Firenze conferma per Ottavia Cestonaro

30 Settembre 2012

La triplista vicentina conquista l'ennesimo tricolore giovanile con un salto da 13.22, a 10 centimetri dal suo primato italiano allieve.

di FIDAL

di Raul Leoni

Ci pensa la plurititolata vicentina Ottavia Cestonaro ad accendere la seconda giornata dei Tricolori allievi di Firenze, piazzando nel triplo un 13.22 (+1.4) che arriva a soli 10 centimetri dal suo primato italiano. In pratica sui limiti che le avevano consentito di accedere alla finale mondiale juniores in luglio a Barcellona. Continua la saga della famiglia Lorenzi sul giro di pista, dopo le imprese di Marco – oro con la staffetta azzurra agli Eurojuniores di Tallinn 2011 – arriva il fratello Nicola, che domina i 400hs con 53”11, gran tempo che sarebbe stato ancora migliore se il ragazzo trentino non avesse esagerato nell’esultanza ben prima del traguardo. Nella omologa finale allieve, la nigeriana di Parma “Ayo” Folorunso – in attesa di cittadinanza – travolge la concorrenza con 60”79, tempo eccellente per una ragazza al primo anno di categoria. Bel duello sulla pedana dell’alto, tra due ragazze con sangue africano: decide quota 1.75 ed un errore in meno per la romana di Marino Erika Furlani sulla friulana di famiglia nigeriana Eleonora Omoregie. Nella velocità la veronese Johanelis Herrera fa doppietta vincendo anche i 100 dopo i 200 di ieri, mentre il re dello sprint al maschile è il virtussino bolognese Marco Gianantoni. Grandi duelli nel giro di pista, dove i titoli vanno a Ylenia Vitale (55”62) e ad Andrea Felotti (49”20). Sui 3000 metri si rivede, dopo una stagione difficile, l’etiope adottato in Trentino Yemaneberhan Crippa (8’42”63 dominando in solitario).

LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA

ALLIEVI

Giavellotto AM (finale): La prima serie offre già una misura apprezzabile grazie al 52.03 del pistoiese Alessandro Chen, ma la lista stagionale dice che il titolo si assegnerà probabilmente con gittate oltre i 60 metri: e già nel turno iniziale vola a 60.53 (PB di quasi un metro) il giavellotto del campano Roberto Orlando. E non finisce qui, perché il ragazzo di Battipaglia allenato da Elia Cannalonga arriva ancora più lontano, fino al 61.61 che spegne le ambizioni del maceratese Emanuele Salvucci (lo ricordiamo già tricolore da cadetto a Cles 2010). Dopo il 3° posto della sorprendente martellista Tantillo, ieri sera, un altro podio per la vivace scuola lanci della Chivassesi con Diego Ottaviani..

100m AM (batterie): Come sui 200 di ieri, sono tanti sui blocchi: addirittura sette le batterie in programma, passa solo il primo di ciascuna e ci sarà posto per un ripescaggio. Bisogna correre, e tanto: con l’aggravante di un rettilineo poco reattivo, come già denunciato dal turno femminile. Nessuno riesce a scendere sotto gli 11”00, che poi è quanto ottenuto da un peperino pugliese di Acquaviva delle Fonti, Luca Antonio Cassano (“solo “Luca” per gli amici). In grande progresso (11”04) Abdulsamet Badur (nomignolo “Badu” o “Abdul”), un ragazzo turco arrivato nel 2005 a Borgomaro, 15 km da Imperia, con la numerosa famiglia – 6 fratelli – al seguito del papà Sabit: il quale però aspira a tornare in Patria. Poi la pole allinea la rivelazione delle indoor (terzo ad Ancona sui 60m) Marco Gianantoni, bolognese della Virtus Emilsider che segna 11”07 in prima batteria. Si riscatta dalla parziale delusione dei 200m il colosso di Brescia Levi (Roche) Mandji, papà camerunense e mamma ivoriana che è in Italia da 20 anni e ha già chiesto la cittadinanza.   

