Internazionale, James in orbita con 44"80



Alla vigilia dei Campionati Europei indoor di Parigi l'atletica continentale ha assegnato gli ultimi titoli nazionali in Germania, Portogallo e Svezia. Negli USA, all'attività universitaria (con Kirani James superstar) si sono sovrapposti i campionati USA di Albuquerque, conclusi con una valanga di primati mondiali stagionali. Note importanti anche dall'attività all'aperto, con la marcia in primo piano (un record del mondo e una miglior prestazione mondiale junior), lanci d'autore e la maratona di Tokyo.

Kirani James, atleta della settimana

Il fenomeno di Grenada è riuscito nell'impresa di correre i 400 metri indoor in 44"80, terza prestazione mondiale indoor all-time (dopo Kerron Clement e Michael Johnson) e miglior prestazione junior della specialità, oltre che record del Centro America. Da un anno nell'orbita dell'attività universitaria, fino al titolo outdoor nel 2010, James ha ottenuto il primato nell'impianto di Fayetteville, in Arkansas, annunciandolo fin dalla batteria, corsa in 45"37. Nella seconda serie di finale, 45"21 di Tony McQuay, nono performer di sempre al coperto. Nelle altre gare maschili di Fayetteville, dalla pista 6"55 di Demps sui 60 metri, 20"61 di McQuay sui 200 (ma anche 20"70 dell'estone Niit, autore anche di 45"99 sui 400).

In pedana, oltre all'8.07 del lunghista giamaicano Bachelor, una generazione di triplisti si affaccia all'orizzonte, i già conosciuti Christian Taylor (anche valido quattrocentista) con 17.36, e il 20enne Will Claye con 17.17, anch'egli un nome familiare per chi segue l'evoluzione dei giovani talenti americani. Sul fronte femminile 7"14 di Kya Brookins nei 60, 22"78 della 19enne Duncan nei 200 (mondiale stagionale), doppio primato di Trinidad per la Hackett (sempre sui 200, corsi in 22"84 dopo il 22"86 della batteria), e 4.54 di Tina Sutej, slovena che non parteciperà ai Campionati Europei indoor perché impegnata nelle imminenti finali NCAA.

Campionati USA

Come nelle più recente tradizione, i Campionati USA indoor, disertati da molti degli atleti migliori (in extremis forfaits anche di Oliver e Merritt), sono vissuti su un inizio stentato e privo di mordente, per concludersi all'insegna di risultati di indubbio valore. Nella seconda giornata della rassegna di Albuquerque sono stati realizzati ben nove primati mondiali stagionali, e tra questi due primati nazionali nel settore dei concorsi femminili. Bernard Lagat ha catalizzato l'attenzione della prima giornata, confermando il titolo nazionale dei 3000 ai danni di Galen Rupp. L'esperto ex-kenyano ha chiuso in 7'57"17 senza dannarsi l'anima. Nel resto del programma, notte fonda e risultati nella normalità.

Domenica, invece, fuoco e fiamme: la miccia l'ha accesa Janay DeLoach, una lunghista ritenuta di medio calibro con diverse apparizioni in Europa la scorsa stagione, che si è portata suglia soglia dei sette metri nell'incredulità generale (6.99), per di più battendo la campionessa del mondo Reese (6.86). Le donne hanno fatto la parte del leone anche grazie ai due primati nazionali ottenuti da Jennifer Suhr-Stuczynski nell'asta (4.86 alla terza prova, seconda atleta di sempre al coperto dopo la primatista Yelena Isinbayeva) e Jillian Camarena-Williams, autrice di una bordata da 19.87 che ha migliorato il vecchio primato di Ramona Pagel. Le altre migliori prestazioni mondiali sono arrivate due volte dai 60 ostacoli femminili (7"79 di Kellie Wells sia in semifinale che in finale) e dai 60 piani maschili (6"48 di Rodgers, preceduto dal 6"49 ottenuto in semifinale), dal peso maschile (21.35 di Whiting, assenti Cantwell per infortunio e Hoffa che è ancora in Australia) e dai 400 femminili (50"83 di Natasha Hastings).

