Firenze: Di Lazzaro e 400 in copertina

10 Giugno 2017

L’ostacolista sfiora il record nazionale U20 dei 100hs con 13.25, nella seconda giornata dei Campionati Italiani Juniores e Promesse. Sul giro di pista brillano Corsa (46.01) e Aceti (46.52).

di Raul Leoni

Una lunga ed entusiasmante giornata di atletica. Nel day 2 dei Campionati Italiani Juniores e Promesse di Firenze, svetta Elisa Di Lazzaro che con 13.25 (+1.7) arriva ad appena un centesimo dal suo recentissimo record italiano junior dei 100hs. Alle sue spalle si migliora a 13.54 l’oro europeo under 18 Desola Oki, compagna di allenamento al Cus Parma. Non si scherza sul giro di pista: lo junior lombardo Vladimir Aceti fa il vuoto in 46.52, il pugliese Daniele Corsa conquista il titolo under 23 in 46.01, personal best come per il siciliano Giuseppe Leonardi sceso a 46.19. Al femminile due terzi del podio Promesse hanno lo stesso cognome e la stessa data di nascita: Alexandra Troiani si aggiudica così, 53.54 a 53.79, la sfida di famiglia con la gemella Virginia. Terza Ylenia Vitale (53.80), mentre la junior Rebecca Borga non ha problemi a portarsi a casa il titolo di categoria in un per lei comodo 54.31. Compleanno da ricordare per Gaia Sabbatini che oggi è diventata maggiorenne con la vittoria negli 800 metri delle under 20 in 2:08.92. La giovane mezzofondista teramana è una piccola star di Instagram dove conta oltre 35.000 followers. Tra gli juniores il doppio giro di pista vede la netta affermazione del bronzo europeo U18 Simone Barontini che nel finale smette di pensare al cronometro, si lascia andare all’esultanza già una trentina di metri prima del traguardo che taglia con una buffa linguaccia (1:49.64). Dalle staffette 4x100 arriva la migliore prestazione italiana Promesse di società firmata dalle ragazze dell’Atletica Brescia 1950: Abigail Gyedu, Alessia Niotta, Arianna Tagliabue e Johanelis Herrera fanno correre il testimone in 45.95. I concorsi mettono in luce due juniores, la lunghista Giorgia Sansa (6,09/+1.4) e la giavellottista Sara Zabarino che con 52,77 guadagna il secondo posto nelle liste alltime di categoria. Bella doppietta per la lanciatrice Daisy Osakue, appena rientrata dal Texas dove studia al college. La piemontese di famiglia nigeriana si laurea campionessa Promesse nel peso (15,67 PB) e poi non ha rivali nemmeno nel disco (56,10) di cui è primatista nazionale U23. Domani la terza e conclusiva giornata della rassegna tricolore.

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LE LISTE ITALIANE ALLTIME | UNDER 20 - PROMESSE

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IL RACCONTO DELLA SECONDA GIORNATA

JUNIORES MASCHILI

5000m (finale) – Ennesimo titolo per il rifugiato gambiano Nfamara Njie (14:44.66): peccato che non si riesca a trovare una soluzione per regolarizzare la posizione di un ragazzo che nella sostanza è un apolide che vive in Italia, in Puglia, da quando aveva 13 anni. Il finale non è però scontato come quello delle promesse, perché ci provano seriamente sia Sergiy Polikarpenko (14:45.00), il piemontese di origini ucraine, sia Alberto Mondazzi (14:45.58), comasco di Cabiate che ha già il minimo europeo per i 10000 metri.   

400hs (batterie) – Entra in scena il campione europeo U18 Alessandro Sibilio, un altro dei grandi protagonisti di questa rassegna tricolore: come il compagno di allenamento Andrea Romani, anche l’ostacolista napoletano è transitato nella gloriosa Riccardi e ha centellinato le uscite con le nuove barriere, siglando peraltro un bel crono sul piano (47.19). Confinato in ottava corsia, l’allievo di Gianpaolo Ciappa corre solo gli ultimi 50 metri per recuperare il successo parziale (53.82) sul bolognese Giovanni Mastrippolito (53.95). Ma grande impressione fa pure il valdostano Jean-Marie Robbin, scuola Calvesi, che firma con 52.72 un nuovo PB bello fiammante. Domani grande spettacolo.

Peso (finale) – Simone Bruno, milanese di Parabiago, cresce ancora a 17.44 e doppia il titolo già ottenuto al coperto sulla pedana del Palaindoor di Ancona: ma ancora non basta per la convocazione degli Europei di Grosseto, un 17.75 che potrebbe arrivare da un giorno all’altro. Secondo podio per Andrea Proietti (16.34), stavolta bronzo dopo l’oro del martello: forse un segno che il reatino ha imboccato con decisione un’altra strada, dopo essersi tolto tutte le soddisfazioni possibili con la palla di ferro. Ma, come un anno fa a Jesolo nella finale allievi, anche stavolta lo precede il romano Alessandro Pace (16.37).    