400hs AM (finale): Torna alla vittoria nei Tricolori giovanili la famiglia Lorenzi: dopo il campione europeo juniores della staffetta, Marco, è la volta di Nicola a svettare nel giro di pista, ma con barriere. Impresa tutt’altro che banale, vista la concorrenza: il trentino seguito dall’ex azzurro Walter Groff si prende la rivincita della finale cadetti di Cles 2010 sul bergamasco Luca Cacopardo, finora capolista stagionale, tornato in settimana da Miami dove ha ottenuto una borsa di studio e tornerà poi fino a giugno. Lorenzi chiude in 53”11, ma avrebbe potuto facilmente inserirsi nella top-10 di sempre se non avesse esagerato nell’esultanza ben prima del traguardo. Carattere da disciplinare, anche se la gioia talvolta detta legge. Un grande prospetto lo segue sul podio, quel Giuseppe Biondo che lo scorso anno dominò i 300hs cadetti: 53”69 è un gran bel risultato per il palermitano cresciuto atleticamente allo Stadio delle Palme.

800m AM (finale): Decisamente i numeri ci sono, perché le serie in programma sono ben cinque: sotto il profilo strettamente tecnico, si comincia a fare sul serio soprattutto con la terza, vinta con buon progresso dal potentino Luca Placanico (1’57”42). Poi ci si mette di buzzo buono il siciliano Giovanni Arena a rendere dura la vita alla serie dei più accreditati, vincendo la penultima in 1’56”58 : insomma, Guido Lodetti e soci non possono assolutamente addormentarsi su ritmi banali. In realtà il passaggio in 58”76 non sembra mettere le cose a posto, poi a 300 metri parte il palermitano Salvatore Lauricella, uno dei migliori in stagione:il rettilineo finale è in salita per tutti, salvo per il bellunese Enrico Riccobon che replica un po’ a sorpresa la maglia tricolore conquistata sui 1000m cadetti a Cles 2010. Non si può dire che il ragazzo nato a Bolzano, ex calciatore fino a giugno 2010 nelle giovanili del Belluno, difetti di carica agonistica. Lodetti ancora battuto, come ieri nei 1500 metri, nonostante le notevolissime credenziali cronometriche.

110hs AM (batterie): La finale del pomeriggio, a giudicare dalle batterie, dovrebbe essere tutt’altro che scontata: è vero che il leader stagionale Alessandro Faragona (14”12/+0.2) è sempre un passo avanti agli altri, ma il romagnolo non può certo addormentarsi sugli allori passati. Esibizioni convincenti da parte dell’albanese della Malignani Xhonaldo Shtylla (14”26/+1.2) e anche del monzese Luca De Maestri (14”20/+1.2). Ma anche la categoria degli outsider, con il reatino Francesco Proietti in testa, è piuttosto folta.

Martello AM (finale): Il precoce abbandono del livornese Francesco Neri, miglior specialista dell’anno passato al rugby in primavera, lascia spazio a molti pretendenti: ma, purtroppo, il livello tecnico della competizione ne risulta abbastanza condizionato. Onore al merito per il vicentino Marco Piva, che si migliora nettamente al 4° turno con 61.01 per vincere la sua prima maglia tricolore: sono suoi gli unici lanci oltre i 60 metri e – onestamente – la specialità ci aveva abituati a qualcosa di meglio. Basti dire che il primatista cadetti Tiziano Di Blasio, classe ’97, ha lanciato quest’anno l’attrezzo degli allievi intorno ai 65 metri con un tentativo estemporaneo.

