Golden Gala, la Di Martino illumina l'Olimpico



La notte dell'Olimpico, la notte di prestazioni superlative sull'asse USA-Giamaica nella velocità pura, la notte delle vittorie di Bekele, Robles, Thorkildsen e di tanti campioni all'altezza della loro fama planetaria, con ben sei migliori prestazioni mondiali stagionali, ma ancor più la notte azzurra di Antonietta Di Martino, vincitrice della gara di salto in alto nel tripudio del pubblico romano, accorso numeroso in una serata fresca e limpida come se ne sentiva la mancanza.  

Di Martino ancora 2.00, Vlasic battuta

L'azzurra si è imposta con la misura di due metri, già realizzata a Leiria nella versione riveduta e corretta della Coppa Europa, ed ha confermato lo stato di grazia sancito anche a Pescara con l'oro ai Giochi del Mediterraneo. Una sola macchia a 1,94 (sbavatura in ricaduta) cui sono seguite due eccellenti valicamenti alla medesima misura ed all'1.97 che le ha trasmesso ancor più sicurezza.  La rincorsa è sempre stata veloce, rotonda, grandi piedi e caviglie degne dei giorni migliori. Il primo assalto a due metri è stato fallito, ma ha lasciato intendere che la misura sarebbe arrivata di lì a poco. L'atleta campana ha superato la quota al tentativo successivo, mentre la croata Vlasic alzava bandiera bianca, seconda con 1.97, stessa cifra di Chaunte Howard. L'azzurra non batteva la Vlasic dall'Europeo indoor di Birmingham, datato due anni e mezzo fa, l'anno dell'argento mondiale di Osaka. 

100 uomini: Gay strepitoso in 9"77 

Antipasto batterie: c'è ancora il sole quando Tyson Gay calpesta la pista ingobbito per trenta metri per poi finalmente rilasciare il fluido della velocità lanciata: 9"95 per gradire. Il regolamento di conti tra lui e Asafa Powell afferma che Gay ha vinto solo nella finale mondiale di Osaka, per il resto (sei confronti diretti) Powell ha sempre avuto la meglio con distacchi dai 30 centimetri fino ai due metri.  Subito dopo il giamaicano suscita una impressione meno nervosa dell'americano, e controlla in scioltezza in 9"98, cedendo l'onore del punto a Daniel Bailey, antiguano sparring partner di Usain Bolt, che mette la perla del primato nazionale a 9"96. Powell festeggia la cinquantesima prestazione della carriera sotto i dieci secondi. 

In finale è tutt'altra storia: Gay ruba la partenza e l'intera scena ad Asafa. Lestissimo e perfetto nell'azione come nel grandioso debutto sui 200 di New York, ha resistito alla fase lanciata del giamaicano ed ha pure guadagnato qualcosa nel finale, attraversando il traguardo come il turbine ammirato due anni fa a Osaka. Anzi, meglio.  Il 9"77 sancito dal cronometraggio eguaglia il primato nazionale USA, e migliora in un sol colpo il mondiale stagionale e il primato del Golden Gala. Ora, a poco più di in mese dal mondiale di Berlino, sale la tensione per il ritorno a pieno regime di Gay, un fatto che potrebbe incrinare le certezze del primatista del mondo e campione olimpico Usain Bolt. Nessuno può dire cosa accadrà. Ma quella sfida sarà uno dei momenti topici dell'intera manifestazione mondiale e di un intero anno di atletica. 

Powell ha corso in un magnifico 9"88, ma riprendere nella fase lanciata un Gay di queste dimensioni era una missione impossibile. Al terzo posto il meno qualificato del lotto, il giovane giamaicano Yohan Blake, che dopo aver già migliorato il personale in batteria è esploso sotto i dieci secondi piombando sul traguardo in 9"96. Sotto i dieci scende ancora Bailey (9"97). Vento zero quattro, finalmente numeri pesanti e trascrivibili nelle statistiche dopo gli Tsunami dei Trials di tre settimane fa. Gli azzurri sono stati tutti eliminati nelle due batterie: Il migliore è stato Cerutti (10"27), poi Collio (10"29), Di Gregorio (10"37) e Riparelli (10"52).  