Pillole da Albuquerque

Senza Oliver i 60 ostacoli sono andati in 7"52 al 22enne texano Osaghae, un tipo con il DNA dello sport già in casa (il padre fu nazionale nigeriano di calcio). Modesti (soprattutto se cofrontati con gli sfracelli dell'attività universitaria) i risultati della finale dei 400 maschili (a Courtney è bastato un 46"11 per vincere) e addirittura sconcertanti quelli del lungo maschile (titolo a 7.67). La Wells ha stravinto oltre le previsioni sugli ostacoli (due decimi inflitti alla Denby, seconda), la Jeter è stata beffata di un centesimo (7"13) da Alexandra Anderson (7"12), a un centesimo dal mondiale stagionale. Nei 60 piani maschili, dietro Rodgers si è rivisto il 20enne Cherry, già alla ribalta nelle indoor, secondo in 6"54.

Campionati nazionali in Europa

In Germania gran rientro del 20enne pesista Storl (20.70 e vittoria su Bartels), e miglior prestazione europea della Schwanitz nel peso femminile con 18.87. Fuori causa momentaneamente la Spiegelburg per una forma virale, l'asta è stata vinta dalla Ryzih con 4.65. Da segnalare il ritorno di Bayer oltre gli otto metri con 8.02 e il 6"63 di Blum, miglioratosi tre volte in tre turni. Nella seconda giornata Sebastian Ernst ha abbassato il record dei 200 a 20"42, record nazionale e miglior tempo della stagione, ma è andato forte anche Kosenkow nella seconda serie di finale in 20"67. Ancora: 7"93 della Nytra sugli ostacoli.

In Portogallo ancora una prova deludente di Obikwelu, sconfitto a Pombal da Arnaldo Abrantes sui 60 (6"70 contro 6"65). In odore di Europeo riappare, come sempre, Rui Silva, che piazza un robusto 7'51"60 per assicurarsi il titolo dei 3000 metri. Svezia: "out" la Green, "in" la Jungmark, che trova la gara migliore della carriera portandosi a 1.93 nell'alto. Non ha gareggiato la giovanissima nera Angelica Bengtsson, già quattro volte alla miglior prestazione mondiale junior nel salto con l'asta nelle ultimi quindici giorni.

Altro dagli USA

In Virginia 8.15 del lunghista dello Zimbabwe Makusha (sorprendente quarto ai Giochi di Pechino) e doppietta di Maurice Mitchell nella velocità (6"62 e 20"76). A Lincoln 22"88 di Jeneba Tarmoh nei 200 metri (battuta Jessica Beard che si rifà sui 400, vinti in 51"68) e altro doppio colpo per il giovane Salaam (6"59 e 20"79). Nel lungo 8.10 di Goodwin. Sempre ad Albuquerque, ma nell'ambito di una manifestazione universitaria, Jessica Young si è migliorata nelle gare veloci con 7"17 e 23"20. A Seattle quarto primato canadese in quattro gare per la pesista Labonte, portatasi a 17.60 e 1.92 dell'altista Barrett. A Nampa (Idaho) 17.99 di Eugenio Mannucci, primato personale indoor a 14 centimetri dal limite detenuto all'aperto.

Parigi, assenti e presenti

Nella lista dei nomi eccellenti che hanno gareggiato nella stagione in sala ma che non parteciperanno ai Campionati Europei indoor spicca il nome di Yelena Isinbayeva, che dopo la rinuncia al meeting di Stoccolma è stata messa k.o. da una forma influenzale. Anche la sua sostituta, Svetlana Feofanova, ha marcato visita, lasciando alla sola Kiryashova l'onere di rappresentare la scuola russa nell'asta femminile. L'altra grande assente, notizia di oggi, è Jessica Ennis, campionessa mondiale ed europea di eptathlon, fermata da una infiammazione articolare.