100m AM (finale): La tensione si taglia col coltello e c’è buon senso nella decisione di non punire con una squalifica lo sbilanciamento sui blocchi di Levi Mandji: poi si parte e succede che il bolognese Marco Gianantoni trovi al posto della sua corsia una specie di tapis roulant, che lo fa volare verso la vittoria (10”92, unico sotto gli 11”00). Bravissimo il virtussino, che deteneva comunque il miglior crono 2012 con 10”85 e aveva dimostrato grandi doti di partente nella stagione indoor: qui mette in mostra anche un allungo in progressione che fa la differenza. Alle sue spalle conferma la sua bella giornata il turco di Imperia “Abdul” Badur, mentre le ambizioni di doppietta da parte di Pietro Pivotto (tricolore ieri sui 200m) vengono vanificate dal 3° posto. Fuori dal podio il barese di Acquaviva Luca Cassano, meno brillante che in mattinata: dove, detto per inciso, era stato sfortunato il portacolori dell’Assindustria Farias Zin, padovano di origini haitiane (adottato a 9 anni), che era rimasto fuori dalla finale dei migliori pur segnando 11”12 e oggi pomeriggio fa ancora meglio (11”04, come Badur, per vincere la finale “B”).

400m AM (finale): Qui si misura il peso specifico di un’intera categoria, perché la stagione dei protagonisti è stata di quelle da ricordare.

A questo punto, però, serve anche raschiare il fondo delle energie residue e non tutti ci riescono: salva il trono Andrea Felotti, anche se con una prestazione un po’ pesante sotto il profilo cronometrico (49”20). Qui serve anche la grinta e la capacità di soffrire, perché l’attacco finale del romeno Yannis Nicula – abbiamo raccontato ieri in sommario la sua storia – non è certo facile da rintuzzare. Il merito di questi ragazzi è di metterci anche quello che non hanno, tanto che in sei riescono ancora ad andare sotto i 50”: e tre di questi sono classe ’96. Non è poco.

110hs AM (finale): Pronostico rispettato in pieno, come se le gerarchie stagionali fossero scritte sul marmo: il romagnolo Faragona, già protagonista tra i cadetti a Cles 2010, abbassa il personale da 14”07 a 13”79 e nelle liste all time della categoria gli resistono davanti solo i nomi di Perini. Howe e Mach di Palmstein. Ossia, il meglio di sempre.

Triplo AM (finale): Tutti gli otto finalisti vanno oltre i 14 metri e il dato non è banale per la categoria: peccato che poi si fallisca ancora una volta l’assalto al muro dei 15 metri che segna un po’ l’eccellenza per questa fascia di età anche come valenza internazionale. Quello che ci va più vicino è Samuele Cerro, cresciuto nella provincia di Frosinone come il medagliato olimpico Fabrizio Donato: il ciociaro, tricolore cadetti già a Cles 2010, è aiutato anche da una struttura fisica di prim’ordine. Molto competitivi, a livello di nuovi personali, il piacentino Filippo Cravedi (campione indoor in carica, allenato da Piero Masarati come il bronzo mondiale del lungo allievi Stefano Braga) e il fratello d’arte Nicola Chiari, arrivato in pedana sulla scia del plurititolato giovanile Andrea e sempre sotto la guida del bergamasco Giuliano Carobbio.

3000m AM (finale): La prima serie va in archivio con un tempo superiore ai 9 minuti (9’00”34 del tedesco di Gavirate Philip Lonmon) e quindi i migliori iscritti possono regolarsi sul miglior modo di non rischiare il suicidio tattico: evitando quanto riuscì in passato a livello assoluto in occasione di una rassegna tricolore indoor, dove la beffa andò puntualmente in scena. Fatto sta che dopo una stagione in ombra, l’atmosfera tricolore mette le ali ai piedi di Yemaneberhan Crippa, l’etiope adottato in Trentino che aveva monopolizzato il settore nella categoria cadetti: corsa solitaria a partire dal passaggio a metà gara, quando cede l’abruzzese Giulio Perpetuo (che era stato secondo nei 2000m cadetti, proprio alle spalle di Crippa, a Jesolo 2011). Senza forzare più di tanto nella parte finale, per la “Mano destra di Dio” (il significato del suo nome in copto) arriva anche il personale a 8’42”63: con 10” di distacco l’azzurro della corsa in montagna Nadir Cavagna.  

