Il presidente Arese sulla vicenda di Casazza



Di questa storia hanno parlato ieri i giornali e le televisioni. Dandole grande - c'è chi dice eccessivo - risalto. In estrema sintesi: a Casazza, centro del bergamasco, secondo il Corriere della Sera, il giovane Atif, originario del Marocco, al termine di una gara di atletica scolastica (di vortex, per la precisione, vinta con merito), sarebbe stato fischiato dai compagni di scuola e dagli avversari. Fatto oggetto di scherno per le sue origini, anche con i classici buuh (che poi, in realtà, chi è stato una volta allo stadio sa che non sono "buuh di disapprovazione", come diceva un forbito telecronista di qualche anno fa, ma disgustosi uh-uh ritmati). E qui partono le interpretazioni: c'è chi dice per stupido, cieco, volgare razzismo; chi invece, per questioni di semplice, piccola rivalità tra ragazzi. A noi pare soprattutto una cosa: che questa vicenda, qualunque siano le ragioni che l'hanno scatenata, con l'atletica, con i suoi valori, proprio non abbia nulla a che vedere. Per questo, il Presidente federale Franco Arese ha deciso di inviare una lettera al ragazzo. Che vogliamo pubblicare: Caro Atif, a nome della Federazione Italiana di Atletica Leggera voglio esprimere a te e alla tua famiglia la massima solidarietà per l’inaccettabile atto di inciviltà espresso dai tuoi coetanei al campo sportivo di Casazza. Non c’è rivalità che possa tradursi in un atto di esclusione, tanto meno quella tra scuole. Sono dell’opinione che lo Sport deve unire e non dividere, deve sostenere e valorizzare le diversità e soprattutto deve favorire la fratellanza. Sicuramente è stato un episodio isolato di stupida rivalità, copiato da situazioni che non fanno parte dello Sport. Tutti noi ti siamo vicini e ci auguriamo che questa sgradevole esperienza non ti abbia rovinato la gioia per la tua bellissima vittoria. (...) Infiniti auguri per ulteriori e importanti traguardi. Franco Arese


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