Internazionale, Powell e Khanafeyeva mondiali



Due primati del mondo in 24 ore sottoscrivono la grandiosità di una stagione che, come anticipato precedentemente, avrebbe riservato più di una sorpresa da parte di atleti extracontinentali, liberi dallo stress delle medaglie fino al prossimo anno ed alla ricerca dei propri limiti. La sensazione è che non sia ancora finita, ammesso che le condizioni, relativamente soprattutto alle gare di velocità, siano favorevoli come nelle gare di Gateshead, e precedentemente di Doha. Record atto uno: riecco il tormentone E' di nuovo uscito l'ambo 9 e 77, stavolta sulla ruota di Gateshead. La facilità di corsa nel lanciato e l'accelerazione iniziale con la quale Asafa Powell ha ingoiato gli avversari è stata disarmante, e la sensazione destata negli ultimi metri è stata quella di un'occasione mancata, per via di quell'arrivo all'insegna di una rilassata inerzia che probabilmente gli è costato un centesimo o due. Peccato, perché le condizioni erano davvero favorevoli ed avrebbe potuto anche migliorare il primato del mondo anziché pareggiarlo. Record atto due: tanto tuonò che piovve Alla fine il mondiale del martello è caduto: annunciato dai risultati delle ultime settimane, il primato si è materializzato nella finale dei campionati russi, in corso a Tula, nei pressi di Mosca. Gulfiya Khanafeyeva, che aveva già dato più di uno scossone alle graduatorie all-time di specialità fin da febbraio, è riuscita nell'impresa di superare il limite di Tatyana Lysenko con un lancio di 77,26. La Lysenko stessa, giunta seconda, ha infilato una serie memorabile con un peggior lancio di 73,95 ed un ultimo formidabile lancio da 76,36. Tornando a Gateshead, la cosa più grossa dopo i cento di Powell l'ha fatta Cantwell, l'americano, con un 22,45 nel epso che conferma la sua ritrovata vena di numero uno: si tratta del terzo over-22 della stagione per il gigante statunitense, un fatto che non succedeva da diverse annate. A livello femminile Sanya richards ha infilato la perla nei 200, con un ottimo 22"25, che non è mondiale stagionale, come invece è l'1'57"22 della kenyana Jepkosgei sugli 800. Routine, altresì, il 6,95 della Lebedeva nel lungo, in forma da alcune settimane. Per l'Italia, bene la Di Martino con 1,94 (terza), e buon rientro di Collio (10"30), apparso reattivo dopo i primissimi appoggi. Altro a cavallo del fine settimana Nelle ultime ore Andrea Bettinelli ha gareggiato a Karlskrona, in Svezia: l'azzurro si è classificato quarto 82,20) nella gara vinta da Linus Thornblad (2,31), che ha battuto Holm (2,28). Nelle gare femminili in evidenza Susi Kallur con 12"68 sui 100 ostacoli, davanti alla statunitense Carruthers (12"76), e l'africano Kikaya che è emigrato con un buon 20"40 sui 200 metri. Sabato si è invece registrato il ritorno di Luciano Di Pardo, quarto nelle siepi di Kozienice (Polonia) in 8"58'08. Duello sul baltico Al momento non c'è storia: il campione olimpico Alekna è ancora il numero uno mondiale del disco, nonostante il 69,73 con cui ha vinto sabato a Vilnius sia solo la terza prestazione dell'anno. Solo il talentuoso Kanter sembra in grado di non sfigurare al cospetto del grande di Lituania. Con l'attrezzo da un chilo il qundicenne ucraino Mykyta Nesterenko ha sparato nel cielo una traiettoria da 81,22, mondiale di categoria. Ha tutto il tempo che vuole. Mixing In Germania nuovi successi per Petra Lammert (19,43) e Ralf Bartels (20,71) nel peso a Schapbach. Nell'Inghilterra lontana da Gateshead molte cose buone da Watford: il meglio del meglioèv enuto da due ottocentisti di vent'anni, Ricky Hill (1'45"10) e Mike Rimmer (1'45"47). In Grecia si sono svolti i campionati nazionali: grandi cose dai salti grazie alla Devetzi (6,83 e 14,56) ed a Zalaggitis (17,30). In Olanda sassate di Rutger Smith, il gigante gentile, che si sente già a Goteborg e tira fuori dai polsi un 