Asta AM (finale): Intanto una correzione ai dati della presentazione su queste pagine, perché Luigi Robert Colella – studente alla Westlake High School in California – proprio nella stagione americana aveva stabilito la miglior prestazione stagionale con 4.80 (due volte in maggio, a Walnut il 19 e a Norwalk il 25). In ogni caso il portacolori del Cus Foggia è assente e quindi la leadership della specialità passa sulle spalle del lombardo Stefano Vianello (4.55). L’esito, però, è relativamente sorprendente: anche se la tempra agonistica di Luca Casavecchia era già nota. La scuola umbra della specialità colpisce ancora, cosa non così rara soprattutto a livello giovanile.

4x400m AM (finale): Quella della Virtus Acireale è una piccola, grande impresa: non è cosa da poco mettere insieme un bel quartetto come questo, con atleti che già si sono misurati con onore nelle prove individuali e ancora danno tutto nell'ultima fatica della spedizione fiorentina contro avversari di grande tradizione. Il tempo finale ha una certa consistenza tecnica, scendere sotto i 3'23" vuol dire una media da 50"7: con Sardo e Lucibello, da elogiare il contributo di Giovanni Arena e Giuseppe Leonardi, che già si erano messi in mostra negli 800 e nei 400 rispettivamente.

ALLIEVE

100m AF (batterie): Quattro batterie e solo la vincitrice di ciascuna passa direttamente in finale: la prima sorpresa è l’uscita di scena della romagnola Caterina Bagli, che lo scorso anno era salita sul podio. Poi un duello al veleno tra tre possibili favorite: Johanelis Herrera – che tenta la doppietta dopo aver vinto ieri i 200m – l’altra veneta Martina Favaretto e la debuttante nella categoria Chiara Rollini (seconda sugli 80m cadette 2011), che mette tutte d’accordo. Tra l’altro la pista è piuttosto lenta e i tempi di recupero sono una specie di lotteria: tanto che il crono migliore in assoluto è della rivelazione di ieri, Micaela Moroni, che però cifra solo 12”55 (la perugina di Francia, nata in Guinea, a luglio aveva stabilito il personale sulle piste transalpine con 12”21 e 11”7 manuale). Classifica cortissima, l’ultimo ripescaggio della finale è un 12”63.

Peso AF (finale): Il peso è da 3kg, ma le misure francamente non bucano lo schermo: bisogna attendere il quinto turno di lanci per vedere oltre i 14 metri la varesina Ilaria Mezzalira, già campionessa italiana cadetti 2010 e allieve indoor quest’inverno. La ragazza seguita da Bruno Pinzin, con un debole per le prove multiple, continua a ottenere i migliori successi in carriera proprio dalla specialità meno amata. Le altre ce la mettono tutta, cadono diversi personali, ma il livello deve crescere per pareggiare le misure in lista con l’attrezzo da 4kg.

400hs AF (finale): Una finale spettacolare come si aspettava e anche drammatica la sua parte: Irene Morelli e Ayomide Folorunso si danno battaglia dalla prima barriera, relegando la campionessa uscente Giulia Crivello e le altre al ruolo di comprimarie. Poi la lombarda esce in testa dall’ultima curva e sembra aver partita vinta: il dramma sportivo si consuma sull’ultima barriera, incocciata quanto basta per far rischiare alla leader provvisoria una rovinosa caduta. E così è la nigeriana di Parma “Ayo” Folorunso (cittadinanza richiesta lo scorso anno dalla mamma), un gran prospetto che aveva già dimostrato una grande condizione scendendo a 60”68 nella recente finale dei Societari: qui sfiora quel risultato, 60”79, e anche la Morelli, nonostante l’incidente sul rettilineo arriva molto vicina al suo tempo migliore.