Isinbayeva mondiale stagionale: 4.85 

Yelena Isinbayeva è entrata in gara a 4.75. Una entrata esagerata nella qualità del valicamento ed anche la più alta misura d'ingresso mai registrata nella storia della specialità. Le è stato sufficiente un solo salto per vincere la gara. Incredibile. La russa cercava il primato per lanciare la stagione con un ventisettesimo record del mondo. Dopo aver superato i 4.85 alla seconda prova, ha commesso tre errori a 4.95, salutando l'Olimpico comunque applauditissima. Non è stata la serata per il record per la primatista italiana Anna Giordano Bruno, che ha incontrato difficoltà fin dalle misure di 4.00 e 4.26, superate con due prove.  

5000 uomini: la firma di Bekele 

La sfida tra Bekele e i kenyani è stata concepita dopo un passaggio di 7:48.91 al terzo chilometro, con Kiptoo a fare argine sull'etiope e Kisorio destinato al ruolo di uomo ombra. Bekele ha cambiato il passo a 250 metri dal traguardo e non ce n'è stato per nessuno. Al terzo successo consecutivo sui cinquemila nel volgere di poco tempo, ha anche migliorato il primato mondiale stagionale con 12:56.23. Dietro Bekele l'onda africana produce sei primati personali dalla seconda alla settima posizione, rinverdendo l'immensa tradizione di qualitàdi cui la distanza gode all'Olimpico. 

100 donne: la Stewart straripa in 10"75! 

La serata fantastica per la velocità ha conosciuto una pagina clamorosa anche nella finale femminile dei cento metri. Kerron Stewart è volata via letteralmente ai 50 metri mulinando un'azione irresistibile che non si vedeva da tempo, ed infliggendo una lezione di classe pura alla campionessa olimpica Fraser, la piccola connazionale giunta a Roma in forma scintillante. Il responso è stato inimmaginabile, un 10"75 che colloca la Stewart al quinto posto delle graduatorie di ogni epoca, a un solo centesimo dal record di Giamaica che Merlene Ottey firmò all'Arena di Milano nel 1996. USA a lezione dai Caraibi: la Jeter è quarta in 11"01, preceduta dalla Fraser (10"91) e dall'incredibile Sturrup, stella stagionata di Bahamas, che a quasi trentotto primavere torna sotto i dieci secondi con 10"99. 

Elisa Cusma seconda sugli 800

Il rettilineo che stava portando Elisa Cusma al successo nella tappa romana della ÅF Golden League si è trasformato in una piccola beffa. L'azzurra si è complicata la vita in due momenti distinti del secondo giro degli 800 metri, restando intruppata alla corda con effetti che parevano inesorabilmente negativi sull'esito della gara. Invece la Cusma all'ingresso in rettilineo ha sgomitato e di carattere ha lasciato sul posto le avversarie, finendo però raggiunta in extremis dall'americana Vessey, un nome decisamente inedito per questi livelli, che ha vinto col primato personale di 2:00.13. Un centesimo dietro c'è la Cusma. 

1500, fantastica Jamal 

Andatura della Varga, con la Jamal che sfrutta l'ottimo comportamento della magiara dell'Assindustria e conclude con un ultimo 400 spettacolare in 3:56.55, a poco margine dal primato nazionale del Bahrein (patria adottiva dopo l'abbandono della nativa Etiopia), stabilito a Rieti tre anni fa. Si tratta del mondiale stagionale ed in sintesi del miglior 1500 di stagione, con un fiorire di personal best, un primato nazionale (della slovena Roman), ed il record del Golden Gala. Sotto i quattro minuti anche l'americana Christin Wurth-Thomas e la russa Zbrozhek, rientrata questa settimana dopo una lunga assenza. 

110 ostacoli: Dayron Robles si è fatto scappare lo statunitense Faulk in avvio, ma gli sono bastati quattro ostacoli per agguantare l'avversario e fare il vuoto dietro di sé. Il cronometro ha sentenziato 13"17, quasi lo stesso timing di Losanna, ma la pista elvetica era un lago d'acqua mentre il tappeto dell'Olimpico era quello di un tavolo di biliardo. 100 ostacoli: vince l'olimpionica Harper in 12.55 a tre centesimi dal mondiale stagionale della canadese Lopes-Schliep, caduta in prossimità del traguardo. Solo quinta l'argento olimpico McLellan, a due metri abbondanti dalla Harper, un po' poco dopo la grandissima impressione suscitata nella gara di martedì scorso a Losanna. Cattaneo ultima in 13.30, lontana dalle aspettative.  