21,62 nel peso ed un 63,60 nel disco. Nel corso del meeting di Rabat il ventenne saudita Al-Salhi ha stabilito la migliore prestazione mondiale stagionale sugli 800, correndo in 1'44"40. Alle sue spalle l'1'45"78 di un altro fenomeno, il quasi diciassettenne sudanese Kaki, terzo un marocchino nuovo di zecca, Said Doulal (1'46"53), da poco sceso sotti i 3'40" sui 1500. Dall'Africa anche due notizie: il coach della nazionale kenyana Mike Kosgei ha firmato un contratto biennale per assumere la guida tecnica del Bahrain. La fortissima triplista algerina Baya Rahouli si è seriamente infortunata in allenamento in Brasile e sarà assente dalle pedane per un po'. Da Ginevra, entusiasmo a parte per i risultati di Licciardello e Abate (ricordiamo anche l'1,86 della Brambilla), menzione d'onore per il britannico Nathan Douglas, autore di 17,42 nel triplo. Diverse le prodezze nel meeting elvetico, anche da parte di atleti dai quali non era lecito aspettarsenepiù di tante: è il caso dei due belgi Nsenga (ostacoli) e Wijmeersch (velocità). Il primo ha preceduto Abate in 13"43 (stazionava da inizio stagione su ben più tranquilli 13"80 e rotti), il secondo (36 anni) sui 100 ha colto un 10"25 con vento nullo tanto inatteso quanto prestigioso, soprattutto perché servito a battere un personaggio come Malcolm. Belgrado e Lilla antipasti del weekend Nel Memorial Artur Takac 10"46 di Max Donati in una delle due serie dei cento (nell'altra ultimo Kim Collins con 10"58), 18,11 di Marco Dodoni e 53,12 della Baratella nel disco. Del meeting francese di Lilla si è già parlato su queste pagine per le belle gare di Giulio Ciotti ed Ester Balassini. Dagli altri risultati ricordiamo il 20"38 del brevilineo Martin sui 200, il grande ritorno di Baala con 2'14"99 sui 1000 metri ed il 12"70 della giamaicana Foster sui cento ostacoli. L'ora X Alto, potente, un busto smisurato, e corre a ginocchia basse. Soprattutto, è l'X-Man più popolare negli USA, al momento. Xavier Carter, magnifico protagonista dei campionati universitari USA di Sacramento, ha centrato quattro tiroli: le due staffette ma soprattutto i 400 (la sua gara) in 44"53, ed i cento, la sua terza scelta dopo i 200 (cui ha rinunciato), vinti in 10"09 al termine di una sensazionale rimonta resa necessaria da una partenza penalizzata da una messa in moto da codice penale. Xavier Carter, prodotto della senzazionale generazione che ha già portato alla celebrità Wariner, Merritt, Clement (tanto per citare i mostri più conosciuti), con i quattro titoli NCAA ha eguagliato le imprese della stagione olimpica 1936 (e di quella precedente) di Jesse owens. Owens era la gazzella che accarezzava la pista. Carter il bulldozer che la graffia. Altro che Wolverine. Virginia Pow! Dagli NCAA sono uscite, come al solito, un sacco di cose interessanti: la più pregiata di tutte è senz'altro il 12"48 che Virginia Powell ha incastonato negi 100 ostacoli, condito da un 12"55 in semifinale. Per gradire, anche 12"60 della canadese Lopes, che sta sostituendo l'ex-iridata Felicien nei vertici della gerarchia nazionale. Inoltre, 48"25 di Michael Tinsley sui 400 ostacoli, una sola sconfitta in circa quindici gare quest'anno. Highlander Non più tardi di quattro giorni fa a Rivas (Spagna), Merlene Ottey è tornata a correre un cento metri ed a vincere: responso pari a 11"94, ma anche tre metri e mezzo di vento contro, che a 46 anni forse si sentono più che a 20. Difficile dire cosa potrà fare, aldilà delle dichiarazioni rese alcuni mesi fa in cui si poneva la partecipazione agli europei come obiettivo. Si riparte oggi a Bratislava, poi a seguire Grand Prix a Rabat ed il primo round di verdetti continentali con la Coppa Europa. Per chi ama "leggere" i numeri, da alcune ore sono presenti nel sito le statistiche mondiali aggiornate a domenica sera. Marco Buccellato


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