4x100m (finale) – Subito nella prima serie un quartetto Cento Torri Pavia – formato da Gabriele Spotti, Emmanuel Ihemeje, Amos Galbiati e Christian Bapou – sigla un 41.58 che entra nella top-10 di sempre delle liste di società: un’ipoteca sul titolo che sembra già molto seria. Poi, nella terza, una squalifica per falsa partenza punisce la Futura Roma, che poteva provare a scalzare gli “all blacks” pavesi dalla testa della classifica: e così l’argento arriva sempre dalla prima serie, 42.13 della Pro Sesto (Riccardo Zappa, Davide Monolo, Marco Bigoni, Matteo Brivio).  

Triplo (qual) – Cresce ancora nel primo grupo Emmanuel Ihemeje: l’italo-nigeriano della Cento Torri arriva al PB in 15.45 (-0.7), miglior misura delle qualificazioni. Per il resto solo altri cinque sopra i 14 metri e non è un dato confortante: da rivedere, in finale, il calabrese Ernesto Pascone, che di recente ha superato i 15 metri. Nel secondo gruppo al rientrante Andrea Dallavalle basta un salto (15.59/-0.8) per prendere la pole: e si rivede anche Fabio Camattari dopo l'infortunio (14.74/-1.4). Per passare in finale meno di 14 metri: la profondità non è esaltante, ma ci sono in casa azzurra punte da medaglia a Grosseto. 

800m (finale) – Per 600 metri è sembrata la replica della finale allievi di Jesolo, un anno fa: quella che aveva portato Simone Barontini e Andrea Romani entrambi sotto il primato di categoria, marcandosi come due ombre per tutto il percorso. Poi le medaglie di Tbilisi e ora qualcosa si è inceppato: non nella consueta tattica faccia al vento di Barontini – il ragazzo di Ancona ha vinto ancora in 1:49.64 – ma forse nelle gambe di Romani, perché il napoletano ha sofferto non poco per mantenere le posizioni e alla fine ha ceduto il secondo posto a Michele De Berti (1:51.13 a 1:51.43), rischiando anche il bronzo per mano di Edoardo Zubani (1:51.81). A questo punto la maglia di titolare è sulle spalle di Barontini: per gli altri due posti in azzurro, valutazioni tecniche.

Asta (finale) – Forse ci si aspettava qualcosa di meglio sul piano delle misure, ma non è stato facile per Max Mandusic gestire la progressione: il triestino era rimasto solo in pedana già al momento di tentare la misura d’entrata a 4.70. Poi è salito a 4.90, ma non c’erano gli stimoli giusti per proiettarsi oltre i 5.10 della quota successiva. In ogni caso la maglia tricolore è in bacheca, mentre all’argento troviamo il decatleta sardo Luca Barbini: 4.50 per lui, che ha proprio nell’asta la sua specialità preferita, eppure ne è rimasto tradito l’anno scorso agli Europei U18 di Tbilisi.

Giavellotto (finale) – Continua l’inseguimento al minimo per gli Europei: al momento non basta a Giacomo Biserna l’aver vinto una nuova maglia tricolore di categoria, perché il reatino non è riuscito a incrementare il PB ottenuto ieri in qualificazione e si è fermato a 63.84. Tra l’altro tremando non poco a causa dei progressi del fossanese Luca Scaparone, 63.79 proprio all’ultimo lancio. Assente nel line-up Simone Comini: l’ascolano, due anni fa, aveva conosciuto i fasti della finale mondiale allievi a Cali.

110hs (finale) – L’atletica italiana continua a sfornare risultati di valore: nuovo miglioramento per Marco Bigoni, 13.82 (-0.8) per una serie di tricolori che ha preso il via a Jesolo 2013 con i 100hs cadetti. E poi sbuca la testa di Mattia Di Panfilo, il romano che fa parte del gruppo di talentini curato da Maura Cosso: 14.29 e PB per il primatista italiano allievi. Un altro Mattia per il bronzo, è il lombardo Montini (14.42): un po’ in calo sotto il profilo cronometrico, ma non è che si sia risparmiato in questa fase della stagione.

400m (finale) – Anche non contando il 46.30 di Oordegem, questo 46.52 porterebbe Vladimir Aceti in testa alle liste europee dell’anno: il brianzolo di origini russe, adottato da bimbo col fratello Alexander, è una carta importante da giocare per Grosseto. Senza considerare il big degli allievi Edoardo Scotti, qui ci sono altri quattro ragazzi in grado di andare sotto il tempo richiesto dall’EA (48.30): e in due scendono sotto i 48”, il fiorentino Lapo Bianciardi – lanciato dalla tribuna in un inseguimento disperato (47.41) – e per la prima volta in carriera Federico Crisci (47.97), l’ex tennista casertano che a Firenze si ritrova sul podio.

110hs (semifinali) – Si era già visto in batteria, Marco Bigoni è in condizioni smaglianti: 13.87 (+0.3) nel turno intermedio vale già la quinta posizione nella lista italiana all time e lambisce la top-10 continentale dell’anno. A questo punto il 14.26 di Mattia Montini (-0.8) nell’altra semifinale impensierisce fino ad un certo punto: ma bisogna mantenere la concentrazione fino all’atto conclusivo. Sempre in linea per la medaglia Chituru Ali, il nigeriano di Como (14.43), mentre appesantisce il crono della mattinata Mattia Di Panfilo (14.71 dietro Montini).  

