Internazionale, Bruna Genovese terza a Boston



Dopo il recente trionfo di Tokyo, Bruna Genovese ottiene un altro prestigioso piazzamento, in una delle maratone più antiche del mondo. Oggi a Boston, l'azzurra si è classificata terza dietro l'ex-primatista del mondo Ndereba e l'etiope Alemu, una delle favorite per la vittoria olimpica ad Atene. Passata in circa 35 minuti al decimo chilometro, con un minuto di ritardo rispetto alla romena Olaru ed alla stessa Alemu, la Genovese perdeva successivamente contatto per pochi metri dal plotone che inseguiva le battistrada, formato anche dalla El Kamch, Gemechu, Wami e dalla Zakharova. Proprio dal quindicesimo chilometro iniziava il lento inseguimento della Ndereba ai danni della Alemu, con la Olaru che veniva risucchiata metro dopo metro e si spegneva. Mentre davanti a sé era la Ndereba a riprendere la Alemu ed a tagliare il traguardo per prima in 2h25'13" (per la kenyana si tratta della quarta vittoria a Boston), la Genovese è stata determinata nel riprendere una ad una le avversarie per chiudere terza in 2h29'51". La Alemu ha concluso la maratona al secondo posto in 2h27'03". Ha deluso nella maratona maschile Tim Cherigat, indicato come favorito alla vigilia, che ha terminato la prova al sesto posto in 2h15'19. Vittoria all'ennesimo etiope, Hailu Negussie, in 2h11'45", davanti a Wilson Onsare (2h12'21"), ed a Benson Cherono (2h12'48"). Nagano: Kenya e Russia Sono già diverse la maratone di quest'ultima parte di stagione andate ad un atleta kenyano ed ad una atleta russa. Quella giapponese di Nagano ha confermato la tendenza nell'abbinamento, proclamando vincitori Isaac Macharia in 2h10'59" ed Albina Ivanova in 2h28'21". Illustrissimi alcuni dei nomi tra i piazzati. Moges Taye, ben conosciuto a Roma, terzo, ed addirittura una campionessa mondiale (la romena Simon) ed una olimpica (l'etiope Tulu) a completare il podio della corsa femminile. Londra: Lel al trionfo La maratona londinese, così piena di formidabili protagonisti della specialità, ha premiato l’atleta che alla vigilia era stato presentato con un primato personale “alto” rispetto ai più forti, ed in grande crescita. Proprio in questo aspetto c’è la chiave della vittoria di Lel: la fame (agonistica) e la determinazione. Tra gli iscritti, il keniano era l’atleta col tempo migliore sopra le due ore e dieci, ma quattordicesimo stando ai primati personali. Succede, a volte, che i più forti si annullino l’un l’altro e le energie nervose vengano disperse lungo l’asfalto. Chi doveva ancora dimostare di meritare l’élite alla faccia del gregariato, lo ha fatto. Diverso il discorso per la Radcliffe. Non aveva nulla da dimostrare al mondo ma solo a sé stessa, nonostante la vittoria dello scorso novembre a New York. L’ebbrezza del traguardo vincente l’aveva già ritrovata sul suolo americano, dopo il ritiro alle Olimpiadi, lo stordimento della prestazione da fantascienza no. Domenica a Londra ha corso la migliore maratona di sempre per una donna, senza aiuti eterologhi. E’ lei la vera regina d’Inghilterra, Windsor e parenti acquisiti permettendo. La calata degli Dei a Walnut La tre giorni di Walnut ha lanciato definitivamente in orbita un atleta di cui parliamo da tempo, dall'inverno indoor 2004, Wallace Spearmon, appena ventenne e figlio d'arte. Il padre, omonimo anche nel nome, fu eccellente specialista negli anni '80 e fu titolare nella squadra USA ai mondiali romani del 1987 sui 200, uscendo in semifinale. Dopo aver segnato un eccezionale 20"10 in chiusura di stagione al coperto, Spearmon ha sorpreso all'esordio all'aperto correndo in 19"97 con vento regolare ma quasi al limite, superando un astro del recente passato, Tyree Washington, ed uno del futuro, Wes Felix, nonché un sempreverde come Allen Johnson. Attrazione della domenica californiana doveva essere Marion Jones, finalmente in pista dopo l'amarissimo inverno: il debutto stagionale, sui 