Esordio vincente per Stefano La Rosa

01 Marzo 2015

Il toscano si aggiudica la Treviso Marathon con il convincente crono di 2h12:05, grazie ad un deciso cambio di ritmo nella seconda parte di percorso (le due metà di gara cronometrate in 1h06:55 e 1h05:10)

In una giornata di sicuro significato per la maratona italiana, il movimento tricolore scopre un nuovo esponente di vertice. Si tratta di Stefano La Rosa (Carabinieri), che centra un esordio da ricordare sui 42 chilometri, vincendo la Treviso Marathon in 2h12:05. Non si tratta in realtà di una vera sorpresa, perché da tempo si attendeva la “prima” del grossetano sulla distanza lunga, dopo anni da protagonista continentale nel mezzofondo prolungato. Il percorso di preparazione allestito con il coach di sempre, Claudio Panozzo, ha trovato la sua espressione sulle strade trevigiane, al termine di una prova maiuscola e contraddistinta da un notevole negative split. La prima parte di gara, ottimamente lanciata da un Ruggero Pertile sempre più “allenatore in campo” dei maratoneti azzurri, è stata contraddistinta infatti da ritmi regolari e tutt’altro che forsennati (31:57, 1h06:55 alla mezza).

Poi, a scatenarsi, è stato proprio La Rosa, che è prima rimasto solo con il keniano Ngeno (1h34:35 al trentesimo), e poi si è involato solitario verso il traguardo, tagliato in 2h12:05 (seconda frazione in 1h05:10). Performance robusta, che mette il toscano al terzo posto, alle spalle del corregionale Meucci (con il 2h11:10 di Otsu di stamane) nella lista europea stagionale. Esperimento, se tale poteva essere considerato, decisamente riuscito. Con i complimenti agli organizzatori di Treviso che hanno saputo vedere lungo e si sono aggiudicati la performance dell’azzurro. In campo femminile, vittoria per Laura Giordano (Atletica Silca Conegliano) in 2h39:29.

"Era un esordio, e in situazioni del genere non sai mai cosa può accadere - dice Stefano La Rosa - ma tutto è andato bene, a tal punto che mi dispiace anche per non essere passato un filo più forte nella prima metà gara. Aver corso da solo gli ultimi 12 chilometri non mi ha aiutato, certo, in ogni caso mi basta aver capito che in maratona posso provare a dire la mia". La preparazione ha visto il carabiniere di Grosseto allenarsi sulle strade toscane. "Tra casa e il centro di San Rocco, vicino Siena, dove si allena un bel gruppo di atleti ugandesi. Con loro abbiamo stabilito un buon feeling, e questo mi ha portato a sostenere meglio i carichi di lavoro necessari per affrontare la maratona". Il futuro agonistico, però, è tutt'altro che definito. "Voglio confrontarmi con il Direttore tecnico Massimo Magnani, per capire quale possa essere il mio percorso. A breve sicuramente ci sarà una settimana di riposo, e poi, più avanti, un periodo di preparazione in quota negli Stati Uniti la gara di Palo Alto, dove proverò a correre i 10000 metri. Non è escluso che il lavoro per la maratona riesca a darmi un vantaggio nelle prove in pista".

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