto a Volgograd, come dicevamo all'inizio: il top della settimana lo assegnamo a Tatyana Lebedeva, che nel doppio impegno lungo-triplo ha strabiliato con 6.93 e 14.94 (vicinissima al personale indoor di 15 metri esatti); nelle altre gare due metri nell'alto di Yelena Slesarenko, ed ottimo 8.24 nel lungo maschile per Vitaliy Shkurlatov. Restiamo in tema di salti, che stanno esprimendo il "meglio tecnico" in questo periodo, a dispetto delle corse che devono ancora entrare nel vivo dell'attività. Stacy Dragila in Arizona (a Flagstaff) ha valicato con l'asta quota 4.71, un centimetro meglio di quanto fatto a Reno, in Nevada, nel precedente weekend in occasione del Pole Vault Summit. Non altrettanto "alta" la gara maschile, dove si è imposto Nick Hysong con 5.60 (a Reno aveva vinto Derek Miles con 5.80, limite mondiale stagionale). Ancora salti in evidenza ad Hustopece, nella Repubblica Ceka, dove Jaroslav Baba ha superato i 2.28, vincendo a pari misura su Tomas Janku, ed usufruendo di un tentativo supplementare (il quarto) con cui ha valicato i 2.33, falliti nei tentativi ufficiali. Il resto del weekend indoor ha offerto risultati non eccelsi, con qualche nome famoso al debutto stagionale. Negli Stati Uniti molte riunioni: a Fayetteville buon 400 del giamaicano Coley (46.35, limite stagionale), e curiosa affermazione di Ruslan Mashchenko, tradizionale avversario di Fabrizio Mori, sugli 800 metri (tempo così così: 1:52.27). A Chapel Hill Duane Ross ha debuttato sui 60 ostacoli con 7.57 (il limite stagionale è di Allen Johnson, 7.55 nello stesso impianto sette giorni prima). Si è visto anche Alex Kipchirchir, il ragazzino kenyano che a Rieti lo scorso settembre ha stabilito il nuovo mondiale juniores del miglio: a Gainesville, in Florida, ha vinto un 800 in 1:48.91. Il peso, come al solito foriero di notevoli gittate negli USA, ha confermato il buon inizio di stagione di Daniel Taylor, specialista non conosciutissimo, che a Lexington (Virginia) ha lanciato a 20.25 (20.28 a Columbus il 10 gennaio). Sempre a Lexington un tempo di gran valore per Ron Bramlett sui 60 ostacoli, ma inficiato per il crono manuale: 7.1 (ma elettricamente siamo a 7.35-7.40). Ancora dagli USA, domenica 18, ottimo 2:00.34 sugli 800 metri per Jennifer Toomey, già alla terza gara in 20 giorni. In Spagna debutto stagionale, a Valencia, per Glory Alozie (8.08 sui 60 ostacoli) e per Yago Lamela: il lunghista non è andato più in là di 7.85. A proposito di saltatori si è rivisto dopo una lunga eclissi il triplista USA LaMark Carter, che ha ripreso l'attività col piede giusto (è il caso di dirlo): per lui 16.99 a Houston, sabato scorso. Gloria anche per Jeff Hartwig, acrobata di trentasei anni suonati, che a Vermillion, in South Dakota, è saltato su su a 5.70, battendo il capofila mondiale Miles. Dagli USA chiudiamo con le prove multiple: la lituana Austra Skujyté (decima ai mondiali) ha totalizzato 4370 punti a Manhattan. L'attività all'aperto, in questo periodo dell'anno, si svolge in Australia ed in Sud Africa perloppiù, oltre a vedere le prime maratone della stagione (ed ovviamente le campestri): in una di queste manifestazioni su strada, a Houston, la messicana Margarita Tapia ha corso in 2:28:36, abbondantemente primato personale. Maratona anche a Marrakech, in Marocco: i nomi sono nuovi, e il successo è andato a Khalid Boumlili (al debutto sulla distanza) in 2:10:49, davanti a El Faryati e Laaroussi; maratona donne poco apprezzabile tecnicamente; meglio la mezza maratona, con la 22enne Malika Assahssah a chiudere in 1:10:58. Dall'Australia invece l'attività fa notizia dalle piste, e nella fattispecie dalle pedane: su quella di Brisbane il pesista Justin Anlezark (finalista e quinto classificato a Parigi), ha lanciato a 20.57. Il cross ha riportato alla vetrina Paul Tergat: il pluricampione mondiale si è imposto a Nairobi nel corso dei campionati nazionali militari sui 12km, battendo atleti di primo piano come Korir, Ivuti, Kibowen, Boit Kipketer e Koech. Nome nuovo da annotare: William Chepterit (terzo); nella gara femminile di 8km Irene Kwambai ha superato la più quotata Leah Malot. Il cross più prestigioso del weekend era in programma a Siviglia (il cross Italica, giunto alla ventiduesima edizione), ed ha parlato etiope come buona parte delle campestri svoltesi fin qui: il nome del vincitore è di livello assoluto, Kenenisa Bekele, fresco di Campaccio. Il secondo è uno dei suoi scudieri, Gebremariam; terzo è giunto quell'Abraham Chebii che tanto impressionò sui 5000 nel corso dell'ultimo Golden Gala, e che finì ingoiato nella gara mondiale che diede l'oro iridato allo junior Kipchoge. L'Italica femminile ha confermato il regolare rendimento di Merima Demboba, etiope anch'ella, abbonata alla vittoria campestre da circa due mesi. All'arrivo ha preceduto un'altra etiope, Mestewat Tufa, e la portoghese Analia Rosa, che in pista preferisce esprimersi sulle siepi. Chiusura con due lutti che colpiscono l'atletica ed in particolare quella africana: sabato a causa di un incidente stradale ha perso la vita il velocista nigeriano Sunday Emmanuel, 25 anni; l'atleta era in procinto di partire per l'Europa per gareggiare nel circuito indoor del vecchio continente. Emmanuel è stato vicecampione africano sui 200 metri nel 1998, ed aveva personali di 10.14 e 20.45; l'altro atleta era Josiah Bembe, maratoneta sudafricano ventinovenne; il suo primato risaliva alla maratona di Seul 2001 (2:11:49); era stato anche selezionato per i mondiali di Edmonton, ma non prese il via. La rassegna delle notizie e dei risultati dall'Europa e dal mondo tornerà con cadenza settimanale, successivamente ad ogni weekend. Arrivederci alla prossima settimana. Marco Buccellato


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