Europei, Schembri: "Soddisfatto a metà"



Non cerca scuse il campione europeo indoor Fabrizio Donato, ma forse ha la testa piena di domande: "Non lo so che cosa sia successo oggi. Ero sempre controtempo e non sono riuscito a fare un salto "vero". Mi sarebbe bastato quello per giocarmi altri tre tentativi e forse sarebbe stata un'altra storia. Mi dispiace tanto perchè è difficile spiegarsi una gara del genere quando, come me, vi si è arrivati in ottima condizione. La colpa, forse, è mia e basta". Soddisfatto a metà, invece, Fabrizio Schembri: "Ad inzio anno non avrei mai sperato in un simile piazzamento a Barcellona. Diciamo OK per l'ottavo posto in Europa, ma non per la misura, specie dopo il 16,96 facile saltato in qualificazione. Ora gareggerò ancora in Diamond League a Londra, a metà agosto".

Finisce in semifinale la corsa dei tre giovani ottocentisti azzurri. "Oggi ho fatto la volata - esordisce Mario Scapini - ma quel cambio repentino ai 600 metri io ancora non ce l'ho. Dovrò lavorare anche su questo. Penso che noi tre non fossimo arrivati fin qui per caso e quest'esperienza ora la metto nello zaino insieme a quella dei Mondiali Indoor. Saranno un utile bagaglio per il futuro dove il mio prossimo obiettivo sarà quello di vestire nuovamente l'azzurro agli Euroindoor di Parigi". "Ci ho provato - aggiunge Lukas Rifesser - mi sono messo in testa, ma negli ultimi 100 metri mi sono praticamente spento, non riuscendo ad assecondare il cambio di ritmo degli altri. Sono contento per noi tre, in futuro credo che potremo far bene". "Mi sono buttato dentro - il commento di Giordano Benedetti - l'importante era essere lì ai 600 e arrivato lì c'ero di testa, ma le gambe non giravano più. Ma se penso che vengo da un'annata travagliata dai problemi di salute, considero l'essere arrivato qui un primo passo importante. Anche se la finale un po' la sognavo solo che mi è mancata la preparazione per affrontare una simile tenuta di gara. Progetti per il 2011? Un pensierino a Parigi lo faccio anch'io, ma il vero traguardo per me saranno gli Europei Under 23".

Sui 400hs Giacomo Panizza sperava di farsi un bel regalo per i 21 anni che compirà domani: "La pioggia più che la gara, ha condizionato soprattutto il riscaldamento. La corsia non era il massimo ed io ho sbagliato a partire piano perchè poi non sono riuscito a sfruttare bene il finale. Peccato perchè in tribuna erano venuti a vedermi tanti amici dal mio paese Mandello del Lario. Questi Europei per me sono stati un'avventura fantastica, ho trovato un bell'ambiente in Nazionale e superare il primo turno era il mio obiettivo minimo. Avrei sperato nel personale, ma non ci sono riuscito, magari ci riproverò al prossimo meeting under 23 di Zurigo".

Il giovane altista Marco Fassinotti racconta così la sua prima finale europea: "Stasera mi è mancata soprattutto qualche energia nervosa, la tensione si è fatta sentire, specie dopo una notte passata a pensare alla finale. Entrare nei primi otto sarebbe stato un bel colpo. Questa esperienza, tuttavia, mi dà una grossa motivazione per il futuro, ho visto gente molto forte anche di testa. Questo, però, non significa che gli altri siano su un altro pianeta, ma che è ancora tanta la strada che devo fare per crescere. Studio filosofia, ma l'atletica la vedo come una funzione matematica: fatte salve le qualità di ognuno, quanto più ci si allena e si lavora, tanto più poi i risultati arrivano. Questa è la mia filosofia e la lezione che mi porto a casa da Barcellona".

A sentir lui, sono stati 5000 metri corsi "senza cronometro" quelli di un Daniele Meucci soddisfatto e inzuppato di pioggia: "Sono contento per il primato stagionale, ma in gara oggi ho corso sull'uomo e senza pensare al tempo che sarebbe potuto essere il crono finale. La decisione di fare anche i 5000 l'ho presa definitivamente con il mio tecnico ieri pomeriggio, dopo il defaticamento. Finchè ne ho, vado! La volata finale su Thompson (il britannico con cui si è giocato l'argento nei 10.000, ndr) l'ho fatta solo per mettere al sicuro la mia posizione da eventuali attacchi/reazioni degli avversari". Non nasconde le sue ambizioni Stefano La Rosa: "Stavo bene e ci contavo molto nel passaggio del turno. Appena ho visto che la mia batteria era forte ho scelto la mia strategia: buttarmi subito davanti. Arrivato in fondo ho capito che non serviva spingere di più per farcela. Adesso eccomi in finale dove non mi aspetto dai più forti una gara tattica, ma tirata fin dal primo metro".

a.g.

Nella foto, il triplista Fabrizio Schembri (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
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