Giovani d'Europa crescono

17 Giugno 2017

Nuovi protagonisti nell’atletica continentale: l’azzurro Tortu, il norvegese Ingebrigtsen, lo svedese Duplantis. Ecco le loro recenti imprese e tante curiosità statistiche.

di Giorgio Cimbrico

L’Europa del presente - e del futuro assicurato - è riunita attorno a un gruppo di giovani, giovanissimi e adolescenti scaglionati, quanto a date di nascita, sul finire dei Novanta, 2000 compreso. Filippo Tortu, 15 giugno 1998, è la velocità; Jakob Ingebrigtsen, 19 settembre 2000, è il mezzofondo; Armand Duplantis, 10 novembre 1999, è i salti: un elegante italiano, un determinato norvegese, un esile svedese d’America. La buona linfa non si è esaurita, le sorgenti non si sono essiccate, la terribile concorrenza dal resto del mondo non ha invitato alla resa gli inventori dell’atletica moderna.

Sulla costa occidentale della Norvegia, a Sandnes, è nato Jakob: il più giovane del clan Ingebrigtsen, che conta sui fratelli Henrik e Filip ed è guidato da Gjert, padre e allenatore. Agli Europei di Amsterdam Filip ha vinto i 1500 e Henrik, già vicecampione a Zurigo 2014, è finito terzo, sfiorando poi podio e vittoria nel più tumultuoso arrivo dei 5000 che si ricordi: cinque uomini in un centesimo. Jakob aveva avuto la sua razione di applausi in uno dei templi del mezzofondo, Hayward Field a Eugene, quando era diventato il primo sedicenne a scendere sotto i 4 minuti nel miglio e ha fatto indigestione di battimani e di complimenti nella tappa Diamond League di Oslo quando ha estirpato altri due secondi netti chiudendo in 3:56.29. In questo momento è terzo nella lista di famiglia - Henrik, 26 anni, ha 3:50.72, Filip, 24 anni, 3:53.23 - ma il suo documento d’identità fa prevedere che possa conquistare la supremazia del trio finito sul manifesto dei Bislett Games: vestiti da Men in Black.

Di Armand “Mondo” Duplantis si è parlato tanto durante la stagione indoor, con supplemento speciale in quel 1° aprile in cui il ragazzino ha combinato lo scherzo di salire a 5,90. A Eugene, all’esordio contro i big, è stato bravo a 5,71 e poco fortunato a 5,81, finendo dietro Kendricks, Lavillenie e Lisek, il meglio attuale. Intervistato dalla tv della Iaaf ha dichiarato che vuole andare dove non è mai andato nessuno. Lo ha detto con normalità, senza guasconeria. E il cammino che ha compiuto, per il momento, conferma l’impegnativa intenzione. Sergey Bubka, il nume dei saltimbanchi dell’atletica, il primo a valicare la frontiera dei 6 metri, abita mezzo metro più in basso di Armand: il 1° settembre 1981, a Kiev, il giovane ucraino, già nelle mani demiurgiche di Vitaly Petrov, andò oltre 5,40: aveva 17 anni e 9 mesi. Diede prova di aver già assorbito le difficoltà dell’esercizio anche il tedesco, di radici africane, Raphael Holzdeppe che il 9 giugno 2007, a Potsdam, portò il record personale a 5,50: la data di nascita del saltatore di Kaiserslautern è il 28 settembre 1989. Duplantis è sopra di 40 centimetri. Il più vicino, ma comunque a 33 centimetri, è Shawnacy Barber, il rosso del New Mexico che gareggia per il Canada: 5,57 il 4 agosto 2012, a 18 anni e due mesi. In coda alla pattuglia, Renaud Lavillenie, l’acrobata francese che ha rubato le chiavi del regno allo zar Sergei volando a 6,16: a quell’età, 4,60, l’abisso di un metro e 30.

Di Tortu, in questo periodo, si è detto e si è scritto molto e così la scaramanzia prende a braccetto la fiducia di averlo presto a quell’efficienza che lo ha portato, in due settimane, all’accoppiata 10.15-20.34.



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