Lungo (finale) – Sotto il sole di mezzogiorno si consuma l’atteso derby del Golfo di Guinea: in realtà sia Denis Rigamonti, ivoriano di nascita, sia Ferdinand Egbo, di famiglia nigeriana, hanno entrambi indosso la maglia azzurra. Le misure restano un tantino sotto le ambizioni della vigilia: 7.32 (+0.2) per il bergamasco portato in pedana anche nell’alto da Orlando Motta, e 7.27 ventoso (+2.2) per il pordenonese di San Vito al Tagliamento, fratello maggiore del campione italiano dell’alto cadetti Collins Egbo. A pari misura il bronzo va ad Andrea Rinaldi (7.27/+0.6), un livornese seguito da Massimo Favoriti e Michele Pincelli. Due specialisti delle multiple ai piedi del podio, Riccardo Miglietta e Lorenzo Naidon.   

Martello (finale) – Dopo i tanti titoli nel peso, Andrea Proietti centra l’obiettivo tricolore nel martello juniores (63.68): ora ci sarà da trovare quel lancio da 66.00 che garantirebbe la maglia azzurra agli Europei di Grosseto. Alle spalle del reatino allenato da Roberto Casciani, un solo altro specialista capace di gittate oltre i 60 metri: è il bergamasco di Casnigo Gregory Falconi (62.47).

200m (batterie) – Si presenta con un 21.69 (-0.3) al primo turno il romano di Pomezia Mario Marchei, reduce da una brillante carriera nelle categorie inferiori. Poi l’argento dei 100, Alexandru Zlatan (21.76/-1.4) e Christian Bapou (21.78/+0.2): ma si può salutare con soddisfazione anche il rientro in una finale che conta per il vicentino Michele Rancan, che due anni fa a Milano aveva dato vita a bollenti duelli proprio con l’italo-ivoriano della Cento Torri.

Peso (qual) – Pur con il contributo di ragazzi già in pedana tra martello e disco, la prova juniores soffre non poco nel confronto con la splendida gara delle promesse di ieri: in ogni caso siamo ancora solo al primo round. Per la cronaca il migliore di stamattina è Simone Bruno (16.29), poi il pluricampione italiano Andrea Proietti (15.98), atteso ora dalla finale del martello.

110hs (batterie) – Se non si fosse concesso una passerella nell’ultima parte di gara, Marco Bigoni avrebbe certamente messo a segno il primo -14” della stagione: 14.12 (-0.1) per il milanese di Buccinasco, campione in carica.

Ma i motivi d’interesse non si fermano qui: il primatista allievi (e quinto a Tbilisi 2016) Mattia Di Panfilo prova a ritagliarsi anche qui il suo spazio, impegno relativo – nella corsia esterna c’era un cliente pericoloso come Amos Galbiati – e contro un discreto vento arriva un 14.53 (-1.9) vincente in batteria. Nella prima, frenato da una brezza a -1.6, Mattia Montini completa il quadro dei pretendenti classe ’99: senza dimenticare il prestante nigeriano Chituru Ali, 14.55 (+0.5) vittorioso nell’ultima batteria.    

Alto (qual) – Basta 1.90 alla seconda prova per passare in finale, non ci sono drammi: tra i cinque che provano felicemente quota 1.95 c’è anche l’argento del decathlon Lorenzo Naidon, che si era rivelato proprio nell’alto e oggi pomeriggio affronterà anche la finale del lungo. Poi i più positivi della stagione all’aperto, i bergamaschi Nicholas Nava e Andrea Motta: al rientro anche il campione indoor (e oro mondiale allievi 2015) Stefano Sottile, finora frenato dal problema muscolare insorto nel Triangolare al coperto di Halle.

Disco (qual) – Il livornese Alessio Mannucci, unico ad avere lo standard per Grosseto in stagione, è il primo del gruppo a raggiungere la misura di qualificazione (51.27). Poi lo supera di un soffio “Dodo” Mascali, nipote d’arte di scuola catanese (51.30). Un po’ defilati i più accreditati della classe ’99 – Marco Balloni e Alessandro Pace – che si erano dati battaglia l’anno scorso tra gli allievi a Jesolo.

JUNIORES FEMMINILI

Disco (qual) – Ultima gara di un programma infinito nella seconda giornata: a differenza del peso, Sydney Giampietro ha bisogno di un solo giro in pedana per ottenere la qualificazione diretta (43.45).

400hs (batterie) – La “quasi-finalista” dei Mondiali allievi di Cali, Linda Olivieri, ha voglia di ritrovare prestazioni di vertice: in stagione non è ancora arrivato quel tempo sotto il minuto, in queste batterie la ragazza novarese fa comunque il miglior parziale (61.52). Se ne riparlerà domattina e almeno un altro paio di rivali pensano di poter vincere il titolo: sono due ragazze del ’99 che agli Europei U18 di Tbilisi non avevano avuto molta fortuna, Anna Polinari (62.38) allora debilitata da un disturbo organico e Alice Boasso (62.30) forse ancora troppo acerba in Georgia e sempre desiderosa di padroneggiare le prove multiple.