Tra gli altri assenti gli inglesi Idowu (triplo), il velocista Lewis-Francis (argento a Barcellona sui 100), e l'altro britannico Lewis (asta, sospetta frattura). In dubbio la presenza del greco Tsatoumas nel lungo (8.21 quest'anno) e della triplista belga ex-russa Bolshakova, infortunatasi dopo l'ultima gara, che deciderà in giornata se scendere in pedana. Fuori gioco per infortunio Baala, che si sarebbe misurato nei 1500 metri con ottime prospettive di medaglia. Out anche la svedese Green, stella dell'alto. Niente Parigi per la pesista tedesca Hinrichs: operata ai legamenti del ginocchio dopo essersi infortunata seriamente all'esordio a Nordhausen.

Francia, Tamgho è la star

Il primatista e campione del mondo indoor di salto triplo Teddy Tamgho (iscritto anche nel lungo), il tre volte campione d'Europa all'aperto Lemaître e l'altro oro europeo Lavillenie (asta, assente l'altro nome di punta Mesnil) sono il tris d'assi che la selezione transalpina presenta agli Europei da disputarsi in casa. In pista anche altri nomi importanti quali la Soumaré sui 60 donne e Djhone sui 400. In lizza per un podio anche gli ostacolisti Bascou, Darien e Alice Decaux, e i lunghisti Sdiri e Gomis.

Appello europeo

Russia: nell'elenco definitivo (56 atleti) sono stati inseriti gli astisti Dmitriy Starodubtsev e Igor Pavlov, già campione del mondo indoor. Germania: a Lipsia conferma della buona condizione di Spank (2.30), che sfiderà i russi in una delle finali più interessanti dei campionati europei. Mohr nell'asta punta dritto al podio, così come il gruppo dei lanciatori formato da Storl, Bartels e Schmidt. In campo femminile torna la Sailer dopo il titolo sui 100 metri a Barcellona. La Spiegelburg nell'asta, la Schwanitz nel peso e la Demut nel triplo cercano posizioni importanti. Selezionati trentotto atleti, nella lista anche il 39enne Lobinger ed il fenomeno di Torino 2009, Sebastian Bayer.

Spagna: selezione di 34 atleti, comprendente diversi nomi in grado di giocarsi il podio, come i mezzofondisti Marco, Olmedo, Higuero, Lopez e Espana, il primatista europeo junior di salto in lungo Caceres e Ruth Beitia, primatista nazionale di salto in alto (non al massimo della condizione). C'è il ritorno dell'ostacolista Onyia, l'ex-nigeriana tornata di recente dopo una sospensione per uso di sostanze illecite, e la neo-primatista nazionale di pentathlon Hernando. Gran Bretagna: Chambers sui 60, Farah sui 3000 (con il quotato Baddeley) e la Meadows sugli 800 sono i nomi più prestigiosi. Chances di podio anche per la stagionata Clitheroe sui 3000. Attesa al primo esame con i "grandi" la velocista Jodi Williams.

Dall'Est

La Bielorussia presenta diciannove atleti: Andrey Kravchenko gareggerà nell'eptathlon con buone chances di medaglia. Nel peso femminile la Kopets dopo i progressi dell'inverno. Niente Ostapchuk, che rivedremo all'aperto. I polacchi: le carte migliori da giocare sembrano essere l'astista Rogowska ed i due ottocentisti Lewandowski e Kszczot. In ascesa la quotazioni dell'astista Wojciechowski, salito a 5.86 migliorandosi di ventisei centimetri in una gara. Aspirazioni da piani alti anche per la mezofondista Chojecka e la specialista delle prove multiple Tyminska. Esame europeo per le velociste ucraine Povh e Ryemyen, le sprinters più regolari della stagione indoor. Altro nome eccellente della selezione ucraina è l'astista Mazuryk, recentemente a 5.88 e 5.86.

Roman Sebrle guida la selezione della Repubblica Ceka a Parigi, ma le chances di successo arridono, più che al veterano eroe delle prove multiple, all'ostacolista Svoboda. In pedana l'astista Ptacnikova, in pista la Rosolova nei 400 e la Skrobakova nei 60 ostacoli. Slovacchi: squadra ridotta al minimo, con soli sei elementi. Spiccano le specialiste dei salti in estensione Dana Veldakova (sul podio a Torino), la gemella Jana e la Medgyesova. Bulgaria: presente Vania Stambolova, nome di punta dei 400 metri. Occhio alla 37enne altista Veneva, accreditata di un sorprendente 1.97 fuori concorso ai campionati romeni. Turchia: c'è la campionessa europea in carica dei tremila metri Alemitu Bekele. Romania: occhio al triplista Oprea, tornato a livello di rendimento alti e soprattutto costanti.