400, non poteva essere peggiore, con discreta partenza e finale in asfissia, per una cifra che lascia senza parole: 55"03. Vittoria alla giamaicana Novlene Williams in 51"49. Anche nei 400 maschili ad inviti c'era la superstar, Felix Sanchez, ed anche lui ha deluso oltre le previsioni, solo sesto in 46"32, con gara dai contenuti tecnici mediocri appannaggio del naturalizzato inglese Malachi Davis in 45"93. Ancora numeri importanti dallo sprint: 10"98 ventoso di Veronica Campbell sui 100 ed eccellenti ostacoli per Perdita Felicien (12"73), alla quale ha sorprendentemente tenuto testa l'emergente GiGi Powell (12"75), senza dimenticare anche l'ottima prova di Nichole Denby (12"79). Tra gli uomini, 13"35 di Arnold sui 110, 10 netti di Armstrong (troppo vento) davanti ad un risorto Coby Miller (10"08), ed aldilà dello sprint il buon miglio di Ben Kipkurui (3'56"08). Molti altri motivi di attenzione e riflessione da Walnut: il successo di Bernard Lagat sui 5000 in 13'14"71 da neoamericano, il nuovo show della staffetta dell'HSI guidata da Maurice Greene in 38"73 (davanti alla Giamaica di Asafa Powell), ma soprattutto il super-giavellotto di Breaux Greer, subito lunghissimo con 87,65. Dalle numerose sessioni californiane peschiamo anche il 6,72 di Rose Richmond nel lungo, Walnut ma non solo: un weekend luminoso Già che ci troviamo in tema di uomini veloci ricordiamo il debutto casalingo di Asafa Powell, avvenuto a Spanish Town, dove ha corso in eccessivo favore di vento in 10"08, e dove si è fatta notare anche Sherone Simpson sui 200 in 22"89. Altro dagli Stati Uniti: a Coral Gables ancora in scena Lauryn Williams con 22"53 sui 200 (vento appena oltre il limite) e da dove segnaliamo la delusione di John Capel (il favorito della finale di Edmonton 2001, quando vanificò le proprie ambizioni non udendo lo start), irriconoscibile in 20"95. Da Berkeley ancora Giulia Urlando in pedana, seconda nel martello con 55,14 dietro Brittany Hinchcliffe (59,70), ed a Clemson buone volate di LaTasha Colander, 11"13 ma soprattutto 22"52 con vento zero. Nel Sun Angel Classic di Tempe, in Arizona, i risultati migliori sono venuti da Kelly Willie, che è tornato ai 400 dopo il 10"26 sui 100 della scorsa settimana, vincendo in 44"97 davanti a Domenik Peterson (45"15)., e da Bennie Brazell (48"54 sugli ostacoli). Sulla pedana del peso è rientrato Johnny Godina con 21,06. In una riunione minore in Kansas, a Wichita, 9"99 di Rae Edwards e 10"03 di Mark Jelks (10"01 sette giorni fa); dal Texas infine 5,70 di Adam Keul nell'asta. Ecco Merritt C'è stato anche un "world best", nel Missouri, ottenuto dalla lituana Skujyté nel decathlon con 8366 punti, superando il precedente limite della francese Collonvillé (8160, Talence 2004). A Knoxville, nell'ambito delle Sea Ray Relays, ancora un 200 di LaShawn Merritt (20"38) e 18,44 della trinidegna Borel nel peso come risultati principali. Ancora: 22"99 di Shalonda Solomon e 23"00 della bahamense Amertil sui 200 (22"94 pochi giorni prima in Alabama), 6,61 di Tianna Madison nel lungo e 3'27"97 di un insolito quartetto del miglio comprendente la caraibica Bass, le giamaicane Julliet Campbell e Dowdie e l'irlandese Shinkins. A proposito di Merritt, si era visto anche in North Carolina dieci giorni fa in una riunione a Greensboro, dove si era espresso a 20"49 ed a 46"44, invero non soddisfacente. Sempre a Greensboro il ritorno dopo un anno di oblio per Chandra Sturrup (11"35). In California, Walnut a parte e con Berkeley già in archivio, ecco il Pomona-Pitzer Invitational di Claremont, dove ha trovato le frequenze di qualità il canadese Tyler Christopher, vincitore dei 200 metri in 20"49. Non male come quattrocentista, ha al suo attivo diverse ottime performances anche sui 300 metri. Duelli a El Paso La città texana evoca romantici duelli al sole con la colt in pugno e un pugno di pellicole del classico genere western. Abbastanza