Donato: ''Con l'amaro in bocca''

14 Agosto 2014

Le dichiarazioni post-gara degli azzurri impegnati nella sessione pomeridiana della terza giornata degli Europei di Zurigo

Fabrizio Donato (salto triplo): "Sinceramente avrei preferito farmi un altro genere di regalo per il mio compleanno, ma forse quest'annetto in più sulle spalle alla fine ha pesato più del previsto. I salti nulli non erano un granchè e sicuramente al di sotto del 16,66. In uno degli ultimi ho avvertito un crampo, ma niente di grave. Diciamo che oggi era una giornata con poca luce per me. Certo che, a parte l'oro di Compaorè, vedere che per le altre medaglie bastavano poco più di 17 metri, mi lascia parecchio amaro in bocca".

Fabrizio Schembri (salto triplo): "Purtroppo pago le incertezze fisiche e tecniche che mi porto dietro dall'inizio dell'anno e che qui purtroppo si sono moltiplicate. E' un vero peccato perchè se fossi stato nelle migliori condizioni, un salto dalle parti del podio (bronzo a 17,04 e argento 17,09, ndr) non sarebbe stato impossibile".

Diego Marani (200 metri): "Che tempo, ragazzi! Era da un pezzo che ci giravo intorno quest'anno. Sì, è fantastico essere il terzo italiano di sempre, ma quello che adesso mi rende più felice è aver conquistato la mia seconda finale europea. Nel 2012 ad Helsinki sono arrivato settimo, stavolta voglio provare ad essere un protagonista tra i primi otto d'Europa. L'obiettivo era arrivarci senza passare dai ripescaggi, e ci sono riuscito. Le condizioni c'erano tutte: la forma fisica, una pista veloce e un treno come Lemaitre a cui fare riferimento in gara. Quando al traguardo sul display ho visto che lui aveva vinto in 20.26, mi sono reso conto che era fatta anche per me. Con quasi un giorno di recupero davanti posso ricaricarmi, ma vi assicuro che ho ancora molto da dare".

Eseosa Desalu (200m): "Lo sforzo della batteria in 20.55 si è fatto sentire. Di testa stavo a 1000, ma fisicamente le pile erano un po' scariche. Eppure anche in semifinale ho fatto meglio di quello che fino a ieri era il mio personale (20.78, ndr).

Ora concentriamoci sulla 4x100, con tre semifinalisti e un finalista nelle gare di velocità possiamo essere un bel quartetto".

Marzia Caravelli (200m): "Non era semplice, ma questo era l'occasione giusta per provare a scendere sotto il muro dei 23 secondi. Batteria e semifinale mi hanno dato fiducia, era la prima volta come velocista per me in una rassegna internazionale in una gara senza ostacoli. Adesso vediamo cosa riusciremo a fare con la 4x100".

Irene Siragusa (200m): "Sono partita un po' più lenta rispetto a stamattina, ma poi è venuto fuori un bel lanciato. Finora per me è stata la stagione del 2 come i titoli italiani assoluti, le medaglie ai Mediterranei under 23 e i primati personali tra 100 e 200. Aver corso quattro gare in tre giorni con queste sensazioni e a giudicare anche dai risultati delle mie compagne, mi dà la carica per la 4x100. Non vedo l'ora di tornare in pista per la staffetta!"

Martina Amidei (200m): "Per due centesimi non è il mio personale, ma arrivarci così vicina in un contesto del genere per me vale tantissimo. E' un'esperienza che mi ha dato degli stimoli fortissimi e che voglio concludere al meglio con una bella prova in staffetta".

Yuri Floriani (3000SC): "Di testa non mancava nulla, semmai c'erano di meno le gambe. Sono partito con un fastidio al polpaccio e caviglia sinistra. All'inizio ho provato a stare nelle prime posizioni per stare nel vivo della gara, ma quando ho visto che sul più bello non c'ero, non sono riuscito ad avere la reazione giusta. Ad Helsinki nel 2012 era arrivato sesto, mi sarebbe piaciuto riconfermarmi, ma purtroppo non è andata così".

Yadisleidy Pedroso (400hs): "Ho centrato il primo obiettivo di questa trasferta: la finale. Sinceramente pensavo di essere scesa sotto i 56 secondi, ma è comunque bastato per proseguire questa bella avventura.

Ho un piccolo fastidio al piede sinistro che un po' si fa sentire quando forzo, ma dopodomani in finale sono pronta a stringere i denti e lottare fino all'ultimo metro. Per avere ambizioni bisognerà correre molto vicina al personale (che è anche il record italiano 54.54, ndr)".

Paolo Dal Molin (110hs): "Che rabbia! La finale per me era già questa. Lo avevo capito in batteria, mi aspettavo di far meglio, ma ho fatto fatica. Tre ostacoli abbattuti e una manata rimediata a metà gara dal greco che correva nella corsia accanto hanno fatto il resto. Il livello in Europa è cresciuto, ma con una preparazione senza intoppi, avversari come questi non mi fanno paura. Adesso non voglio andare in vacanza, ma continuare ad allenarmi per provare a fare ancora un paio di gare. Per colpa degli infortuni, la mia stagione è iniziata troppo tardi ed ho voglia di togliermi qualche soddisfazione".

Norbert Bonvecchio (giavellotto): "Non mi sono certo fatto un bel regalo di compleanno. Non era a Zurigo che avrei dovuto fare la peggiore gara di una stagione finalizzata tutta sugli Europei. Sono stato poco lucido, in fondo alla rincorsa il piede invece che bloccarsi scivolava. Non me lo so spiegare".

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