Triplo AF (finale): Con una gamba malconcia per l’incidente sugli ostacoli rimediato nella finale di Societari, Ottavia Cestonaro non ha alcuna intenzione di limitarsi al “minimo sindacale”, anzi al 4° turno piazza un 13.22 che arriva a soli 10 centimetri dal suo primato italiano di categoria, sui livelli che le avevano spalancato le porte della finale mondiale juniores a Barcellona in luglio. Livello complessivo di una certa dignità, anche se manca il pepe degli storici duelli delle stagioni passate con Francesca Lanciano: in gran progresso la semi-novità Silvia La Tella, varesina di Arcisate che si allena in un impianto della sua cittadina con anello da 200 metri e pedane nei limiti dell’accettabile.  

800m AF (finale): La favoritissima Eleonora Vandi, arrivata fresca alla categoria da un annoso dominio tra le cadette, non è data in perfette condizioni: ma la condotta tattica, passaggio alla campana sul piede di 1’10”, contribuisce a non metterla in difficoltà. La chiusura negli ultimi 200 metri, grazie alle lunghe leve della pesarese, è imperiosa: solo piazzate le protagoniste dei 1500 metri di ieri, Giulia Aprile e Isabella Papa.

100hs AF (batterie): Questo 1° turno si articola in quattro batterie, con passaggio diretto per le vincitrici e recupero dei migliori quattro tempi: in pista anche due atlete che già hanno conquistato maglie tricolori al Ridolfi, Giulia Sportoletti (lungo) e Ottavia Cestonaro (triplo), mentre rinuncia sui blocchi Lucia Zotti (campionessa dell’asta).

Ne esce una situazione molto fluida, nella quale il crono migliore è quello della piacentina Camilla Papa, classe ’96 (nata a Civitavecchia e poi vissuta, al seguito della famiglia, anche e a Londra e Bruxelles), che arriva nei pressi del suo personale (14”40 contro 14”33: ma avrebbe avuto velleità anche nei 400hs).  

Alto AF (finale): Contesto molto diverso da quello al quale eravamo abituati negli anni recenti dell’era-Trost: ora si combatte gomito a gomito per la vittoria, anche se la selezione decisiva arriva già alla quota di 1.71, dove cade Federica Marmondi e restano in pedana solo Erika Furlani e la friulana Eleonora Omoregie, entrambe classe ’96 e curiosamente entrambe con sangue africano nelle vene. Senza errori fino alla prima prova sull’1.77, la doppia figlia d’arte Furlani (papà Marcello, ex azzurro della specialità, e mamma Kathy Seck, già velocista) assiste con un po’ di apprensione al terzo tentativo su quella quota della rivale nigeriana, che fallisce di pochissimo. E’ lì che si chiude lo spettacolare duello: ma c’è da creder che questa rivalità continuerà e potrà far crescere entrambe, anche in azzurro. Almeno quando Eleonora – che è nata a Mirano e vive a Mereto di Tomba – otterrà quella cittadinanza italiana che i genitori hanno chiesto fin dal 2009.

100m AF (finale): L’anteprima, con la finale “B”, offre il parziale riscatto di Caterina Bagli, prima in 12”55 davanti alla campionessa dei 60m indoor Arianna Bettin: in pratica il contentino per le deluse della mattinata. Poi la doppietta di Johanelis Herrera (12”41 abbastanza modesto), forse più sofferta di quanto si potesse immaginare perché la stagione è stata lunga e le ragazze arrivano un po’ in debito di condizione all’appuntamento più atteso: soprattutto l’antagonista dei 200 di ieri, Micaela Moroni, che molla agli 80 metri e così lascia un posto sul podio alla rivelazione Eleonora Cadetto e all’argento degli 80m cadette di Jesolo 2011, Chiara Rollini.

