Il Golden Gala degli 8 mondiali stagionali



Anche la ventiquattresima edizione del Golden Gala va in archivio. La serata romana non ha mancato di offrire grandi risultati, ma ha confermato come molti campioni stiano affrontando questa stagione con l’occhio fisso sulle prossime Olimpiadi di Atene, rinunciando all'inseguimento ai record per non pregiudicare la miglior forma nel momento topico della stagione. Ha destato sensazione, ad esempio, vedere il marocchino Hicham El Guerrouj concludere i 1500 confuso nel gruppo, schiantato sul rettilineo finale da atleti (il francese Baala, il kenyano Lagat, il nuovo astro della specialità Ramzi, rappresentante del Bahrain e suo ex connazionale vincitore in 3:30.25) che solitamente gli finivano alle spalle, e ben lontani. El Guerrouj era alla sua prima vera uscita, ma la debacle di Roma, pista sulla quale ha stabilito molti dei suoi record, rischia di lasciare il segno in un corridore che ha detto e dimostrato più volte di soffrire l'appuntamento olimpico, unico nel quale non sia ancora riuscito ad imporre la sua legge. Stesso discorso per il campione del mondo dei 100, Kim Collins, il velocista di Saint Kitts & Nevis che ha trovato nel ghanese Zakari un ostacolo in questo momento insormontabile. Altri big sono invece riusciti a trovare la zampata vincente, è il caso dello svedese Olsson, che ha portato a 28 la sua striscia di vittorie consecutive, o del dominicano Sanchez, addirittura regale nel suo rettilineo finale sui 400 hs, anche se la specialità continua a soffrire una sorta di appiattimento. C'è difficoltà a scendere sotto i 48.50, e questo dà comunque incertezza alle competizioni. Il record non sempre accende l'interesse della gente, più esaltata dall'esito del testa a testa. Roma ha offerto alcune gare di grandissimo spessore atletico. Indubbiamente la palma di prova più spettacolare e valida spetta all’alto femminile: la sfida fra la sudafricana Cloete e la russa Slesarenko, ampiamente “pompata” alla vigilia, non ha tradito le attese. La Cloete, agonista nata, voleva dare alla rivale una grande dimostrazione di superiorità, ma ha trovato nella russa una degna avversaria. Il risultato è stata una gara che ha tenuto il pubblico televisivo avvinghiato alle poltrone, e che ha portato le due atlete ad altezze siderali, 2,03, con tentativi reciproci e non velleitari a 2,05. La vittoria alla fine ha premiato la Cloete, che comunque sa di avere un grande ostacolo nella sua rincorsa al titolo olimpico. Altra gara bellissima gli 800 maschili. Gara che ha detto molto, innanzitutto a proposito del ritorno in grande stile del primatista mondiale, il danese Kipketer che da troppo tempo ormai vivacchiava al livello degli altri, immemore delle grandi prestazioni alle quali aveva abituato il pubblico. In una gara degna di una finale olimpica, con tutti i migliori esponenti della specialità, Kipketer è uscito trionfalmente dal gruppo sul rettilineo finale, dando agli altri un avvertimento: “Sono tornato quello di prima, per l’oro di Atene farete i conti con me”. Ma la gara dell’Olimpico ha detto anche che un altro corridore è tornato ai livelli che gli competono: Andrea Longo è stato superbo nella sua parte conclusiva. In coda al gruppo sul rettilineo finale, ha via via ingoiato avversari su avversari, per chiudere in quarta posizione, con il minimo olimpico finalmente in tasca e la consapevolezza di essere sulla strada giusta per arrivare ad Atene con ottime carte da giocare. In ottica italiana la prova più bella, addirittura commovente per certi aspetti, è stata quella dei 400 hs femminili, con la Ceccarelli che ha coronato una stagione già straordinaria prima del Golden Gala con una prestazione incredibile. 55.14, a 4 centesimi dal primato italiano, minimo olimpico ottenuto e soprattutto le grandi della specialità, dall’australiana Pittman alla primatista mondiale russa Pechonkina, finite davanti ma non di molto. La Ceccarelli è entrata in una nuova dimensione internazionale, e dietro di lei si è rivista la Niederstaetter combattiva del passato, anche lei capace di ottenere il minimo olimpico, e di lottare fin sotto il traguardo. Il Golden Gala va in archivio con la consapevolezza di essere uno dei meeting più importanti del mondo. Sono state ben 8 le nuove migliori prestazioni mondiali stagionali ottenute a Roma. Forse è mancata un po’ la cornice, ci si attendeva qualche migliaio di gente in più sugli spalti, ma l’inizio delle vacanze per molti cittadini, corroborato dal clima tipicamente estivo, ha fatto sì che molti prendessero in anticipo la via del mare. Il Golden Gala dà appuntamento al prossimo anno, e già si sa che la venticinquesima edizione, quella delle nozze d’argento, sarà storica. Gabriele Gentili


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