Europei: una protagonista speciale

19 Agosto 2014

La simpatica mascotte della rassegna continentale ha dato spettacolo al Letzigrund

di Giorgio Cimbrico

Burlesca e no - come in un vecchio racconto di Hugo Pratt, come in un’avventura nelle Fiandre belliche di Corto Maltese - al Letzingrund e dintorni, sulle rive del Limmat, tra scrosci di pioggia e sole ingannatore. Per anni, sin dal tempo del bassotto Oskar (Monaco ’72), le mascotte avevano una funzione simbolica o regalavano una presenza ieratica, più o meno come i personaggi che nei mosaici di Ravenna circondano Giustiniano il Legislatore. Due anni fa a Helsinki non si è ben capito cosa fosse: una pastiglia quadra contro il mal di stomaco, una scheda telefonica? Con Cooly è cambiato tutto. Cooly è la mucca che ha allietato le nostre attese, ha riempito i buchi, ha alzato il livello del buonumore. “Cooly sta arrivando”, annunciavano gli speaker e la gente era felice perché aveva una faccia (muso) eternamente allegra e perché aveva un magnifico archivio di gesti perfetti. Molto convincente sulle barriere femminili e nell'alto, ostacolata dalla testona e dalle corna nel salto con l’asta ma capace di imbucare e caricare, consapevole di franare nell’acqua della riviera. Il pubblico non aspettava altro.

A un certo punto è corsa voce che Cooly non fosse una, ma quadrupla, quasi una piccola mandria. Probabile, perché la quantità dei gesti era un archivio tecnico, era una raccolta di perfetti atteggiamenti, era un catalogo di esultanze e di ammiccanti inviti a partecipare allo spettacolo, era un modo per occupare lietamente i tempi morti. “Cooly sta arrivando”, e sul traguardo della maratona la mucca piombava con le braccia al cielo, in un gesto quasi sacrale, tipico di chi si è lasciato alle spalle una prova suprema. Perfetta anche nella foto di famiglia delle eptathlete, scivolando sotto il gruppo delle ragazze stremate e allegre. Cooly è stata la più grande mascotte della storia e per fortuna non ha avuto contatti con lo spogliarellista Mekhissi, che nel suo balzano passato ha avuto anche spiacevoli contatti con colleghe della vacca svizzera.

Osservazione storica: le mucche in Helvetia hanno sempre avuto una grande importanza e per ovvie ragioni: sono alla base della filiera del cioccolato e del gruyere che sta per celebrare i 900 anni del concepimento. Nel cantone del Vaud le più belle vengono chiamate le regine e con le corna infiorettate danno vita a scontri non cruenti. Una, di nome Juliette, venne regalata a Roger Federer, gloria sportiva della Confederazione. Cooly è l‘evoluzione della specie. La goccia d’acqua degli Europei di nuoto a Berlino al confronto fa una misera figura. Gli organizzatori di Amsterdam dovranno impegnarsi per tentare di stare al passo. Cosa proporranno? Un’aringa? Un volatile che abita sulle dune o nei polder? Un mulino a vento? In realtà Cooly non teme concorrenza.

EUROPEI: L'AVANZATA DELL'OVEST - Proviamo a esaminare quel che è successo nei sei giorni zurighesi e ci ritroviamo di fronte a una formidabile inversione storica. A palmi, l’Ovest ha conquistato due terzi e più dei titoli, l’Est, che spazzava e triturava, ha scosso la tovaglia e ha raccolto le briciole. A un certo punto pensavamo che la Russia, sparita nelle donne, nei lanci, nei salti, non avrebbe collezionato una sola vittoria. Per fortuna loro, Pascal Martinot Lagarde ci ha messo del suo e Sergei Shubenkov ha vinto i 110hs. Inutile sottolineare due processi: la progressiva disgregazione della struttura sportiva della vecchia Urss, ormai sparita da un quarto di secolo, e la bontà del progetto britannico nato all’indomani dell’assegnazione dei Giochi di Londra e in perfetta funzione nel presente e per il futuro, quella che loro hanno ribattezzato Golden Decade. Sulla Francia, poche parole: il sistema piramidale, sia per gli atleti che per i tecnici, arreca gli effetti osservabili nel medagliere e nella classifica a punti.

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