Internazionale, Constantina Dita vince e raddoppia



Nell'attesa della maratona di Chicago di domenica prossima, torniamo brevemente sui campionati mondiali di mezza maratona di Edmonton, e sul consueto panorama di avvenimenti dell'atletica internazionale, che in calendario proponeva alcune maratone e scampoli importanti di attività in pista in Sud America. L'altra Africa Quella di Fabiano Joseph, approdato a quasi venti anni al titolo di campione del mondo di mezza maratona sabato scorso ad Edmonton dopo due premonitrici medaglie d'argento conquistate da junior. Quella di John Yuda, un altro figlio della Tanzania, sesto in Canada, con due bronzi mondiali su strada nello zaino, ma anche quella di Yonas Kifle, bronzo 72 ore fa, che appaia Zersenay Tadesse nel club dei grandi nel segno dell'Eritrea, che propone un altro nome nuovo, quell'Asmeron che si è piazzato nono alla seconda esperienza iridata. Il primo kenyano del mondiale è settimo e si allena in Giappone; un altro kenyano, lo Yatich ora conosciuto come Hassan Shami , corre per il Qatar e si è lasciato beffare da Joseph per una troppo prematura esultanza in vista del finish, ed il primo Etiope, Sihine, rappresentante del clan che domina le lunghe corse delle piste e delle campestri è rimasto fuori dal podio, pur risultando determinante per il successo nella classifica a squadre del suo team. Se a questo sorprendente esito dei mondiali di mezza maratona aggiungiamo il figurone che i tanzaniani hanno fatto anche ad Helsinki nella maratona, e la crescita costante dell'Uganda, possiamo proporre due semplici considerazioni: la prima è che l'Africa, non quella da esportazione ma quella che si prepara ad alto livello anche a casa propria, è sempre più organizzata anche nei distretti che finora hanno raccolto poco di fronte allo strapotere kenyano, e più recentemente a quello dell'Etiopia. La seconda è che l'Europa, almeno a livello maschile, deve giocoforza confrontarsi con un numero sempre più crescente di atleti del continente nero, rappresentati ad altissimo livello da un numero di nazioni via via più numeroso. Il primo atleta maschio europeo si è classificato ventiduesimo, e l'azzurro Mascheroni, benché trentaduesimo all'arrivo, è risultato il terzo atleta del nostro continente. All'Europa maschile rimane un po' di spazio nella maratona, grazie ad atleti straordinari come Stefano Baldini, all'ucraino Lebed per quanto riguarda il cross, a qualche spagnolo in stato di grazia. Tutt'altra situazione al femminile, dove l'impatto dell'Africa è terrificante in pista grazie alle gazzelle Dibaba, Defar e via dicendo, ma è bilanciato nelle corse su strada da specialiste come la Dita-Tomescu, oro ad Edmonton dopo il bronzo di Helsinki nella maratona, dalla Radcliffe quand'è in versione extraterrestre e, per ragioni di passaporto, dalla Kiplagat targata Olanda, senza dimenticare le numerose russe che fanno bella figura tutto l'anno nelle maratone più prestigiose. Numeri alla mano, Deborah Toniolo è stata la decima tra le europee, e la squadra femminile italiana quarta selezione continentale, settima nella classifica complessiva. Autunno ucraino Gli aironi del salto in alto si sono riuniti a Berdychev in occasione del Lonskiy Memorial, che ha carattere di esibizione. L'appuntamento ha rappresentato l'ultima passerella stagionale per il campione del mondo più a sorpresa della stagione, Yuriy Krimarenko, che ha valicato i 2,28 davanti a Dmytro Demyanyuk (2,26, top della stagione). L'olimpionico di Sydney Klyugin, il russo, si è accontentato della misura di 2,20, classificandosi sesto. Nessuna sorpresa nemmeno nell'esibizione delle donne, con la 33enne Myhalchenko che ha superato la quota di 1,94. Marcia senza età Se per le pedane è tempo di esibizioni, la marcia emette ancora verdetti ufficiali: sono datati sabato e domenica i campionati nazionali ucraini di marcia, svoltisi ad Ivano-Frankivsk. Le distanze olimpiche hanno premiato Andriy Kovenko (1h22'26"), Olexiy Shelest (3h56'23") e Vira Zozulya (1h32'26"). In vetrina anche tutte le categorie giovanili, fino ai dieci anni di età, provenienti da tutta l'Europa dell'Est, qualche nome da appuntare: tra i quindicenni