3000st (finale) – Una maglia tricolore, la prima della carriera, e un PB limato di un paio di decimi (10:40.25): ce n’è abbastanza per salire soddisfatta sul podio, perché Laura De Marco ormai è anche sicura della convocazione per Grosseto. La padovana, cresciuta nei centri giovanili delle Fiamme Oro, porta sotto il muretto degli 11 minuti anche Micol Majori (10:55.57) e Clara Tasca (10:56.23): tra le deluse di giornata, la campionessa uscente delle allieve Linda Palumbo.

Peso (finale) – Le misure non sono ancora quelle desiderate, ma è arrivato il titolo juniores a 14.21 per Sydney Giampietro: la neo-fiamma gialla poi si perde nei nulli di pedana, precedendo Martina Carnevale (13.46 per la ragazzona di Pontecorvo) e Francesca Raffaello (nuovo personale a 13.43 per la brindisina, un centimetro più dei Societari di Matera).

Triplo (finale) – Da 12.23 a 12.80 (+1.1): un “personalone” che consente a Sabrina Urbano di staccare il biglietto per gli Europei U20. La nuova campionessa – papà romano e mamma camerunense – ha scoperto il triplo a 16 anni grazie al tecnico Paolo Borgiani: poi una coppia lombarda, la super-agonista Asia Lambrughi piazza un 12.35 (0.0) all’ultimo salto e scalza l’ex finalista iridata allieve Chiara Bertuzzi (12.30/-1.0, ora trasferitasi per gli studi universitari a Venezia, seguita da Enrico Lazzarin). In possesso del minimo per Grosseto (12.56 indoor) è anche la campionessa al coperto Beatrice Bartolozzi, ma la romana di Marino – oggi quinta – è stata tormentata dagli infortuni dopo la vittoria di Ancona.

4x100m (finale) – Con mossa diventata abituale la Studentesca Milardi Rieti si schiera nella serie meno accreditata: e vince il titolo, grazie al 47.40 segnato da Gaia Fabri, Luna Jimenez, Domiziana Gentili e in ultima da Valeria Simonelli (la romana vittoriosa e poi squalificata a Jesolo 2016 nella finale dei 200 allieve). Nella serie “migliore”, la Brixia Atletica 2014 non è riuscita a scalzare la formazione reatina: 48.16 vale il secondo posto ad Alessia Saramondi, Linda Guizzetti, Giorgia Corbari e Giulia Curone.

Alto (finale) – Un paio di stagioni difficili: ma ora Giorgia Niero ritorna sul gradino più alto del podio. La trevigiana di Zero Branco, che si era rivelata ad Ancona 2015 vincendo il titolo allieve indoor a 1.80, riassapora le quote che contano: cifre alla mano, 1.76 di oggi (progressione immacolata fino ai tentativi dell’1.78) è il PB outdoor per la ragazza ora in maglia Quercia Trentingrana. Bel duello con la campionessa uscente Sara Modena (1.76 alla seconda), mentre la capolista stagionale Pamela Croce – 1.81 nell’eptathlon tricolore di Lana – si accontenta del bronzo.

800m (finale) – Il 10 giugno è un giorno speciale per Gaia Sabbatini: oggi la teramana allenata da Marcello Viceré è diventata maggiorenne e ha tagliato un altro traguardo importante, quello del titolo italiano. Gara dominata, se ce n’è una, con una dimostrazione di forza ma soprattutto importante per la maturità che, in altro contesto, potrebbe tornare utile: quello molto più impegnativo degli Europei di Grosseto. Il crono legge 2:08.92, senza lasciare margini a un gruppo di ragazze di valore come Giada Stanissa (2:10.13), Chiara Statuto (2:10.93) e Flavia Ferrari (2:11.84), mentre a casa sta ancora scalpitando Marta Zenoni.

100hs (finale) – Sempre più Elisa Di Lazzaro: la triestina del Cus Parma arriva a un soffio dal primato italiano juniores che aveva stabilito a Savona, solo un centesimo in più (13.25/+1.7). Ma di sicuro la pluricampionessa stagionale sarà stata contenta di trascinare al nuovo PB Desola Oki, compagna di fatiche sul campo di Fidenza agli ordini del “guru” Maurizio Pratizzoli. Fatto sta che “Desi” – campionessa europea allieve in carica, non dimentichiamolo – scende a 13.54, un decimo netto meglio di quanto fatto segnare nella passata stagione in una delle esperienze con le barriere dei grandi. Soddisfazione anche per Linda Guizzetti, perché la bresciana ha ora le credenziali per una maglia a Grosseto (14.03).

400m (finale) – Il dominio di Rebecca Borga – vincente in 54.31, pur lontano dal PB di 53.35 dello scorso anno – non sposta le gerarchie della specialità: ma i tempi delle piazzate possono giocare un ruolo in vista della staffetta di Grosseto, visto che altre due – Alessia Tirnetta (55.35) e Silvia Meletto (55.47, un secondo di progresso) – vanno sotto lo standard individuale per gli Europei. Si conferma in una nuova dimensione, dopo il PB strapazzato in batteria, la quarta del gruppo Mara Lavrencic (55.91).

