Goteborg: 4x100 in finale, Legnante quinta



Un pomeriggio difficile da dimenticare per Domenico Di Molfetta: cinque atleti da seguire, tutti in finale di un Campionato Europeo. Alla fine non ci sono state medaglie e questo poteva anche essere preventivato (lo abbiamo detto, i miracoli in atletica avvengono molto raramente…) ma le soddisfazioni non sono mancate soprattutto dal getto del peso. Si era visto sin dal riscaldamento che per Assunta Legnante era una giornata speciale e in gara la campana lo ha confermato. Lontana parente della pesista balbettante in qualificazione, la primatista d’Italia è stata costante sopra i 18 metri, passando da 18,32 a 18,67 fino a una bordata finale di 18,83 che le è valsa il 5. posto finale. Appena 9 i centimetri che l’hanno separata dal primato italiano e mai come questa volta è sembrato che il muro dei 19 metri fosse alla sua portata. Bene anche Chiara Rosa, forse un po’ meno brillante che in qualificazione ma che rispetto alla compagna di squadra soffriva di più la pedana bagnata visto il suo stile rotatorio. Per lei 18,23 e un’esperienza che le servirà molto in futuro. 11. la terza delle italiane, Cristiana Checchi, rimasta al di sotto dei suoi standard con 17,42. La gara ha regalato una doppietta alla Bielorussia con la Khoroneko che in 19,43 ha preceduto la Ostapchuk di un solo centimetro, bronzo alla tedesca Lammert con 18,17. Mentre era in corso il peso, c’era da seguire anche la finale del martello maschile, dove Nicola Vizzoni ha a lungo sperato nell’ingresso fra i primi otto. Alla fine il capitano azzurro è rimasto nono, con 76,55 che costituisce il suo stagionale, ma la sua prova è stata incoraggiante per sperare in un suo recupero completo. 11. invece Marco Lingua, che con 73,73 è rimasto lontano dal suo personale ma che più dello smaliziato compagno di squadra delle Fiamme Gialle ha trovato difficoltà sulla pedana bagnata. Anche qui oro alla Bielorussia con Ivan Tikhon grazie a un lancio di 81,11 metri, ma chi si deve mangiare le mani è il finlandese Karjalainen che nell’ultimo lancio aveva scagliato l’attrezzo oltre gli 83 metri senza però riuscire a tenere i piedi in pedana. Per lui argento con 80,84, bronzo all’altro bielorusso Devyatovski con 80,76. Finora due ori, un argento e un bronzo per la Bielorussia. Finisce qui? Neanche per sogno, perché nei 3000 siepi è arrivata la vittoria di Alesia Turava in 9:26.05. Si tratta della sorella dell’oro della marcia, una famiglia che ha sbancato Goteborg. Qui argento alla russa Petrova (9:28.05) e terzo posto per la polacca Janowska (9:31.62). Oltre alla Bielorussia è stata una giornata positiva anche per i Paesi baltici, con il lettone Olijar primo nei 110hs in 13.24 (qui da segnalare l’uscita in semifinale di Giaconi, impasticciatosi con gli ostacoli e l’infortunio in semifinale dell’iridato francese Doucouré) e il lituano Alekna vincitore nel disco con 68,67, oltretutto davanti a due estoni. Conferme dopo quattro anni per lo svedese Olsson nel triplo (17,67 metri, davvero tanto vista la pioggia) e questo si prevedeva, molto meno era previsto il successo della spagnola Dominguez nei 5000 in 14:56.18. Nell’asta femminile la russa Yelena Isinbayeva ha come suo consueto dominato offrendo anche lo spettacolo dei tentativi di record mondiale a 5,02, pur sotto la pioggia battente. Con il titolo vinto a Goteborg la campionessa russa ha completato una collezione di successi inarrivabile, fra titoli olimpici, mondiali ed europei sia all’aperto che indoor, sia da assoluta che nelle categorie giovanili (oro mondiale da allieva e junior, oro europeo da junior e U23): non c’è competizione internazionale che non l’abbia vista trionfare, probabilmente (compitino per gli statistici) un caso unico nella storia dell’atletica. Dalle staffette sono arrivate una gioia e una delusione per i colori italiani. Togliamoci subito il dente malato parlando della staffetta del miglio, che prima della partenza si è vista privata di Andrea Barberi vittima di un risentimento muscolare. La squadra azzurra è ben partita con Licciardello, Vallet ha offerto un buon recupero nel rettilineo finale, Galletti ha sofferto il ritorno di Romania e Spagna, poi Carabelli ha ripreso la terza posizione, utile per la qualificazione, ma come era successo nei 400hs si è spento sul rettilineo conclusivo. Risultato, quinto posto in 3:05.53 e finale sfumata, peccato perché il quartetto di Malaga (dove c’era Howe e mancava Licciardello) poteva ambire anche al record italiano, ormai troppo datato. Le note liete vengono invece dal quartetto veloce: Verdecchia, Anceschi, Donati e Scuderi hanno corso con molta autorità, finendo in semifinale alle spalle della sola Gran Bretagna che schierava Chambers, Campbell, Devonish e Lewis-Francis. Se a livello individuale non c’è confronto, come squadra l’Italia avrebbe anche potuto finire davanti ai britannici se il cambio finale non fosse stato un po’ lungo, un ottimo presupposto per la finale di domani. 38.84 il tempo degli azzurri, il secondo generale. A proposito d’ingressi in finale, da segnalare anche quello di Zhara Bani nel giavellotto: deludente nei primi due tentativi, l’italosomala ha piazzato nel terzo un 61,15 che le è valso addirittura la terza posizione, unica insieme alla ceka Spotakova (66,12) e alla tedesca Nerius (63,35) a superare la misura di qualificazione. Domani con lei, la 4x100, Gibilisco e Longo le emozioni non mancheranno (senza parlare della maratona…). Gabriele Gentili IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA CONCLUSIVA (fra parentesi gli italiani in gara) 12,10: Maratona maschile (Ottavio Andriani, Stefano Baldini, Danilo Goffi, Francesco Ingargiola, Giacomo Leone, Ruggero Pertile) 12,45: Salto con l'asta maschile (Giuseppe Gibilisco) 14,35: Lancio del giavellotto femminile (Zahra Bani) 14,50: Staffetta 4x100 femminile 15,10: 800 metri maschili (Andrea Longo) 15,15: Salto in lungo femminile 15,30: Staffetta 4x100 maschile (Italia) 15,55: 1500 metri femminili 16,15: Staffetta 4x400 femminile 16,40: 5000 metri maschili 17,10: Staffetta 4x400 maschile Nella foto: la russa Yelena Isinbayeva vincitrice nel salto con l'asta (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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