Benati e Finocchietti, allievi d'oro

14 Novembre 2018

Tra le vittorie di quest’anno e i progetti per il 2019 si raccontano il quattrocentista romano e il marciatore livornese, campioni europei under 18

In un anno ricco di successi per i giovani dell’atletica italiana, brillano le due vittorie individuali agli Europei under 18. A soli 16 anni Lorenzo Benati ha conquistato l’oro dei 400 metri a suon di record nazionale allievi in 46.85, ma il romano che spicca anche per la notevole struttura fisica (194 centimetri di statura) è riuscito a fare doppietta di titoli grazie alla staffetta mista. Tra i grandi protagonisti della rassegna continentale di Gyor, l’altro azzurrino campione europeo: il livornese Davide Finocchietti, davanti a tutti nei 10.000 di marcia. Poi sono tornati in pista alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires, nel mese di ottobre, con piazzamenti di rilievo pur rimanendo ai piedi del podio: quinto il biondo Benati, quarto il “folletto amaranto” che appena 24 ore dopo il rientro dal Sudamerica ha trovato ancora le energie per confermare in volata il tricolore di categoria. Alla fine di una stagione lunga ma entusiasmante, non vedono l’ora di tornare in gara per continuare il loro percorso di crescita anche nel 2019.

BENATI: “UNA STAGIONE INCREDIBILE” - “All’inizio era impensabile - commenta Lorenzo Benati - che il 2018 andasse così, non me lo aspettavo e sono contentissimo. E anche alle Olimpiadi Giovanili ho vissuto un’ottima esperienza e, pur avendo perso una posizione rispetto agli accrediti, è un quinto posto di cui non mi posso lamentare. È stata una stagione incredibile!”. “Per me è fantastico - prosegue il 16enne dell’Atletica Roma Acquacetosa - avere un papà come allenatore, non vedo lati negativi. Anche mia mamma Viola è fondamentale: mi ha portato da piccolo nei campi insieme a papà e mi supporta in tutto, come nella fisioterapia, poi mi ha seguito in tutta Europa ed è venuta a Buenos Aires, è sempre con me. Per il 2019 intanto penso alle gare indoor, cercherò di far bene su 200 e 400 al coperto”. Tra i molti interessi di Lorenzo c’è anche la cucina: “La ricetta del giorno? Una bella torta al cioccolato!”.

Il suo tecnico è il papà Mario Benati, ex mezzofondista: “Allenare il figlio è particolare, ma credo sia importante riuscire a fare le cose giuste al momento giusto e questo è indipendente dalla relazione parentale. Finora è andata bene, ma ovviamente non mi aspetto che sarà sempre così e allora affronteremo anche le difficoltà. È come stare su una tavola da surf e l’onda è la crescita di Lorenzo, che anche fisicamente non è del tutto formato. Ad esempio serve attenzione nella scelta delle superfici di allenamento, che sembra un dettaglio e invece conta quasi più del volume di lavoro. Puntiamo a un equilibrio della muscolatura del tronco rispetto a quella delle gambe, cercando poi un giusto rapporto tra ampiezza, che non va ridotta, e frequenza, che bisogna imparare a usare bene. E trovando le motivazioni che vanno oltre l’aspetto agonistico, quindi anche di divertimento e di gioco. Una fetta di torta? A volte si mangia anche la torta intera!”.

VIDEO | LORENZO BENATI CON IL PAPÀ-COACH MARIO

FINOCCHIETTI: “CI CREDEVO TANTO, VOGLIO ANDARE FORTE” - “Una stagione lunga e molto intensa - riflette il 17enne Davide Finocchietti - che non era partita nel migliore dei modi per un infortunio, ma piano piano ci siamo messi a lavorare arrivando a conquistare il titolo europeo e poi un quarto posto a Buenos Aires, che non mi soddisfa fino in fondo. È stato un anno emozionante, di grandi trasferte tra Asia, America, un paio in Europa. A Gyor ci credevo veramente tanto prima della gara, in cuor mio sapevo che potevo farcela”, ammette il giovane marciatore dell’Atletica Libertas Runners Livorno che nella rassegna continentale ha preceduto l’altro azzurrino Aldo Andrei per una fantastica doppietta. Poi spiega l’origine del suo soprannome: “Da piccolo un giorno mi stavo allenando con un gruppo di ragazzi più grandi, ero vestito tutto di verde e allora una mia compagna mi ha chiamato “folletto”. Era rimasto lì, ma con il passar del tempo si è allargato: folletto amaranto, poi folletto azzurro!”. Appena un giorno dopo il ritorno dalle Olimpiadi Giovanili, non ha voluto rinunciare alla rassegna tricolore sui 10 km di Reggio Emilia: “Avevo ancora addosso il jet lag di Buenos Aires. In pratica non dormivo da tante ore ed ero motivato ad andare a letto - scherza - dovevo chiudere la gara prima possibile! Poi sono finito in pit lane dopo il terzo richiamo e mi sono arrabbiato, dovevo vincerla per forza quella gara. È stata una bella soddisfazione. Nel 2019 cercherò di curare ogni particolare, perché voglio andare forte”.

Anche il coach Massimo Passoni racconta tutta la gioia per l’oro europeo: “Per me è stata un’emozione incredibile, che ho metabolizzato soltanto nel corso dei mesi successivi. Non è facilissimo allenarlo, devo dire la verità, però magari averne di atleti come lui! È un ragazzo semplice, un diciassettenne a cui piace divertirsi ma quando si mette al lavoro è un cavallo di razza. Fin da subito aveva un gesto che gli veniva naturale, alla prima gara tutti sono rimasti impressionati. Ma in uno come lui, fa la differenza la mentalità vincente. A fine gennaio è in programma la sua prima esperienza sulla 20 km, ormai manca poco. La stagione sarà lunga, gli obiettivi sono la Coppa Europa e gli Europei under 20, quindi un po’ di chilometri ci servono”.

VIDEO | DAVIDE FINOCCHIETTI E IL TECNICO MASSIMO PASSONI

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