100hs (semifinali) – Rispetto alle batterie della mattina cambia poco: prima si esibisce Elisa Di Lazzaro (14.00/+0.8) poi il rettilineo inquadra la compagna di allenamento Desola Oki (14.13/-2.2). La terza forza passa da Rebecca Gennari – frenata dal vento nella seconda semifinale – a Linda Guizzetti (14.34). Fuori dai giochi anche due ex tricolori come Martina Millo e Alessandra Realdon: ora tutta la tribuna ha gli occhi puntati sulla finale del pomeriggio.

Lungo (finale) – Ormai Giorgia Sansa ha preso confidenza con le misure oltre i sei metri: per la ragazza di Chiopris Viscone, portata in pedana da Francesco Comuzzo, c’è il nuovo PB a 6.09 (+1.4). Poi Gloria Gollin: il minimo europeo a 5.97 era arrivato già nell’eptathlon tricolore di Lana e qui c’è una conferma dal 5.94 del terzo turno (+1.8), senza dimenticare che la vicentina attiva sul campo di Cassola aveva saltato 5.80 già al primo anno cadette. Soliti problemi di pedana per Leila Kone (5.93/+1.1): quando l’italo-ivoriana di Torino riuscirà a venire a patti con l’asse di battuta le misure non potranno mancare.  

Giavellotto (finale) – Il 52.77 dell’ultimo turno permette a Sara Zabarino di scalare le liste U20 fino al secondo posto: è una misura che quest’anno vale anche per la top-10 in campo continentale. Sulla tenuta agonistica della biellese di Candelo non possono sussistere dubbi: Sara difficilmente fallisce un appuntamento che conta. A debita distanza, ma sorpresa gradita nella regione che ospita, l’argento va a Nicoletta Citi: pisana di Capannoli in forza alla Libertas Runners Livorno (43.07 PB).

Peso (qual) – Brividi, nonostante il caldo, per Sydney Giampietro: il bronzo degli Europei U18 di Tbilisi fa due nulli e rimedia al terzo lancio con un 13.51 che la pone in testa al gruppo in attesa della finale di stasera. Per non essere da meno, anche Martina Carnevale si sottopone allo stesso trattamento: la ciociara di Pontecorvo, pur avvezza a questi palcoscenici, trova l’11.93 della qualificazione solo alla terza spallata. Si rivede in una prospettiva di lotta per il podio Francesca Raffaello, brindisina di Francavilla Fontana (12.68 in apertura, e tanto basta).

Asta (qual) – Passaggio puramente protocollare, che in realtà non svela nulla in vista della finale di domani: ci si ferma a 3.30, ripescaggi a 3.20 fino al terzo tentativo. Nel settore giovanile la migliore è l’alleva di Velletri Roberta Gherca: qui probabilmente si potrà conquistare almeno un altro pass per Grosseto, favorita la campionessa indoor Virginia Scardanzan (3.95 di minimo continentale proprio nella finale juniores di Ancona).

200m (batterie) – Si presenta subito in apertura Sofia Bonicalza col miglior tempo della mattinata (24.28/-0.7): però la primatista indoor non può sentirsi tranquilla. Intanto per il ritorno della finalista mondiale U18 di Cali Alessia Pavese (24.35/+0.7 in scioltezza per la bergamasca, fin qui tormentata dai troppi problemi muscolari): le altre due batterie sono in pugno alla coppia di italo-ivoriane Zaynab Dosso (24.63/-0.1 per la campionessa dello sprint breve) e Moillet Kouakou (24.68/-0.2 per la vicentina di Valdagno, diventata italiana un mese fa).

Martello (finale) – Un ultimo lancio da 55.17 porta il titolo italiano ad Alessia Beneduce: la pescarese di Silvi Marina, con credenziali importanti come la finale iridata U18 di Cali 2015, bissa il titolo allieve di Milano 2015 e quello invernale di Rieti quest’anno. Delusa, come un anno fa tra le allieve a Jesolo, è la reatina Cecilia Desideri: sempre in testa, fin dal primo turno, il suo 54.69 non l’ha messa al riparo dalla spallata vincente della rivale abruzzese scoperta da Enzo Imbastaro. Bronzo a Lucilla Celeghini (53.29), modenese di scuola Fratellanza.  

100hs (batterie) – Inutile nasconderlo, questa è una prova che suscita interesse ed emozione: la straordinaria stagione di Elisa Di Lazzaro, triestina trasferita a Fidenza, alimenta speranze concrete in vista degli Europei di Grosseto e il fatto di trovarsi di fronte una compagna d’allenamento come Desola Oki concede un supplemento di spettacolo. Entrambe alla corte di Maurizio Pratizzoli, si attende qui una crescita soprattutto da parte della campionessa continentale U18 di Tbilisi: perché Elisa ha già messo il turbo. Per la cronaca, Di Lazzaro fa 14.05/-0.4 e “Desi” Oki 14.12 (-0.8), ma sono cifre interlocutorie: la lotta sembra aperta solo per il terzo posto del podio, in pole la varesina Rebecca Gennari (14.34/-0.1 per vincere la seconda batteria).  

