Il Fotofinish e le Leggende Metropolitane. Nota Tecnica di Giuseppe Spanedda.



Nota del Fiduciario Tecnico dei G.G.G.

Ormai è l’inseparabile compagno di viaggio delle manifestazioni sportive, ed in particolare di quelle di atletica leggera, dove ci si misura con i centesimi di secondo ed i centimetri, punti terminali di ogni evento.

            Il sistema è nato, è bene ricordarlo, per eliminare  discrasie e differenze di comportamento tra i soggetti chiamati ad individuare i tempi impiegati da ogni atleta per percorrere una data distanza e per consentire confronti più certi e risultati più attendibili.

            Esiste quindi una graduatoria di attendibilità, che si basa su dati certi:

a)      il tempo rilevato da un soggetto non competente o dallo stesso atleta durante la competizione (ove possibile)

b)      il tempo rilevato da un tecnico (termine volutamente generico ma che esclude soggetti privi di qualificazione formale, anche minimale)

c)       tempi rilevati manualmente da soggetti abilitati (cronometristi)

d)      tempi rilevati in maniera automatica (fotofinish e fotocellule) e controllati da soggetti abilitati

Tra tali tipi di rilevazione esiste una differenza sostanziale, tra quelli privi  di valore (a e b), quelli attendibili e quelli certi.

Nell’immaginario comune ogni atleta ed ogni tecnico (come sopra indicato) è certo di avere individuato il risultato più vicino alla realtà, anche se, per le ragioni a tutti note, l’attendibilità della rilevazione è nulla o modesta.

La rilevazione manuale sconta già una differenza di 24/100, corrispondente al tempo di reazione umana tra la fiamma dello sparo ( se ci si basa sul suono la differenza è maggiore) e l’effettiva partenza del cronometraggio; tale tempo di 24/100 rappresenta una media statistica, non un dato tecnico di riferimento obbligatorio.

Altro elemento è dato dalla posizione del rilevatore, difficilmente in linea con il segnale di arrivo, come invece sono telecamera e fotocellule.

Anche i cronometristi scontano i differenti tempi di reazione, ed infatti, in caso di rilevazione multipla, i tempi estremi sono esclusi  (regola 165.4.11 RTI), e in caso di discordanza tra due cronometristi sarà ufficiale sempre il tempo peggiore (stessa regola)

La telecamera abbinata al fotofinish e le fotocellule, se il loro posizionamento è corretto, garantiscono il risultato più esatto possibile, e sono controllabili.

Al fine di verificare il corretto allineamento delle telecamera è obbligatorio effettuare preventivamente le operazioni di cui alla regola 165.15. RTI

Leggende metropolitane parlano di fotofinish starato, come se fosse possibile che un cronometro, gestito e controllato da un computer, allunghi o accorci i propri movimenti.

Il Giudice al fotofinish, cui compete, anche in presenza dei cronometristi, il giudizio finale su tempi e piazzamenti, in collaborazione con l’arbitro delle corse ed il giudice di partenza, effettua, prima di ogni gara, il controllo del punto zero, per assicurarsi che la partenza venga avviata automaticamente dal segnale del giudice di partenza entro il limite fissato dalla regola 165.14(b), e cioè entro il limite eguale o inferiore a 0,001 secondi.

L’utilizzo del fotofinish e delle apparecchiature connesse è regolamentato dal RTI proprio al fine di evitare errori.

Il sistema in uso deve avere ottenuto l’approvazione IAAF ed essere soggetto a revisione ogni 4 anni.

Lo stesso RTI suggerisce, non impone, due apparecchi fotofinish in funzione; il sistema in uso nelle FIDAL Sardegna, in possesso di tutti i requisiti richiesti, prevede l’utilizzo di un doppio sistema di rilevazione del tempi: uno attraverso la telecamera ed il fotofinish, ed uno attraverso le fotocellule e la stampante.

Al momento del segnale trasmesso automaticamente dallo sparo si attivano quindi due diversi sistemi di cronometraggio, uno attraverso la telecamera ed il fotofinish ed uno attraverso le fotocellule e la stampante.

I due sistemi sono indipendenti, ma sono raffrontabili per valutare eventuali differenze, tenendo presente però che il valore di tempo elettrico (utilizzabile come tale) può ottenersi solo con la telecamera e la conservazione della relativa immagine.

I tempi rilevati dai due sistemi di cronometraggio possono anche essere differenti per qualche centesimo, ma è facile comprenderne il perché. La rilevazione delle fotocellule è meccanica e indica il momento nel quale l’atleta ha passato il traguardo, con qualunque parte del corpo; il posizionamento del cursore nell’immagine dell’arrivo è effettuata dal giudice al fotofinish che individua la parte del corpo rilevante ai fini della classificazione.

Nei meeting trasmessi per televisione si assiste normalmente (è avvenuto anche al recente Golden Gala) ad una modifica dei tempi, tra quelli indicati dal tabellone luminoso (ufficioso) e quelli stabiliti dal giudice al fotofinish. Infatti il tabellone ufficioso è collegato normalmente alle fotocellule, mentre il tempo ufficiale è rilevato dall’immagine e dal posizionamento del cursore ad opera del giudice.

In sostanza quindi il mezzo utilizzato da FIDAL Sardegna  non ha mai fatto rilevare differenze  e segna ed ha segnato tempi sostanzialmente eguali tra i due diversi ed indipendenti sistemi di cronometraggio, è affidabile e sicuro e non può essere messo neppure a confronto teorico con tempi rilevati manualmente, in posizione neppure ottimale, da soggetti che, nonostante le loro certezze, hanno molte probabilità di incorrere in errori.

Per esperienza personale so che si schiaccia il pulsante del cronometro per rilevare il tempo  proprio o del proprio atleta non sempre quando il soggetto  arriva   ma quando si vorrebbe che arrivasse.



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