Sokolova mondiale nella 20km di marcia

Vera Sokolova ha stabilito a Sochi il nuovo record del mondo nei 20 chilometri di marcia in 1h25'08", migliorando il precedente limite "ufficiale" di Olympiada Ivanova (1h25'41", Helsinki 2005), nell'ambito dei campionati nazionali invernali russi. La Sokolova, bronzo europeo a Barcellona e già campionessa mondiale junior e under 18, ha preceduto di un solo secondo Anisiya Kirdyapkina (1h25'09", anche lei abbondantemente sotto il primato della Ivanova, e nuovo record europeo "under 23"). Contrariamente alle stagioni passate, quando più volte le prestazioni nella 20 km femminile erano state migliori del primato del mondo ma non erano mai state ratificate per l'assenza del controllo antidoping e del numero necessario di giudici internazionali, stavolta da diverso tempo era stato reso noto che le condizioni per l'omologazione di un possibile record sarebbero state rispettate.

Nella 20 km maschile successo di Vladimir Kanaykin in 1h19'14" su Morozov (1h20'08") e Krivov (1h20'16"). Interessante quarto in 1h20'18" è il 20enne Bogatyrev. Nella seconda giornata è stato ottenuta anche una miglior prestazione mondiale junior, ad opera di Svetlana Vasilyeva, che ha chiuso i 10000 metri di marcia in pista in 42'43", quasi sette secondi meglio del limite della cinese Gao Hongmiao, vecchio di nove stagioni. Qui i giudici non erano del numero necessario, quindi la prestazione della Vasilyeva non sarà vagliata al consueto protocollo per l'omologazione ufficiale.

Attività all'aperto, la Perkovic e la Adams in evidenza

La croata Sandra Perkovic, campionessa europea di disco, ha ottenuto la misura di 67.96 ai campionati invernali di Spalato, il risultato migliore al mondo degli ultimi tre anni. In Nuova Zelanda si è registrato l'ottimo debutto di Valerie Adams, che ad Auckland ha lanciato a 20.33, largamente migliore misura al mondo sia indoor che outdoor nei primi due mesi dell'anno. Nel settore lanci si muove mezza Europa in vista della Coppa Europa invernale di Sofia. Il campione del mondo di lancio del disco Robert Harting ha registrato due lanci di 65.94 e 65.66 a Kienbaum. Il martellista Markus Esser ha esordito con 76.45. L'ungherese Pars (terza gara della stagione) ha lanciato a 76.79 a Szombathely.

In Russia seconda uscita per l'altro martellista Zagorniy, che dopo il 79.99 dell'esordio ha vinto i campionati invernali con 79.24 davanti al tedesco naturalizzato Sergey Litvinov (78.90). Tra gli altri titoli menzione per la Lysenko (71.46 nel martello) e per la Abakumova nel giavellotto, già a 65.12. In Ucraina le ospiti moldave Zalina e Marina Marghieva hanno dominato la gara di martello dei campionati invernali di Yalta, con 71.61 e 70.37. Bene i giavellottisti Kosinskiy (81.22) e Pyatnytsa (81.00).

Al via il circuito IAAF con Rudisha

Le IAAF World Challenge series prendono il via dopodomani a Melbourne: nel meeting australiano è prevista la presenza di David Rudisha negli 800 metri e del campione olimpico Asbel Kiprop, al via nei 1500 contro Alan Webb e soprattutto Riseley e l'australiano Willis. Quasi al completo i migliori atleti di casa, con Sally Pearson-McLellan, Birmingham e il già citato Riseley. Dall'estero, oltre a Kiprop, all'esordio outdoor lo statunitense Solinsky, Bernard Lagat. Dalla vicina Nuova Zelanda è attesa in pedana Valerie Adams.