Marcia 10000m (finale) – La capofila stagionale Annalisa Russo, napoletana di Sant’Antimo, legittima la sua leadership con un allungo finale che vince ogni resistenza di Anthea e Angelica Mirabello. Non c’è il personale per la vincitrice, 50:31.23, ma il tempo conferma il minimo per Grosseto già ottenuto: per le gemelline romane, rispettivamente, 51:03.93 e 51:18.28.

PROMESSE MASCHILI

5000m (finale) – Resta negli occhi il finale fulminante di Said Ettaqy: il ragazzo della Garfagnana, di origini marocchine, annichilisce la concorrenza partendo come una freccia alla campana (14:28.76). Non sono ritmi che specialisti orientati ai 10000 come Alessandro Giacobazzi e Pietro Riva, campione europeo juniores in carica della distanza lunga, possano digerire senza problemi.

Finiscono nell’ordine, 14:33.60 a 14:35.22, e per entrambi c’è ancora da centrare il minimo per Bydgoszcz: a questo punto l’emiliano dovrebbe approfittare dell’occasione supplementare offerta dal settore tecnico federale e il poliziotto piemontese potrebbe limitarsi a cercare una gara mirata per i 5000 metri. Vedremo.    

400hs (batterie) – La gara perde un sicuro protagonista già in partenza, assente il capolista stagionale Matteo Beria (51.47 ai Societari): un peccato per il vicentino, che aveva stabilito il primato allievi vincendo le Gymnasiadi di Brasilia nel 2013. Il livello, almeno nel primo turno, non è sconvolgente: però c’è una curiosità, perché il miglior tempo delle batterie (53.09) è di Andrea Ercolani Volta, bronzo ai recentissimi Giochi dei Piccoli Stati con la maglia di San Marino.

Alto (finale) – Chi indossa la maglia tricolore è un ragazzo romeno, Iulian Scutareanu, nato in Bucovina a Vatra Dornei: dall’età di sette anni risiede con la famiglia a Merate, ma non è ancora azzurrabile perciò il tentativo di PB a 2.18 (minimo per gli Europei di Bydgoszcz) non lo avrebbe portato in squadra, almeno in quella italiana. In ogni caso il miglioramento era già arrivato con il 2.12 raggiunto senza errori. D’importazione anche l’argento, ma Kelvin Purboo – di origini mauriziane – è assolutamente eleggibile: peccato che il suo 2.09 di oggi non basti per la trasferta in Polonia.

4x100m (finale) – In stagione il quartetto Sef Virtus Emilsider ha stabilito la MPN di società per sole promesse correndo in 40.56: la stessa formazione è schierata oggi dal club bolognese – Andrea Pedrelli, Marco Gianantoni, Alessandro Xilo, Diego Pettorossi – ma basta un 41.17 per prendersi il titolo, rimontando il 41.39 segnato nella prima serie dalla Campidoglio Palatino (Alessandro Scapati, Fabio Tardito, Francesco Rossi, Thomas Manfredi).  

Disco (finale) – Due ragazzi U23 hanno lanciato in stagione nei pressi dei 60 metri: uno è presente in questa finale, il neo-finanziere bergamasco Giulio Anesa, mentre l’azzurro Gian Piero Ragonesi, di stanza in Florida, non è tesserato e fa attività quasi esclusivamente nel circuito Ncaa. Solo Anesa lancia qui a Firenze oltre i 50 metri, top a 53.91: gara quindi dai contenuti tecnici abbastanza limitati. Per l’archivio, l’argento va a Michele Caporrella, abruzzese da 49.14, mentre si rivede dopo un paio di stagioni anonime il fiorentino Marco Primaveri, ispirato dall’aria di casa per un 47.71 che vale il bronzo.

800m (finale) – L’allungo di Enrico Brazzale sul rettilineo opposto sembra essere la magia in grado di rovesciare il tavolo: invece i favoriti rientrano nell’ultima curva e quando Enrico Riccobon sembra aver partita vinta risorge Francesco Conti. L’imolese, che viene dai 400, ha lo spunto giusto: 1:49.87 per precedere il rivale bellunese. Due bronzi sul podio, a 1:51.22 pari merito, Brazzale e Gabriele Aquaro.

110hs (finale) – Mani nei capelli all’arrivo: ci sperava Simone Poccia nel primo -14” della carriera, invece la troppa smania di migliorarsi ha portato il formiano a pasticciare un po’ sulle barriere. Con una maggiore fluidità il 14.22 finale (-0.2) sarebbe stato sicuramente riscritto: e la batteria poteva essere il viatico giusto, invece peccato. Un po’ delusione in tribuna, perché la curva a favore di Francesco Ferrante ha spinto il fiorentino fino al secondo posto (14.50), ma senza migliorare il PB.

