Gandellini-Rigaudo, uno-due della marcia azzurra



Secondo successo in due tappe del Challenge mondiale della marcia per Elisa Rigaudo. L'azzurra, reduce dalla vittoria messicana di Tijuana (chiusa a ritmo di primato personale, in 1h28:50), si è imposta oggi nella seconda tappa di Rio Maior, in Portogallo, tagliando per prima il traguardo dei 20 km in 1h29:58. Battute avversarie di buon nome: seconda piazza per la romena Cimpean, terza per l'australiana Seville, quarta per la spagnola Vasco. Settima Elisabetta Perrone, che ha chiuso in 1h33:12. La gara, condotta su un percorso piuttosto impegnativo (diversi saliscendi, e ben 3 boe su 2 chilometri), ha visto la Rigaudo sempre protagonista. La decisione, intorno al quattordicesimo chilometro, quando la piemontese ha staccato la romena Cimpean, giunta poi al tragurdo con una trentina di secondi di ritardo. "Sono felice, ma non mi monto certo la testa - il commento della Rigaudo, cuneese, 24 anni da compiere in maggio, allenata da Sandro Damilano - devo ancora fare molta strada, non mi sento per niente arrivata. Il mio obiettivo è conquistare una maglia azzurra per l'Olimpiade: la selezione sarà alla Coppa del Mondo di Naumburg (Germania, 1-2 maggio), ma chissà, con queste due vittorie forse un pezzetto di quella maglia me la sono già conquistata...Io ci spero". Le avversarie battute tra Messico e Portogallo sono importanti, ma non sono tutte quelle dalle quali guardarsi: "No, mancano soprattutto le russe. Una come la Nikolayeva, per esempio, che è di un altro pianeta; io sono una normale...Le cinesi? Mah, vedremo, perché in effetti, in questi ultimi anni, non sono mai state molto regolari, quindi non so se considerarle o no". Sorrisi azzurri anche in campo maschile: la prova sui 20 chilometri è stata vinta da Alessandro Gandellini, in 1h22:48. Al di la del riscontro cronometrico, in verità non particolarmente significativo, piace salutare il ritorno al successo internazionale di un azzurro, fatto non più molto frequente nel dopo-Damilano, raro nell'ultimo quinquennio. Il risultato dell'ottimo Gandellini fa il paio con quello, cronometricamente probante, centrato da Ivano Brugnetti a Tijuana (terzo posto alle spalle di Perez e Korzeniowski, in 1h19:42). Per entrambi (forse soprattutto per Brugnetti, il campione del Mondo di Siviglia), seguiti dal bravo Antonio La Torre, sembra arrivato il momento della riscossa.


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