Gigliotti: "La strada per Osaka passa per Roma e T



Le grandi maratone sono alle porte ed è quindi il momento di fare il punto della situazione con il responsabile del settore Luciano Gigliotti, reduce da uno degli stages prestagionali a Riva degli Etruschi, dove ha ripreso il suo cammino verso Londra Stefano Baldini, reduce dall’influenza che l’ha bloccato per una decina di giorni: “La situazione prima di Modena era indubbiamente migliore, poi l’influenza lo ha un po’ debilitato. A Riva ha fatto un buon lavoro lungo che mi dice che il malanno non ha lasciato strascichi, però è un contrattempo che non ci voleva perché puntavamo a fare qualcosa di veramente molto buono a Londra e perdere 10 giorni non è mai una passeggiata, la continuità dell’allenamento è un fattore importante. Il programma di Stefano comunque non cambia, farà la 5 Mulini, poi trascorrerà un altro mese di allenamento in Namibia e al ritorno correrà la Stramilano come ultimo definitivo test verso Londra”. - Qual è il programma degli altri candidati per la maglia azzurra per Osaka? - A Roma vedremo il trio dei Carabinieri: Curzi, Di Cecco, Bennici insieme a Bourifa, poi l’altro appuntamento interessante per Osaka sarà Torino dove correranno Goffi, Caimmi, Ruggiero che è in bella ripresa in quanto è finalmente riuscito ad allenarsi con continuità. Per quanto riguarda gli altri, Giacomo Leone sarà a Trieste e Ottavio Andriani a Padova. E’ ancora da decidere invece dove andrà Pertile perché ha diverse soluzioni in ballo, anche se la più probabile parla di Parigi. Purtroppo è fermo Ingargiola, che speriamo comunque di recuperare perché a Goteborg aveva dimostrato di essere un maratoneta di primo livello. La situazione generale è comunque incoraggiante, sono contento soprattutto della serenità di Caimmi, si è visto a Modena che sta attraversando un momento positivo. - Questi sono maratoneti affermati. Sappiamo però di altri che vogliono tentare l’avventura, come Mazza o De Nard… - Mazza è venuto in Namibia ma è stato fermo 21 giorni per una fascite, dalla quale non riesce a venir fuori. A questo punto il suo progetto maratona è procrastinato, purtroppo questo ragazzo è sempre alle prese con problemi fisici. De Nard arriva tardi alla maratona come altri della sua generazione: ad esempio l’ucraino Lebid mi ha chiesto di seguirlo per tentare l’avventura, verrà ad allenarsi in Namibia con Matviychuk e a Londra farà la lepre fino al 25. o 30. km, ma dopo una lunga carriera in pista è difficile fare il salto. Uno che ha corso in pista per tutta la sua carriera fa fatica a trasformare la macchina a livello metabolico, non ci sono riusciti Panetta e Cova… - D’altronde la politica tecnica è che i giovani facciano prima le loro esperienze in pista, vero? - Certamente, ma quando si arriva a 25-26 anni non bisogna porre tempo in mezzo se si pensa di trovare in maratona quelle possibilità che la pista non può dare. In Italia abbiamo ora due ottimi atleti come Lalli e Meucci che mi sembrano molto portati per la maratona e che per adesso devono, sottolineo questa parola, lavorare e progredire in pista, ma quando passeranno due-tre anni dovranno affrontare la scelta. A tal proposito mi dà fiducia il fatto che vedo tanti ragazzi validi nelle nuove generazioni sui quali i tecnici del mezzofondo stanno lavorando molto bene. Finalmente la scuola italiana del settore si è rimessa in moto. - In campo femminile qual è la situazione? - Per le ragazze siamo messi un pochino peggio. A Osaka non avremo la Genovese e difficilmente potremo contare sulla Console. Spero nel recupero della Incerti e della Toniolo che in questo periodo non sta andando assolutamente forte e che deve ancora decidere quale maratona fare in aprile, mentre la Incerti dovrebbe optare per una maratona importante all’estero. La Volpato dovrebbe fare Parigi, a Roma vedremo Iozzia, Mancini e la Sicari. Dobbiamo decidere se schierare la squadra ad Osaka: per ora abbiamo tre atlete, se ne troviamo una quarta che corre in 2h32 si può andare, altrimenti dovremo optare per partecipazioni individuali. La Marconi ormai si allena per 5 e 10 mila metri, con quei carichi non si può pensare alla maratona, infatti ogni volta che tenta cede nella seconda parte. Il problema è che in campo femminile abbiamo sì un gruppo collaudato più giovane di quello maschile, ma a livello giovanile siamo maggiormente sguarniti. Delle nuove atlete mi piacciono Desco e Dossena: vedremo se vorranno tentare con giudizio. Gabriele Gentili Nella foto: il gruppo dei maratoneti azzurri vincitori in Coppa Europa a Goteborg 2006 (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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