Genovese: "Il futuro della maratona nasce da qui"



A fine maratona il primo commento, quando le ragazze azzurre si sono guardate negli occhi, è stato “Le abbiamo stracciate” riferito alla Russia favorita della Coppa Europa. Questo ha lenito anche quel pizzico di delusione che allignava nell’animo di Bruna Genovese che alla vigilia ambiva a ben altro risultato in chiave individuale: “Non è andata come volevo per una serie di motivi. Non spingevo con i piedi perché la strada era bagnata e si scivolava. Il risultato è che a fine gara ho un gran dolore agli archi plantari tanto che faccio fatica a camminare. Il problema è stato poi che i primi 20 km sono stati disastrosi, troppo lenti, tutte insieme col rischio di farsi male e la caduta della Console lo dimostra. Io volevo più selezione. Non è stata una maratona semplice, comunque il risultato di squadra è un segnale di speranza per il futuro”. Le note più liete sono venute dalle più giovani, come Deborah Toniolo: “Anche per me la partenza lenta è stata un problema, correre in gruppo è difficile, ci si toccava di continuo. Ho avuto la mia crisi intorno al 30. km, pensavo a quel punto che fosse finita ma poi pensando alla squadra ho tenuto. E’ stata una bellissima esperienza”. Ancora più contenta Anna Incerti, alla sua seconda esperienza sulla distanza dei 42,195 km: “Non potevo davvero sperare di meglio, non mi sono risparmiata neanche un metro. La mia crisi è arrivata al 35. km ma ho tenuto, e sono convinta che con un po’ di esperienza in più posso fare molto meglio”. Come la Toniolo, anche Giovanna Volpato con la sua prestazione ha dimostrato che il risultato della Treviso Marathon, quando le due atlete erano scese abbondantemente sotto le 2h30 non era stato casuale: “E’ il mio secondo Europeo ed è andato ancora meglio di quello di quattro anni fa, questa volta è arrivato il risultato di squadra, il più bello possibile. Sono contenta anche per il tempo finale visto che il percorso era davvero molto difficile”. Unica a finire nelle posizioni di retroguardia è stata la campionessa d’Italia Marcella Mancini, ma la spiegazione c’è: “Anch’io nella prima parte di gara sono caduta prendendo una brutta botta al ginocchio. Ho voluto tirare avanti per spirito di squadra, chiudendo sopra le 2h40 tempo che non rispecchia assolutamente il mio valore. Peccato, ma quel che hanno fatto le mie compagne mi addolcisce il dolore”. g.g. Nella foto piccola: Bruna Genovese. Nella foto grande: Anna Incerti (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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