singolare, sulla pista locale, il duello andato in scena tra due sprinters delle Antille Olandesi, il già noto Churandy Martina ed il più anziano Jairo Duzant. Un pizzico di vento oltre il lecito (+2,2 metri al secondo) e soprattutto il beneficio dell'altitudine hanno portato Martina ad un gran 9"93 (Duzant 10"19) ed alla replica sui 200 con 20"31. Tra i risultati omologabili, 11"21 di Beverly McDonald, il 55"29 di Sandra Glover sui 400 ostacoli e tra i non omologabili il 14,34 di Suzette Lee nel triplo, ottenuto con un tifone alle spalle (vento a più 7,7 metri al secondo). A Durban grandi Mokoena e soci Primato africano del bianco Harmse nel martello con 80,63, dopo una stagione tutta trascorsa a collezionare prestazioni tra i 75 e i 78 metri. Ma il vero protagonista della due giorni dei campionati nazionali di Durban è stato Godfrey Mokoena, il cui nome evoca per noi meravigliosi ricordi legati ai trionfi di Andrew Howe a Grosseto. Prima giornata col titolo del lungo a 8,26 (ventoso) davanti ad un sorprendente Martin McClintock (8,25, anch'esso ventoso), replica il giorno seguente nel triplo con un 17,25 che gli vale il primato nazionale. Sono andati fortissimo anche gli ostacolisti: Louis Van Zyl, ex-iridato junior, campione nazionale con 48"39 davanti a Llewellyn herbert (48"57), Pieter de Villiers (48"70), Myburgh (49 netti) e Cilliers (49"05). Un altro giovane gioiello, Leigh Julius, si è espresso in 20"38 sui 200 (deludente Nagel in 21"01), mentre c'è da registrare l'ennesimo successo di Mulaudzi su Sepeng negli 800 metri. 1'44"96 per il titolo, 1'45"51 per l'onore della seconda piazza. Ha sfiorato invece il primato, che se riuscito sarebbe stato certamente il più rumoroso, Jacques Freitag, elevatosi a 2,35 nell'alto e reo di aver sfiorato i 2,40. Chiusura maschile con un gran record nazionale junior nel giavellotto, autore Lohan Rautenbach, che coglie l'eredità dell'ex-campione del mondo Marius Corbett (ritiratosi da tempo per problemi fisici), per la prima volta oltre gli ottanta metri con 80,03. In evidenza anche le ragazze La perla è arrivata dallo sprint, grazie all'ennesima doppietta stagionale di Geraldine Pillay, stavolta condita da un tempone sui 100 (11"07 legale) e da 22"78 ventoso sulla doppia distanza. Mondiale stagionale per la bianca Surita Febbraio, che sui 400 ostacoli ha trovato un risultato cui non arrivava da tempo (54"60). Anche dal giavellotto femminile è arrivato un primato junior, ad opera di Ynthi Coetze con 57,29. Dal resto d'Africa, e specificatamente dal Mali, interessante doppietta del nigeriano Fasuba (10"20 e 20"62), e prima vittoria stagionale per il gigantesco francese Keita sugli ostacoli (49"59). Liu Xiang "terrestre" Sabato e domenica si è gareggiato nel Grand Prix di Yichun, in Cina. La notizia è rappresentata dal ritorno in pista di Liu Xiang, co-primatista mondiale dei 110 ostacoli ed olimpionico, che ha corso in un normale 13"59. Durante la settimana si sono svolti i Giochi della Solidarietà Islamica alla Mecca: pochi giornali hanno riportato il clamoroso exploit del saudita Al-Khuwailidi nel lungo (8,44), ed ora abbiamo una stesura completa dei risultati, anche se semiufficiali e bisognosi di dettagli, che nel caso specifico di Al-Khuwailidi, riguardano l'entità del vento. Presi qua e là troviamo il 10"21 dell'altro saudita Al-Yami, l'ottimo 44"93 del sudanese Nagmeldin, l'1'45"96 di Amine Laalou sugli 800. Ancora, la pesante sconfitta di Al-Somaily sugli ostacoli (primo Al-Hamaidi in 49"55) e la doppietta dei sauditi nelle staffette. Il weekend prossimo venturo dell’attività all’estero offre il challenge IAAF di marcia a Shanghai, le maratone di Madrid ed Amburgo, e la solita abbuffata di meetings statunitensi, dove in attesa delle Penn Relays l’appuntamento più blasonato è rappresentato dalle Kansas Relays di Lawrence. Marco Buccellato


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