Donato: ''Argento, una medaglia per due''

05 Marzo 2017

Agli Europei Indoor di Belgrado, il capitano della Nazionale racconta la gara che l’ha visto tornare sul podio continentale. Stavolta anche nella sua nuova dimensione di atleta-allenatore di Andrew Howe.

di Alessio Giovannini

Il capitano porta la bandiera sulle spalle a Belgrado. Per un attimo il tricolore scivola a terra, ma per Fabrizio Donato è qualcosa che non può essere. Quella bandiera deve stare lì con lui. Orgogliosamente anche stavolta. Come a Torino 2009, Parigi 2011, Helsinki e Londra 2012. Tappe e sigilli di una carriera dalle mille vite: "Questa medaglia più che inaspettata è stata sofferta - commenta il triplista laziale, 40 anni, 6 mesi e 22 giorni sulla carta d'identità -. Come al solito si è messo in mezzo qualche doloretto che ha complicato le cose ed oggi in finale è arrivato un risentimento al bicipite femorale destro. Ho saltato al 70-80% delle mie possibilità, gestendo la situazione e la paura di potermi fare male".

Ha aspettato di provare la pedana di gara alla vigilia degli Euroindoor, ma ogni dubbio si è dissolto nel giro di un paio di rincorse e qualche balzo. Fabrizio sa ascoltarsi e si conosce bene. "Per fortuna in finale è bastato un solo salto con una misura che dentro di me sentivo di valere in questo momento. Le cose semplici non mi sono mai piaciute perché quelle difficili sono più belle!".

Questo argento è anche la prima medaglia della sua nuova vita da atleta-allenatore di Andrew Howe: "Questa cosa mi fa sorridere, mi emoziona e mi diverte. Ci ho pensato tanto prima di intraprendere questo percorso con Andrew. Non sapevo se sarebbe stata la cosa giusta, ma sono riuscito a dimostrare soprattutto a me stesso che si può fare. Basta volerlo e non smettere di crederci anche grazie alla passione di un team di lavoro che, nel nostro caso, può contare sul nutrizionista Carmine Orlandi, il fisioterapista Matteo Pusceddu, Tommaso Mattei per la core stability, Stefano Serranò e lo psicologo sportivo Claudio Robazza. Senza dimenticare gli insegnamenti di Roberto Pericoli, per tanti anni la mia guida tecnica. E poi con un compagno di allenamento come Andrew è tutto più semplice. Questa medaglia al 50% è anche per lui perché mi sopporta tutti i giorni e per me è una spinta eccezionale".

Intorno a lui i tanti riflessi di una vita in cui Donato, ogni giorno, deve essere l'atleta, l'allenatore (di se stesso e di Howe), il marito e il padre. "Accanto a me - prosegue il bronzo olimpico - ho poche persone, ma speciali. Questo argento non posso non dedicarlo a mia moglie Patrizia e alle mie figlie Greta e Viola". 17,13 è una misura abbondantemente oltre il 16,80 del pass per i prossimi Mondiali. "Eh sì, questa estate niente mare perché si torna a Londra, dove nel 2012 ho vinto il bronzo olimpico. Ho cominciato a pensarci il 16 agosto a Rio subito dopo la mancata qualficazione alla finale olimpica: avevo voglia di rimettere subito ad allenarmi, ma provando a sperimentare per trovare nuovi stimoli. Ai Mondiali speriamo di essere in due...". Donato, participio passato? No, infinito presente.

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