Clement batte Phillips 

Kerron Clement, campione del mondo dei 400 ostacoli, ha imparato la lezione infertagli a Losanna dallo spilungone Isa Phillips, giamaicano potente e dall'espressione addolcita dall'uso degli occhiali. Clement ha rischiato il recupero del caraibico passando male l'ultimo ostacolo, ma ha resistito sopravanzando Phillips di due centesimi, 48"09 contro 48"11.  

L'altro Phillips batte tutti 

Dwight Phillips è tornato da un mese e mezzo quello che dominò la scena mondiale con vittoria olimpica nel 2004 e mondiale l'anno dopo. Stasera al primo salto ha disegnato una traiettoria lunghissima dopo una battuta d'asse perfetta, planando a 8,61, misura che ha sconcertato gli avversari. Tra i tanti pretendenti a un posto al sole nella gara di stasera è emerso il migliore, Irving Saladino, secondo con 8.27 davanti all'australiano Lapierre (8.22), un altro saltatore da "hop" come Sebastian Bayer. Il tedesco è rimasto nella mediocrità con 7.67. 

Grenot e Romagnolo, niente primato 

L'occasione era ghiotta per Libania Grenot ed Elena Romagnolo. Una gara secca contro le più forti specialiste del mondo nelle rispettive gare, senza chances di vittoria ma con l'obiettivo del record italiano. La Grenot si è ben comportata fino ai 280 metri poi ha ceduto ed ha chiuso sul traguardo senza più lottare. Per lei settimo posto in 51"32. Nettissima l'affermazione di Sanya Richards in 49"46, deludente Allyson Felix, quinta in 50"94. Definitiva resurrezione della senegalese Thiam, che vinse il mondiale ad Edmonton nel 2001, terza con 50"71. 

La russa Galkina-Samitova ha fatto ciò che ha voluto nei tremila siepi femminili. Non ha mai ceduto l'avanguardia ed ha vinto con la decima prestazione assoluta di sempre, 9:11.58, miglior prestazione mondiale stagionale. Elena Romagnolo non ha avuto le energie per risalire le posizioni, come visto in altre brillanti occasioni delle scorse annate. Per la primatista d'Italia l'undicesimo posto in 9:42.59. La polacca Anna Jesien ha sorpreso la campionessa olimpica dei 400 ostacoli Walker e l'argento di Pechino Tosta, realizzando con 54"31 la miglior prestazione europea dell'anno. Seconda la Walker, terza la Tosta. Spenta Benedetta Ceccarelli, nona in 58"39. 

Le altre gare 

Mezzofondo veloce a firma kenyota: quel meraviglioso modello di "miler" a nome Asbel Kiprop è stato il protagonista del più bel 1500 metri dell'anno, la stessa luce vista nell'omologa gara femminile. Kiprop (3:31.20), il marocchino Laalou (3:31.56, transfuga dalla sua vecchia prateria degli 800), ed il ragazzino diciannovenne William Biwott Tanui (3:31.70), hanno tutti realizzato il primato personale. Per dare un'idea della qualità tecnica della corsa basta leggere l'ordine d'arrivo, con undici atleti sotto i 3:34.50!  

Il piccolo Alfred Kirwa Yego l'ha spuntata sugli 800 in 1:45.23, tempo non trascendentale ma la sua vittoria è stata chiara, con fuoriuscita determinante a settanta metri dal traguardo. Lukas Rifeser ha chiuso ottavo in 1:46.91. Sui 400 maschili si è imposto Christopher Brown, l'uomo di Bahamas che in assenza di Merritt e Wariner, dei quali fu l'ombra inseguitrice per tutta la scorsa stagione, ha vinto in 44"81. Bel rettilineo, come d'abitudine ma quest'anno con qualcosa di speciale, per l'irlandese Gillick (44"82). Andreas Thorkildsen ha vinto l'ennesimo duello con Tero Pitkämäki, ma è dovuto ricorrere al sesto lancio, un 87.46 che dista mezzo metro dal suo miglior lancio di stagione.

 

Marco Buccellato

 

Nella foto in alto, l'esultanza di Antonietta Di Martino. Nella foto in basso, i 100 metri con Tyson Gay e Asafa Powell (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Il sito del Golden Gala
- Le fotografie del Golden Gala / Photos



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