Ed Temple, il coach dei coach

30 Settembre 2016

Lo storico allenatore di Wilma Rudolph è venuto a mancare pochi giorni fa. In carriera ha portato 40 atlete alle Olimpiadi, conquistando 13 medaglie d'oro, 6 d'argento e 4 di bronzo. 

di Giorgio Cimbrico

Qualche giorno fa, a 89 anni, se n’è andato Ed Temple, uno dei più grandi allenatori nella storia dell’atletica femminile. Era il coach della Tsu, Tennessee State University, e le sue ragazze sono passate alla storia come le Tigerbelles: la più famosa di tutte, Wilma Rudolph, così grande (la regina di Roma 1960) che alla sua prematura morte, nel 1994, lo Stato decise che il 23 giugno sarebbe stato per sempre il Wilma Rudolph Day per ricordare quella meravigliosa storia di miseria, di malattia, di desiderio di lotta e di riscatto che l’avrebbe portata ai trionfi romani e a simboleggiare le aspirazioni di un’America ancora emarginata.

In tutto questo, Temple ebbe una parte determinante e se la sua grande allieva, la prima a far tris 100-200-4x100 ai Giochi, vive nella ricorrenza voluta dal Tennessee, l’Università in cui lavorò per oltre quarant’anni, dal 1950 al 1993,  lo ha onorato in vita con una statua che chi va Nashville, inseguendo antichi miti musicali, può trovarsi di fronte, nei pressi dello stadio.

La carriera di Ed può essere riassunta in poche e impressionanti cifre: ha portato alle Olimpiadi 40 atlete e ha raccolto 13 medaglie d’oro, sei d’argento e quattro di bronzo. Meglio lui di Glen Mills, l’uomo del miracolo Usain Bolt. Ebbe il posto di tecnico alla Tsu, una delle più tradizionali università nere, nel 1950 e già due anni dopo, a Helsinki, raccolse i primi successi: Mae Faggs e Barbara Jones facevano parte del quartetto che conquistò oro e record del mondo. Poco più tardi incontrò Wilma, alta e sottile, che veniva dal basket. La lanciò sedicenne a Melbourne, in un quartetto tutto Tigerbelles raccogliendo il bronzo dietro Australia e Gran Bretagna.

Era un tecnico duro ed esigente: “Se lo fanno i ragazzi, potete farlo anche voi”, diceva quando alle 5,30 del mattino era in programma il primo allenamento. Subito dopo, le lezioni, “perché se l’atletica vi apre le porte, non dovete dimenticarvi lo studio”. Erano anni duri di segregazione, di lotte e Ed li solcava a modo suo, spedendo in scena, una dopo l’altra le sue Tigerbelles. A Roma fu una marcia trionfale e al ritorno a casa il preside offrì un regalo: un vecchio pullman DeSoto per le trasferte più lunghe. L’autista sarebbe stato Ed, a spasso con le sue velocissime ragazze.

Nel ’64 a Tokyo venne il tempo di Wyomia Tyus e di Edith McGuire, padrone dei 100 e ei 200, e quattro anni dopo Wyomia diventò la prima della storia a confermare il titolo dello sprint breve. L’ultima sua scoperta fu Chandra Cheeseborough, argento nei 400 e doppio oro in staffetta a Los Angeles ’84. Proprio Chandra, nel ’99, avrebbe preso il posto del suo vecchi coach alla Tsu. Qualche giorno fa è stato inaugurato a Washington il nuovo Museo della Storia e della Cultura Afro-Americana: in una delle vetrine, una tuta e un paio di scarpe chiodate delle Tigerbelles. Le ragazze di Ed Temple.

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