La maratona di Tokyo

E' mancato l'apporto di Haile Gebrselassie, sfortunato ad infortunarsi ad un ginocchio in seguito ad una caduta accidentale su una pietra, occorsagli durante una seduta di allenamento. Il suo manager Jos Hermens è volato in Giappone per spiegare di persona agli organizzatori ed ai media le ragioni dell'assenza del primatista del mondo. La prognosi è di circa un mese, in tempo (forse) per garantire la presenza alla mezza maratona di Vienna, in aprile.

Il successo nella corsa giapponese è andato in ogni caso ad un maratoneta etiope, quell'Hailu Mekonnen (ora trentunenne) che ha trascorsi di buon livello in pista. Mekonnen ha vinto con il primato personale di 2h07'35", a pochi secondi dal primato della maratona di Tokyo. Attorno al trentacinquesimo chilometro ha lasciato la compagnia del kenyano Paul Biwott, accumulando un vantaggio di circa un secondo a chilometro. Biwott ha chiuso secondo in 2h08'17", terzo  in 2h08'37" l'incredibile giapponese Yuki Kawauchi, un maratoneta non professionista che lavora negli uffici della Prefettura. Ha compiuto un'impresa d'altri tempi, e dopo l'arrivo, stremato, è stato portato presso l'area di soccorso con l'ausilio di una sedia a rotelle.

Africani a Porto Rico

Successi di Sammy Kitwara (27'35") e della etiope Sentayehu Ejigu (31'50") nella 10 km su strada di San Juan. Quarto nella corsa maschile Leonard Komon, che ha pagato la partecipazione alla corsa centro americana con l'esclusione dalla nazionale kenyana di cross (sarà sostituito da Paul Tanui). Nella gara femminile, staccata di un secondo all'arrivo, l'altra etiope Dire Tune.

Van Zyl 47"66!

A Pretoria straordinario risultato del sudafricano Louis Van Zyl, che su una pista bagnata dalla pioggia scesa nelle ore precedenti al meeting e disturbato dal vento, ha portato il primato nazionale dei 400 ostacoli a 47"66, ventesima prestazione mondiale all-time della specialità, migliorando il record di Llewellyn Herbert (47"81, datato dieci anni). Per Van Zyl un miglioramento di quasi tre decimi sul precedente personale. Nelle altre gare 8.05 del lunghista ManiyongaDoppio appuntamento in Brasile: i triplisti in evidenza a São Paulo con Jefferson Sabino (16.93) e Keila Costa (14.24 controvento), poi decolla l'astista Fábio da Silva, che a São Caetano do Sul ha portato il primato del Sud America a 5.80. A Cuba, nello scorso week-end, 13"1 manuale e ventoso del 20enne Portilla sui 110 ostacoli e ancora una buona gara delle tripliste, con Mabel Gay (14.44) e Yarianna Martinez (14.42).

Il Kenya per il mondiale di cross

E' stata definita la selezione kenyana che prenderà parte ai Campionati del mondo di cross il prossimo 20 marzo a Punta Umbria, in Spagna. Assenti gli iridati in carica Ebuya e Chebet, la squadra maschile comprende i nomi di Geoffrey Mutai, Vincent Kiprop Chepkok, Mathew Kisorio, Philemon Limo e Hosea Macharinyang, mentre in quella femminile sono state selezionate le due campionesse del mondo in carica di Berlino 2009 Linet Masai e Vivian Cheruiyot, oltre a Priscah Cherono, Pauline Korikwiang, Lineth Chepkurui e Sylvia Kibet. Tra gli junior spicca il nome di Isaiah Koech, fresco di campagna europea indoor con i nuovi "world best under 20" su 3000 e 5000 metri.

Meselech Melkamu ha vinto ad Addis Abeba i trials etiopi di cross su Hiwot Ayalew e la giovanissima Oljira (assente la Dibaba, quinto posto per la sorella minore Genzebe). A Hunegaw Mesfin il primo posto maschile su Imane Merga e Dino Sefer, un nome poco conosciuto ma già in evidenza in pista. Solo quarto Feyisa Lelisa, maratoneta di primo piano.

 



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