Aleksandr Chuklinov, bielorusso, primo nella 3 chilometri in 12'41", e tra le "bambine" Viktoriya Pron (ucraina, classe '94!) capace di marciare per due chilometri in meno di dieci minuti. Quaterna convalidata La IAAF ha concluso le procedure per l'omologazione di alcuni primati stabiliti nella stagione su pista appena trascorsa, che ora hanno valenza ufficiale. Si tratta degli ultimi quattro records stabiliti da Yelena Isinbayeva (4,95 a Madrid, 4,96 e 5 metri a Londra, 5,01 ad Helsinki), del mondiale della cubana Menendez nel giavellotto (il 71,70 che le è valso l'oro mondiale), l'1h25'"41 della marciatrice Ivanova ed il limite junior dei 10 chilometri di marcia dell'altra russa Sokolova, stabilito in occasione degli Eurojunior di Kaunas. Le maratone della settimana Ad Ostenda ha vinto il belga Gino van Geyte in due ore e quattordici minuti, davanti a Jacob Mengich ed a Christipher Ruto Kipkoech. Ad Istanbul, per l'Eurasia Marathon, successi all'insegna del "bipolarismo": tutto-Kenya per gli uomini, grazie a Joseph Mbithi (2h15'13"), Hillary Koech e Benson Mutisya, e tripletta russa tra le donne: all'arrivo la quarantunenne Biktagirova, che fu quinta a Sydney 2000 ed egualmente quinta quest'anno a Boston, ha chiuso in 2h34'25", precedendo le connazionali Volgina (una poco conosciuta ventottenne) e l'altra veterana (37 anni) Malkova. Il campionato "Open" di maratona negli USA (la classica Twin Cities Marathon che parte da Minneapolis e finisce a St.Paul del Minnesota) se l'è aggiudicato un altro stagionato specialista, il 40enne Mbarak Hussein (Kenya) in 2h18'48". Alla debuttante Nicole Aish il titolo femminile in 2h40'21". Vecchia Europa che più vecchia non si può La maratona più antica d'Europa (Kosice, Slovacchia) è giunta alla ottantaduesima edizione e si chiama "International Peace Marathon". Si è disputata domenica scorsa in una giornata dal clima primaverile, che ha messo fuori gioco il campione uscente Dobrzynski (Polonia), ritiratosi per problemi respiratori. Ha vinto il kenyano David Maiyo in 2h16'07" davanti a David Kosgei ed al polacco Bialk. Polacca anche la vincitrice della maratona femminile, Edyta Lewandowska (2h37'48"), che ha preceduto la britannica Clague e l'ucraina Nekhorosh. Prima dell'Asia Una settimana prima di volare in Corea Paolo Camossi ha gareggiato a Nova Gorica, in Slovenia, realizzando 7.74 nel lungo (misura vincente). C'era anche Andrea Alterio che ha vinto controvento sia i 110 ostacoli in 13"99 che i cento piani in 10"96 (informazioni ricevute grazie alla cortesia di Zdravko Peternelj). Campionati Junior del Sud-America Sotto il segno del Brasile si è disputata la 36° edizione dei campionati sud-americani under 20, a Rosario, in Argentina. Tra i risultati migliori vale la pena di segnalare lo sprint di Rafael Ribeiro (10"33) e di Franciela Krasucki (11"39 e 23"54), il titolo nel giavellotto maschile di Julio Cesar de Oliveira (71,46), e quello nel lungo femminile per Eliane Martins (6,41). Lutto in Brasile A soli 37 anni è scomparso il triplista José Messias Baptista, che fu campione del Sud America nel 1995 ed argento appena quattro anni fa. Nel 1996 fu selezionato per i Giochi di Atlanta e vinse i Campionati Ibero-Americani col suo miglior risultato di sempre (16,99). Chicago sotto i riflettori La maratona di Chicago costituirà il momento di maggior interesse dell'attività internazionale dei prossimi giorni: sono attesi, come da tradizione, risultati di grande risonanza ed il "field" è davvero eccezionale, comprendendo al via nomi come Evans Rutto, Felix Limo, Dejene Berhanu, Timothy Cherigat, Alan Culpepper, Patrick Ivuti, Laban Kipkemboi, William Kipsang, Paul Koech, Sammy Korir, Benjamin Maiyo, Daniel Njenga, Thomas Nyariki, Pablo Olmedo, Atsushi Sato e Shin-ichi Watanabe. Nondimeno le donne, con Masako Chiba, Adriana Fernandez, Eri Hayakawa, Deena Kastor-Drossin, Tatyana Petrova e, udite udite, Constantina Dita-Tomescu, ancora lei, che approderà a Chicago in qualità di campionessa uscente e da fresca iridata di mezza maratona, a distanza di soli sette giorni dalla conquista del titolo mondiale. Marco Buccellato


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