Ecco Fiona, domenica esordio a Pavia



Sono passati quasi nove mesi, da Atene. Un periodo lungo per chiunque, addirittura lunghissimo per un’atleta. Fiona May lo sa bene. Domenica pomeriggio, a Pavia, nel corso del Memorial Graziano Della Valle (organizzato dalla sua società, la Libertas Cento Torri), l’azzurra tornerà a graffiare una pedana di gara, nove mesi dopo un’Olimpiade conclusa in lacrime, sospesa tra propositi di ritiro e furiosi progetti di rilancio. Duecentosettanta giorni lunghi come una vita, nel corso dei quali Fiona si è chiesta soprattutto cosa fare del proprio futuro, in quelli che verosimilmente saranno gli ultimi anni della sua carriera di atleta. Poi, una volta presa la decisione di andare avanti, l’immersione, totale e silenziosa, nel lavoro quotidiano. Di dimensioni - si dice - ciclopiche. “E infatti – racconta la May – il tendine d’Achille della gamba di stacco ha cominciato a far male. Nulla di preoccupante, in realtà, solo una lieve infiammazione. Ma per me è un fatto nuovo, quindi ho voluto approfondire la diagnosi, e successivamente far tutto ciò che è necessario per guarire nel migliore dei modi”. Che tipo di preparazione hai svolto in inverno? “Ho cercato soprattutto di recuperare la forza persa con la nascita di Larissa, e che tanto ho inseguito nel corso delle ultime due stagioni. Era quello, con ogni probabilità, il tassello mancante; nel salto in lungo non si può prescindere dalla forza. Tanto meno posso farlo io, per le mie caratteristiche, per il tipo di gesto che eseguo. I risultati sono più che incoraggianti, anche i test svolti in palestra e sul campo dicono che la strada intrapresa è quella giusta”. A che punto sei, sulla strada verso la migliore condizione? “Diciamo che mi manca ancora qualcosa in brillantezza, in velocità, nella risposta dei piedi sulla pedana. Ma è normale, è giusto così in questo periodo dell’anno. Il momento della verità deve ancora venire, dovrò essere al top in due fasi, nel 2005: nella Coppa Europa della mia Firenze, e per i Mondiali di Helsinki. C’è ancora tempo, più di un mese”. Firenze ed Helsinki. Luoghi (e gare) importanti per Fiona May. “Sì, è vero: i Mondiali, la Coppa Europa (dodici partecipazioni, nove in azzurro, ndr), ma soprattutto l’idea di saltare a Firenze, sono di grande stimolo per me. E’ la mia città, vivo qui da così tanto tempo, mi sento di giocare davvero in casa. Le avversarie saranno di livello eccellente, e la pedana dello Stadio Ridolfi lo è altrettanto. Voglio fare una gran bella gara, che mi permetta anche di prendere il volo per i campionati del mondo (che Fiona ha vinto due volte, nel 1995 e nel 2001, ndr)”. In tutto questo, come si inquadra la prova di domenica a Pavia, e che tipo di risultato ti aspetti? “Pavia è l'approccio alla stagione, ed in questo senso va interpretata il test di domenica. Cerco buone sensazioni ed una misura incoraggiante, alla luce del problema al tendine e del lavoro da svolgere ancora. Dopo Pavia, andrò a Doha (il 17 maggio), e poi al meeting di Milano del primo giugno. In linea generale, quest’anno credo che farò poche gare, e per almeno due ragioni: la prima, è che ce ne sono poche in senso assoluto, considerato che nel 2005 la Golden League propone il Triplo e non il Lungo; e poi, diciamolo, anche perché devo centellinare gli impegni, non posso permettermi di affrontare troppe competizioni”. Chi guida oggi le tue scelte tecniche? “Gianni, mio marito. E’ lui che mi segue quotidianamente, che ha impostato con me i programmi di allenamento. Con “tuccia” (Gianni Tucciarone, ndr) ci sentiamo spesso, confrontiamo le nostre idee, esaminiamo i riscontri d’allenamento”. Hai deciso di continuare a saltare. Come ci sei arrivata? “E’ stato un percorso difficile, ma del quale sono assolutamente soddisfatta. Ho cercato me stessa, per prima cosa. Ho chiesto a Fiona cosa realmente volesse fare, e l’approccio alle cose, conseguentemente, è venuto più facile. Ho cercato di eliminare dalla mia vita tutte le negatività, riscoprendo la gioia di fare ciò che amo di più, per il mio personale piacere, e non per assecondare le richieste degli altri”. Marco Sicari
Nelle due immagini d'archivio, Fiona May in azione (Omega/FIDAL).




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