400m AF (finale): Solita zazzera fulva e corredo di “piercing”, Lucia Pasqaule sembra pronta a divorarsi la pista del Ridolfi: troppa foga, il pasto diventa indigesto sul rettilineo, quando la corsia si fa in salita ed invece esce fuori una più morigerata Ylenia Vitale. Dopo un anno tribolato, la ragazza friulana si riprende la leadership della specialità con un mirabile spunto finale. Sul podio la torinese Maria Pia Baudena, che ieri aveva aiutato il quartetto veloce biancorosso a segnare una pregevole prestazione nella vittoriosa 4x100 metri.

100hs AF (finale): Si era visto in mattinata che l’esito della finale sarebbe stato contrastato: Virginia Morassutti non era certo nella condizione della stagione indoor e delle prime uscite all’aperto. Esce così dal gruppo di una strettissima incollatura – verificata solo al photofinish – la piacentina Camilla Papa, della quale avevamo parlato in occasione delle batterie. In 1/100 c’è tutto il podio, completato da una stanchissima (comprensibilmente …) Ottavia Cestonaro.

3000m AF (finale): Molto più emozionante ed incerta della omologa prova maschile, grazie al duello all’arma bianca tra la sarda Alice Cocco e l’altoatesina Anna Stefani: due ragazze minute, ma animate da una grandissima grinta agonistica. La vincitrice è attiva ad Alà dei Sardi, trascinata all’atletica dal papà Antonio (ex mezzofondista) e dalla passione indotta dal tradizionale cross internazionale che si disputa nella cittadina ora in provincia di Olbia-Tempio: Alice ha vinto tutti quelli disputati, nella sua categoria. Invece Anna Stefani si allena con Ruggero Grassi nell’attivissimo gruppo di Vipiteno: adora la pista, sopporta il cross e non degna di uno sguardo la corsa in montagna, così popolare dalle sue parti. Forse è meglio così, visti i risultati.  

4x400m AF (finale): La vittoria della Pro Patria di Busto Arsizio resterà nella storia, non tanto per il riscontro tecnico - superiore ai 4 minuti - quanto per la formazione del quartetto lombardo: dopo il lancio di Camilla Colombo, si passano il testimone tre gemelle quali Serena, Virginia e Alexandra Troiani, le quali hanno già partecipato con alterna fortuna alle prove individuali del giro di pista, con e senza barriere.

Disco AF (finale): purtroppo la gara del secondo gruppo, quello che comprende la primatista italiana Mariantonietta Basile, entra nel vivo quando la pioggia si fa sentire sulla predana del Ridolfi: e così il dato tecnico dell'atleta campana (già protagonista ieri della finale del martello) è un po' inferiore allo sperato. Alle spalle dell'abruzzese Marika Santoferrara, già sul podio tra le cadette, spunta Carmela Guaglione, finora più nota come pesista e portacolori della Enterprise di Benevento come la vincitrice. 

I PODI DELLA SECONDA GIORNATA

ALLIEVI

100m: (+0.6) 1.Marco Gianantoni (Virtus Emilsider) 10”92, 2.Abdulsamet Badur (Mautina Olio Carli) 11”04, 3.Pietro Pivotto (Atl. Rodengo Saiano) 11”05

400m: 1.Andrea Felotti (Atl. Cairatese) 49”20, 2.Yannis Nicula (Lib. Cernuschese) 49”32, 3.Emanuele Grossi (E.Servizi Futura Roma) 49”46

800m: 1.Enrico Riccobon (Athletic Club Belluno) 1’55”85, 2.Guido Lodetti (Atl. Bergamo 59 Creberg) 1’56”04, 3.Jacopo Peron (Pol. Gavirate) 1’56”27

3000m: 1.Yemaneberhan Crippa (GS Valsugana) 8’42”63, 2.Nadir Cavagna (Atl. Valle Brembana) 8’52”23, 3.Michele Ninivaggi (Giovani Atleti Bari) 8’52”61

110hs: (0.0) 1.Alessandro Faragona (Riccione ’62) 13”79, 2.Luca De Maestri (Atl. Monza) 14”13, 3.Xhonasldo Shtylla (Udinese Malignani) 14”21

