Grenot: ''Al momento giusto''

11 Agosto 2014

Le parole della primatista italiana dei 400 metri alla vigilia del debutto agli Europei di Zurigo

A Zurigo oggi è una giornata di pioggia che sembra quasi autunno, ma la primatista italiana dei 400 metri Libania Grenot non se ne preoccupa: "Mi sono allenata sotto la pioggia, sotto il sole e controvento. E non possono certo essere le condizioni atmosferiche ad impensierirmi. Il mio allenatore Loren Seagrave che è anche il mio mental coach, mi ha insegnato che non si deve aver timore di nulla e, se serve, bisogna saper lottare pure contro il vento". Tanta sicurezza scaturisce forse anche dal primo posto con 50.55 nelle liste europee 2014 del giro di pista: "Non conta quel tempo - aggiunge la velocista attesa domani alle 18:07 ai blocchi di partenza della batteria -, ma quello che sarò in grado di correre qui a Zurigo, facendo i conti con i turni di gara e con le avversarie. Non sono mai stata serena come stavolta, e forse questo è merito anche dell'esperienza maturata negli anni". Obiettivi, ambizioni? "Zurigo è una tappa di quel percorso "a piramide" che il mio tecnico ha costruito per me in questi tre anni di lavoro negli Stati Uniti. Mi fido di me stessa e mi sento un po' come un fiore che vuole sbocciare alla luce nel momento giusto. Ho voglia di correre con la testa sulla spalle e il cuore in mano fino in fondo, per quattrocento...cinque metri!" E la 4x400? "Nel 2010 a Barcellona siamo arrivate quarte con il record italiano. Siamo un bel gruppo unito e che ci crede tantissimo. Non parliamo di medaglie, ma possiamo sognare".

VIZZONI: "SEMPRE LA STESSA EMOZIONE" - Sessantuno presenze in azzurro, un argento olimpico e uno europeo alle spalle. Il martellista Nicola Vizzoni è pronto per il suo sesto campionato europeo. "La condizione è buona e sono soddisfatto di come ho vinto gli Assoluti di Rovereto con una serie di lanci sopra i 75 metri. Qui il titolo se lo giocano con martellate da 80 metri l'iridato Fajdek e l'olimpionico Pars che è anche il campione europeo in carica. Per il bronzo non credo che ci vorranno meno di 79 metri. Continuo a fare questo sport perchè è la mia vita e in questo momento intendo vivermela anno per anno. Ho un bel gruppo di lavoro, mi alleno tutti i giorni e tre volte doppio. In questa squadra ci sono tanti giovani pieni di entusiasmo e spensieratezza, il giusto mix con quell'esperienza che atleti come me possono trasmettere. Poi l'emozione della maglia azzurra resta sempre la stessa e penso che ognuno di questi ragazzi, una volta ricevuto il kit della Nazionale, avrà fatto la stessa cosa che ho fatto io tanti anni fa: correre subito in stanza a provarselo! Solo che ai miei tempi ancora non c'era tutta questa mania dei selfie!".

DONATO: "UN TITOLO DA DIFENDERE" - Nel 2012 ad Helsinki, Fabrizio Donato si laureò campione europeo del salto triplo, balzando poi sul terzo gradino del podio all'Olimpiade di Londra: "Non mi posso lamentare, ho gareggiato poco, ma le tre gare che ho fatto (17,24/+2.3 il 25 maggio in Coppa Campioni, 16,89 il 5 giugno al Golden Gala e 16,82 il 22 giugno all'Europeo per Nazioni, ndr) mi hanno dato delle risposte che mi aspettavo. Voglio difendere il mio titolo europeo del 2012, gli avversari ci sono, ma io mi giocherò le mie carte. Siamo in sei-sette per il podio. Penso che non ci vorrà meno di 17,50 per l'oro, anche perchè ho l'impressione che in molti si siano un po' nascosti in questa stagione. Fatto sta che per una medaglia non credo che bisognerà saltare meno di 17,30. Oggi abbiamo provato le nuove pedane del Letzigrund: una sembra più morbida e l'altra leggeremente più dura. La finale è il 14 agosto che è anche il giorno del mio trentottesimo compleanno. All'età non ci faccio caso più di tanto, e sinceramente al mio futuro di atleta ancora ci penso".

GRECO: "LA VOGLIA DI PROVARCI" - "L'anno non è iniziato nel migliore dei modi - racconta il campione europeo indoor del triplo Daniele Greco - e alla fine anche io sono riuscito a gareggiare meno del previsto. Arrivo a Zurigo con le migliori intenzioni anche se gli acciacchi non mancano mai. Dico solo che se ho scelto di esserci è perchè penso di potermi esprimere ad un certo livello. Purtroppo dopo i Mondiali di Mosca mi sono ritrovato a recuperare da una serie di problemi fisici, inseguendo continuamente la condizione. Questo, però, non mi ha fatto desistere dalla voglia di provarci lo stesso anche perchè mi sarebbe dispiaciuto restare a casa e poi magari dovermi mangiare le mani".

a.g.

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