Europei, centosette volte Italia



Quella che si apre martedì mattina a Barcellona (via alle gare alle 8.05, con la 20km di marcia maschile) sarà la ventesima edizione dei Campionati Europei. La prima, come noto a tutti quelli che masticano un po' d'atletica, si tenne a Torino, nel 1934. Settantasei anni dopo, si ci ritrova a Barcellona, curiosamente per la prima volta in Spagna, paese che vanta una tradizione organizzativa piuttosto rilevante, ma che fino ad oggi mai si era cimentata con l'allestimento della rassegna continentale. La storia della partecipazione italiana è un viaggio nella storia della disciplina: recitano i sacri testi (l'annuario federale, per esser chiari) che sono poco meno di mille gli atleti del nostro Paese che hanno preso parte alle diciannove edizioni fin qui tenute degli Europei. Novecentosedici, per la precisione, seicentoquarantotto uomini, duecentosessantotto donne. Non si arriverà a mille, dopo Barcellona, considerato che i convocati dal DT Francesco Uguagliati assommano a 73 unità. Una spedizione numericamente importante, inferiore alle ultime due (Goteborg 2006, Monaco 2002), ma terza in assoluto nella quasi ventennale graduatoria; il picco, 95 atleti, fu raggiunto proprio a Monaco, quando fu varato il contestato - a posteriori, come tradizione - "progetto maglia azzurra", mentre quattro anni dopo, a Goteborg, la nazionale schierò 82 atleti.

Se i partecipanti sfiorano le mille unità, le medaglie conquistate sono ben centosette: trentaquattro d'oro, trentasei d'argento, trentasette di bronzo. Dall'oro di Lugi Beccali nei 1500 metri di Torino ‘34, alla tripletta nel disco di Adolfo Consolini (1946, 1950, 1954), sempre accompagnato sul podio da Giuseppe "Beppone" Tosi (argento in tutte e tre le occasioni). E poi, restando sul gradino più alto, la marcia di Giuseppe Dordoni, Abdon Pamich, e Annarita Sidoti, gli ostacoli di Claudia Testoni, Armando Filiput, Salvatore Morale, Roberto Frinolli, Eddy Ottoz, le volate di Franco Arese, Venanzio Ortis, Alberto Cova, Stefano Mei, Salvatore Antibo, Francesco Panetta, Andrea Benvenuti, Alessandro Lambruschini, il passo sicuro e cadenzato dei maratoneti Gelindo Bordin, Maria Guida, Stefano Baldini, i monumentali Pietro Mennea e Sara Simeoni, fino alla determinazione, il talento, di Andrew Howe. Un fiume d'oro, di emozioni, lungo tutto il percorso del Campionato d'Europa. Medaglie in tutte le edizioni, con il vertice assoluto toccato a Spalato, nel 1990 (quello della doppietta di Salvatore Antibo su 5000 e 10000 metri), con ben dodici podi, e centotrenta punti nella classifica basata sui piazzamenti nei primi otto. Il confronto a Barcellona sarà soprattutto con Goteborg 2006, l'ultima edizione: allora arrivarono tre medaglie (l'oro di Howe nel lungo e quello di Baldini in maratona; il bronzo di Elisa Rigaudo nei 20km di marcia), diciannove atleti finirono nei primi otto, conquistando sessantadue punti.

m.s.

Nella foto, Stefano Baldini trionfa a Goteborg 2006: è l'ultima medaglia italiana ai Campionati Europei (Giancarlo Colombo/FIDAL)




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