400m (finale) – Un chiaro moto di stizza, nel momento in cui il display della pista mostra il tempo di 46.02: poco importa che poi venga corretto a 46.01, perché Daniele Corsa voleva con tutte le sue forze il primo -46” della carriera. L’ex calciatore brindisino con la passione per la cucina può forse ringraziare quell’infortunio che tre anni fa lo convinse la lasciare la palla rotonda per le piste di atletica, complice il tecnico Pino Pagliara: e ora è uno dei talenti più seguiti tra gli emergenti azzurri. Vedremo cosa succederà a Bydgoszcz, le premesse sono già interessanti: anche perché Giuseppe Leonardi ha seguito il neo-campione sulla via del progresso cronometrico (46.19) e per il quartetto resta aperta anche la chance di Brayan Lopez, l’italo-dominicano di Pinerolo confermatosi con 46.92 in finale. Grande spettacolo.   

200m (batterie) – Con Daniele Corsa concentrato sul giro di pista, la corsa al titolo è apertissima come al femminile: intanto scoprono un po’ le carte due ragazzi che già valgono ampiamente i tempi sotto i 21” come l’ex calciatore Simone Tanzilli (21.15+0.5) e il già tricolore Lodovico Cortelazzo (21.16/+0.1). Avendo rinunciato ai 400, anche il romano Thomas Manfredi (21.44) – in grande crescita – si cala nel ruolo di outsider. Tutta da gustare la finale di domattina.

110hs (batterie) – Bisogna dar credito al capolista stagionale Simone Poccia di non essersi risparmiato: 14.13 (+0.5) è un bel risultato per la batteria, considerato che la categoria è appena uscita dall’era-Perini. Ora l’ostacolista formiano dovrà guardarsi soprattutto dal ragazzo di casa Francesco Ferrante, molto motivato fin dal primo turno (14.48/+0.3, a 6/100 dal recentissimo PB di Orvieto). Una corsia anche per due ex tricolori di categorie giovanili, Luca De Maestri e Gabriele Segale, ed il neo-campione del decathlon Jacopo Zanatta.

PROMESSE FEMMINILI

Triplo (finale) – Per il titolo numero 32 della carriera Ottavia Cestonaro torna a livelli importanti, ad una spanna dal PB di Torino 2015: 13.63 (+0.9) è comunque un risultato notevole e rimonta l’iniziale balzo a 13.17 (+0.6) di Silvia La Tella, un’altra atleta italiana con esperienza di college negli States (a Lamar, in Texas). Un duello tutto toscano per il bronzo: molto applaudite dalla tribuna la finanziera aretina Benedetta Cuneo (12.92/-0.3) e la fiorentina di papà giordano Jasmine Al Omari (12.82/+0.7).

400hs (batterie) – Una delle specialità più “dense” sul piano delle liste stagionali: non per niente già stasera in batteria vanno sotto il minuto, un dato che non è mai banale a livello di categoria. In attesa di definire le gerarchie domani all’esito della finale, per ora mettiamo in ordine le protagoniste coi tempi del primo turno: Rebecca Sartori 59.29, Anna Gresta 59.33, Miriam Martini 59.34, Caren Agreiter 59.70 e Valentina Cavalleri 59.90. E’ già PB per Gresta e Martini, in attesa di Eleonora Marchiando, altra menzione obbligata nel campo delle possibili favorite.  

Disco (finale) – Giornata del sorriso per Daisy Osakue, che torna trionfalmente dal Texas per fare doppietta peso/disco nel giro di un paio d’ore: dopo il PB con la palla da 4kg, sotto lo sguardo del tecnico Maria Marello la portacolori della Sisport lancia il disco a 56.10 ed è un bel vedere in vista degli Europei. Dopo aver tolto il primato promesse a Maristella Bano che resisteva da quasi 40 anni grazie al 57.49 di Abilene, Daisy ha trascinato oltre il vecchio limite anche Giada Andreutti: ma oggi la friulana resta abbastanza lontana dal suo 55.70 e basta 51.36 per centrare l’argento. Lotta per il bronzo tra due pluricampionesse delle categorie giovanili, Mariantonietta Basile (44.61) e Claudia Bertoletti (44.24).

3000st (finale) – Tricolore juniores un anno fa a Bressanone, Eleonora Curtabbi si conferma oggi al debutto tra le promesse: 10:34.99 per la segusina allenata dall’ex siepista azzurro Gianni Crepaldi. Staccata a 10:52.09 c’è un’altra ventenne, Federica Zenoni: e visto che la sorella minore Marta non ha potuto difendere le sue ambizioni in campo juniores, la famiglia bergamasca trova una medaglia sulle siepi.

Asta (finale) – Vince il titolo Francesca Semeraro (3.95 alla terza, poi errori a 4.10) e per la tarantina non è certo una novità: tuttavia, per la cronaca, giovedì a Eugene Helen Falda si è piazzata ottava nelle finali Ncaa con 4.15 e la piemontese è ancora la capofila stagionale di categoria, piuttosto nettamente (4.38). Duello stimolante per le medaglie, che porta in alto e al PB eguagliato Marta Ronconi (3.90).

