Il mondo a 2,40: parola all'asticella

09 Marzo 2016

di Giorgio Cimbrico

Qualcuno nel passato ha intervistato Cleopatra e Mozart: le interviste possibili. Noi abbiamo sentito un oggetto apparentemente inanimato che, avendo avuto a che fare con gli umani, ha in realtà un sacco di cose da raccontare: è l’asticella posata a 2,40, che nel sistema imperiale è qualcosa meno di 9 piedi.

Ricorda la prima volta in cui qualcuno l’ha superata?
“Ho sempre seguito gi insegnamenti di Cicerone: la memoria diminuisce se tu non la eserciti. E così ricordo benissimo: fu l’11 agosto 1985, a Donietsk. A riuscirci un giovanotto lungo lungo e magro magro, con uno spropositato pomo d’Adamo: si chiamava Rudolf Povarnytsin. Al tempo sovietico, ma ucraino come Sergei Bubka che un mese prima aveva superato mia sorella”.

Chi è sua sorella?
“L’asticella dell’asta posata a 6 metri. Questi ucraini hanno le ali ai piedi”.

Torniamo al salto in alto: lei provò stupore nel momento in cui venne scavalcata?
“Sinceramente sì. Pensavo che il primo dei pretendenti fosse il cinese Zhu che due anni prima aveva provato a sfidarmi e che a me, tappa dopo tappa, si era lentamente avvicinato. E semmai ritenevo più adatto all’exploit quel leggero ragazzo kirghiso”.

Sta parlando di Igor Paklin?
“Già, proprio lui. Meno di un mese dopo pose fine al breve regno di Povarnytsin e dopo 2,41 quel giorno stesso provò ad andare negli azzurri spazi sfidando 2,43”.

Gli azzurri spazi ricordano un racconto di Ray Bradbury.
“Sarò un’asticella ma mi sono sempre coltivata, specie nel campo delle esplorazioni, dei voli pindarici, delle avventure verso l’ignoto”.

Chiacchierare con lei è un piacere.
“La ringrazio. Non capita speso che un umano mi presti attenzione: al massimo mi considerano un arredo necessario. Comunque, bando ai complimenti. Sarebbe il caso di andare avanti”.

O in alto…
“Certo, è implicito. Dopo Paklin, venne un periodo di interregno: Patrick Sjoberg a 2,42 e alla stessa misura Carlo Thranhardt, due biondoni. Il primo è finito male. Sull’ impresa del tedesco è nato un contenzioso: alla Schoeneberger Sporhalle di Berlino sotto la gomma c’era un parquet che alcuni ritennero elastico. In breve, cancellarono quella misura dallo status di record del mondo assoluto”.

Poi arrivò Javier Sotomayor…
“Il mio cliente più assiduo: 21 volte alla mia altezza e anche qualcosa di più. Mi ha sempre colpito che il più gran balzo della storia e un altro molto vicino li abbia offerti a Salamanca. Non era il posto dove il re di Spagna teneva una corte di dotti piuttosto occhiuti che non credevano alle idee rivoluzionarie di Cristoforo Colombo? Anche Javier smentì quelli che pensavano che l’uomo non avrebbe potuto staccarsi da terra per quasi due metri e mezzo”.

A parte qualche sporadico exploit, lei se n’è stata tranquilla a lungo.
“La quiete prima della tempesta: Barshim, Ukhov, Bondarenko, Protsenko e quel canadese, Derek Drouin che io pronuncio alla francese. Da tener d’occhio: non è un caso che per lui abbia avuto parole di lode Dwight Stones, ben conosciuto da mia madre”.

Chi era sua madre?
“L’asticella a 2,30”.

Sta seguendo Gianmarco Tamberi?
“E’ quel bel ragazzo italiano con mezza barba, mezzi baffi, codino, braghettoni da basket, vero? Coinvolgente, un po’ matto. Mi piace. Mi ricorda quell’altro matto, Donald Thomas, delle Bahamas, che vinse un mondiale senza saper saltare. La differenza sta proprio qui: Tamberi sa saltare, e bene. Qualche giorno fa ho tremato di piacere quando mi ha sfiorato”.

Sembrerebbe molto ben disposta con lui.
“Si è capito? Mi stanno imballando per portarmi a Portland e quest’estate sarò anche a Rio. Credo sia bene che ci risentiamo. Al momento buono la chiamo io, non si preoccupi”.

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VIDEO | IL TERZO TENTATIVO A 2,40 DI GIANMARCO TAMBERI AGLI ASSOLUTI INDOOR 2016 DI ANCONA

 
Gianmarco Tamberi prova 2,40 ad Ancona

#atletica Assoluti #indoor2016 il terzo tentativo a 2,40 di Gianmarco Tamberi... grazie per averci fatto sognare #halfshave! ora rotta su IAAF World Indoor Championships - Portland 2016!

Pubblicato da Federazione Italiana di Atletica Leggera su Domenica 6 marzo 2016


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