400hs: 1.Nicola Lorenzi (GS Valsugana) 53”11, 2.Giuseppe Biondo (Cus Palermo) 53”69, 3.Luca Cacopardo (Atl. Estrada) 54”77

Asta: 1.Luca Casavecchia (Atl. Spoleto) 4.40, 2.Stefano Vianello (Atl. Monza) 4.30, 3.Davide Girardi (Osa Saronno Lib.) 4.30

Triplo: 1.Samuele Cerro (Stud. Pontecorvo) 14.94 (-0.1), 2.Filippo Cravedi (Atl. Piacenza) 14.62 (-0.4), 3.Nicola Chiari (Atl. Saletti) 14.56 (-0.4)

Martello: 1.Marco Piva (Atl. Vicentina) 61.01, 2.Marco Cozzoli (Campidoglio Palatino) 59.54, 3.Matttia Bissioni (Atl. Imola Sacmi Avis) 58.90

Giavellotto: 1.Roberto Orlando (Ideatl. Aurora) 61.61, 2.Emanuele Salvucci (Avis Macerata) 61.44, 3.Diego Ottaviani (GS Chivassesi) 59.56

4x400m: 1.Virtus Acireale (A.Sardo, G.Arena, V.Lucibello, G.Leonardi) 3'22"66, 2.Atl. Vicentina 3'23"99, 3.Stud. Cariri 3'25"23

ALLIEVE

100m: (+0.5) 1.Johanelis Herrera (Fondazione Bentegodi) 12”41, 2.Eleonora Cadetto (Atl. Triangolo Lariano) 12”46, 3.Chiara Rollini (Libertas Oleggio) 12”49

400m: 1.Ylenia Vitale (Lib. Friul Palmanova) 55”62, 2.Lucia Pasquale (AS Olimpia Club) 55”73, 3.Maria Pia Baudena (Sisport Fiat) 57”23

800m: 1.Eleonora Vandi (Avis Macerata) 2’15”60, 2.Giulia Aprile (Atl. Firenze Marathon) 2’16”55, 3.Isabel Mattuzzi (US Quercia Trentingrana) 2’17"18

3000m: 1.Alice Cocco (Cus Sassari) 10’07”69, 2.Anna Stefani (SV Sterzing VB) 10’09”61, 3.Maria Cristina Roscalla (Cus Pavia) 10’16”93

100hs: (+1.1) 1.Camilla Papa (Atl. Piacenza) 14”21, 2.Virginia Morassutti (Assind. Padova) 14”22, 3.Ottavia Cestonaro (Atl. Vicentina) 14”22

400hs: 1.Ayomide Folorunso (Cus Parma) 60”79, 2.Irene Morelli (Osa Saronno Lib.) 61”46, 3.Giulia Crivello (Novatletica Chieri) 64”02

Alto: 1.Erika Furlani (Stud. Cariri) 1.75, 2.Eleonora Omoregie (Udinese Malignani) 1.75, 3.Federica Marmondi (Ilpra Atl. Vigevano) 1.69

Triplo: 1.Ottavia Cestonaro (Atl. Vicentina) 13.22 (+1.4), 2.Silvia La Tella (GS Miotti Arcisate) 12.49 (+1.2), 3.Federica Roberto (Atl. Cinque Cerchi) 12.23 (-0.3)

Peso: 1.Ilaria Mezzalira (N. Atl. Varese) 14.38, 2.Giada Gregoletto (GS Zegna) 13.68, 3.Claudia Bertoletti (Stud. Cariri) 13.67

Disco: 1.Mariantonietta Basile (Enterprise Sport & Service) 46.50, 2.Marika Santoferrara (Atl. Gran Sasso) 40.24, 3.Carmela Guaglione (Enterprise Sport & Service) 38.42

4x400m: 1.Pro Patria Bustese (C.Colombo, S.Troiani, V.Troiani, A.Troiani) 4'00"33, 2.SSV Brunico VB 4'03"82, 3.Toscana Atl. Empoli Nissan 4'04"57

 

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