4x100m (finale) – Una sola serie per assegnare il titolo, ma basta anche per una MPN: il 45.95 dell’Atletica Brescia 1950 – un quartetto formato da Abigail Gyedu, Alessia Niotta, Arianna Tagliabue, Johanelis Herrera – rappresenta il miglior risultato di sempre per una formazione tutta composta da U23 (1/100 meglio dell’Acsi Italia a Rieti 2015). Ma c’è sempre in lista un 45.31 della Snia Milano con un quartetto misto U20/U23, risalente ai Societari di Pescara 1980. Tornando all'attualità, in partenza vantava buone credenziali anche la Bracco (Nicla Mosetti, Daniela Tassani, Annalisa Spadotto Scott, Julia Calliari), seconda in 46.21.

Peso (finale) – Dopo una straordinaria stagione oltre Atlantico con i colori di Angelo State, Daisy Osakue ritrova la maglia tricolore: e lo fa con un bel progresso del PB a 15.67, ormai non lontana dalla top-10 di sempre promesse. La romana Claudia Bertoletti si difende (14.87 all’ultimo lancio), ma non trova la fettuccia dei 15 metri già superata in carriera. Poi la lombarda originaria del Camerun Danielle Madam (12.84).

800m (finale) – Allo start la tensione si taglia col coltello e non è mai facile gestire queste situazioni: giusto un allungo in avvio, per sistemarsi in gruppo, poi tutte al passo fin quasi ai 600 metri. Nella bagarre spunta Elena Bellò, che rintuzza la prima replica di Serena Troiani: poi, negli ultimi 50 metri, esce l’alta figura di Eleonora Vandi. Vendetta consumata, rispetto al recentissimo arrivo di Gavardo: 2:10.00 per la doppia figlia d’arte pesarese, 2:10.46 per la fiamma azzurra vicentina, 2:11.46 per la terza gemella Troiani sul podio oggi pomeriggio.

100hs (finale) – Una sorpresa l’anno scorso a Bressanone, una conferma oggi a Firenze: Luminosa Bogliolo doppia il titolo promesse e solo il vento (-1.5) le impedisce di incrementare il suo recente PB, fermandosi a 13.72. Tempo comunque sufficiente alla cussina genovese – scoperta dal compianto Pietro Astengo – per respingere l’assalto di Nicla Mosetti (13.81) e Abigail Gyedu (13.82).

400m (finale) – Le gemelle Troiani, Alexandra (53.54) e Virginia (53.79), fanno doppietta: e la terza, Serena, tra poco sarà al via della finale degli 800 metri. Per il resto, in contumacia di “Ayo” Folorunso, non sarà male considerare le prospettive della staffetta del miglio a Bydgoszcz: Ylenia Vitale (53.80) e Alice Mangione (54.12) hanno dimostrato nelle manifestazioni titolate di essere frazioniste indomabili.

200m (batterie) – Una delle gare più incerte: intanto Johanelis Herrera mette sulla bilancia il titolo di ieri sui 100 (la veronese fa 24.58/-1.0), ma il miglior tempo del turno parla toscano, Alessia Niotta (24.29/-1.3 per la ragazza di Bibbona). Rischia Chiara Torrisi, che viene ripescata nella batteria dove mette in luce le sue doti da sprinter Beatrice Fiorese (24.48 per l’argento del lungo). Alla resa dei conti l’ultima ammessa è la campionessa dell’eptathlon Sveva Gerevini: sì, perché la cremonese ha deciso di lasciare da parte nell’occasione il prediletto giavellotto.

100hs (batterie) – Il terzetto composto da Abigail Gyedu (14.05/+0.3), Nicla Mosetti (13.86/-0.5) e Luminosa Bogliolo (14.10/-0.4) non ha problemi ad aggiudicarsi le batterie in programma, in rapida successione. Nel gruppo delle qualificate si fanno onore le specialiste delle prove multiple, con l’ex campionessa italiana Federica Palumbo (14.38 per l’aspirante regista di Cerro Maggiore, attiva a San Giorgio su Legnano) e la bolognese di Sant’Agata Lucia Quaglieri (14.47) sulle tracce di Elena Marini (14.28).

Marcia 10000m (finale) – Tre ragazze al via con il minimo europeo, in assenza di una quarta incomoda come Giada Ciabini, possono tranquillamente giocarsi il podio: la campionessa uscente Diana Cacciotti in compagnia delle più esperte Eleonora Dominici e Nicole Colombi. E’ proprio la ragazza di Scanzorosciate a fare il forcing decisivo al 6° chilometro, lasciando indietro le due rivali romane: nel finale abbandona la genzanese Cacciotti ed è un passaggio di consegne per la nuova detentrice del titolo U23. Nicole chiude così in 46:11.77, nuovo PB su pista, e anche Eleonora festeggia la seconda piazza (46:50.17 per la ragazza di Olevano Romano). Ma la più contenta di tutte è forse Sara Vitiello, la reggiana che strappa il bronzo con un bel miglioramento su pista (49:06.92): lei che, impostata come ventista dal tecnico marchigiano Diego Cacchiarelli, aveva già ottenuto analogo piazzamento a Cassino in primavera.


La 4x100 promesse dell'Atletica Brescia 1950 (foto Colombo/FIDAL)


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