Eterno Donato! Finale europea a 40 anni

03 Marzo 2017

Euroindoor di Belgrado. All'ultimo salto vola a 16.70 e accede tra i primi otto del triplo: "Come mi son divertito!". Fuori Cavazzani e Furlani

Eterno Fabrizio Donato, un campione senza tempo, un talento infinito. Il primatista italiano del triplo è in finale agli Europei Indoor di Belgrado, a quarant'anni e mezzo. È sbarcato al round decisivo di domenica pomeriggio con un terzo salto da 16.70 e una tenuta fisica e mentale invidiabile, nella sessione pomeridiana della prima giornata, che in mattinata lo aveva visto dispiacersi per l'eliminazione di Andrew Howe di cui ha curato la preparazione.

Donato (Fiamme Gialle) ha rivaleggiato ad armi pari in una qualificazione livellata verso l'alto, con il 17.52 del tedesco Heb (mondiale stagionale) e il primato mondiale junior del francese Raffin (17.20) migliorato dopo 32 anni.

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Il frusinate capitano della nazionale ed esempio per i più giovani del gruppo, bronzo olimpico di Londra 2012, ha raddrizzato il suo destino all'ultimo ingresso sulla pedana sopraelevata della Kombank Arena dopo i due primi tentativi in fotocopia, entrambi a 16.24. Era decimo, con i bagagli già pronti, prima della zampata finale a 16.70 che lo ha collocato all'ottavo posto, dieci centimetri oltre lo standard richiesto per accedere in finale dalla porta principale.

Domenica dalle 16.04 si godrà una finale senza aver nulla da perdere, la sua quinta agli Euroindoor, a otto anni dal titolo di Torino e sei dall'argento di Parigi.

Raggiante ai microfoni Fidal: "Ancona una volta mi sono divertito! Questa è la cosa fondamentale. La gara non si era messa benissimo ma dico sempre che i veri campioni si vedono anche in questo, cioè quando al terzo salto si riesce a recuperare una gara che era stata intaccata. Questa è una buona misura ma non come avrei voluto - rivela - riscaldamento avevo facilità di corsa che raramente ho avuto. Nei primi salti è andata un po' via, forse ho abbassato un po' troppo il sistema nervoso per cercare un salto in sicurezza e ho danneggiato la mia capacità di rimbalzo. Adesso si resetta tutto, ci si riposa e domenica ci vediamo in finale!".

Nella stessa gara, saluta l'Euroindoor Daniele Cavazzani. Alla prima uscita con la nazionale maggiore si difende con un 16.38 da non buttar via (dopo un 16.05 e un nullo), seppur inferiore alle sua aspettative. La qualificazione era oggettivamente proibitiva: in nove hanno superato il 16.60 richiesto. Per il romano della Studentesca Milardi è un undicesimo posto europeo che non lo accontenta: "L'esperienza è stata grandiosa - commenta - era il sogno di una vita indossare la maglia azzurra in un campionato assoluto. Ma sono sincero, era importante fare qualcosa di buono. L'ho fatto a modo mio, ma così non basta, ambisco a qualcosa di più perché a questo sport io do tutto. Da qui riparto con la voglia di migliorarmi".

L'altra atleta laziale impegnata nel pomeriggio era Erika Furlani. I tre errori alla quota di 1.90 (tra l'altro suo personale indoor) hanno determinato l'esclusione della finale dopo una serie immacolata, senza alcun inciampo a 1.76, 1.81 e 1.86. Alla ventenne delle Fiamme Oro sarebbe servito appunto l'1.90 per assicurarsi la finale di domani.

Nazareno Orlandi



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