Di Martino vola: a Torino firma subito 1,98



La stella non delude le attese, e concede una raffica di emozioni su quella che dev'essere considerata, risultati alla mano, la "sua" pedana. Antonietta Di Martino apre la stagione della riscossa con un notevole 1,98, quota della seconda miglior prestazione mondiale dell'anno (alla pari della statunitense Howard, e dietro la croata Vlasic, salita a 2,05 nel super meeting di Doha). Roba da tornare a pensare in grande, all'alba di una estate che porta dritto al Mondiale di Berlino. Rapida in pedana, tirata come nelle occasioni migliori, e anche un pizzico più "cattiva": Di Martino è uno spettacolo, e la sua rincorsa è finalmente tale anche in curva, proprio come nel 2007. La progressione fila via tutta alla prima prova: 1,83; 1,87; 1,91; 1,95 (il salto più bello, un palmo più alto dell'asticella); 1,98. A quota due metri, la salernitana, già soddisfatta (e vincitrice addirittura dall'1,95), infila tre nulli, ma si può sicuramente essere contenti così. E' anche la serata di Fabrizio Schembri, che sceglie Torino per rompere ogni indugio e proiettarsi oltre, molto oltre i 17 metri. Apre con il personale a 17,14 (+1.9 m/s; era arrivato a 17,12 in inverno), poi sale ancora a 17,16 (+1.0), prima di volare a 17,27 (+0.9), primo posto parziale davanti a un mostro sacro come il britannico Idowu (che poi vendica immediatamente l'affronto, atterrando a 17,60, cifra della vittoria, ma non importa...). Il quarto è un passaggio d'emozione a 16,87, onda lunga che si prolunga in un improbabile 15,45. La chiusura, con gli applausi a scena aperta, è a 16,94. "Volevo a tutti i costi il minimo per i Mondiali di Berlino - racconta Schembri - e sono felice soprattutto per averlo ottenuto. Il pubblico di Torino, e la pedana del Ruffini hanno fatto il resto".

Fabio Cerutti (Fiamme Gialle) sente aria di casa, e si butta a capofitto sul rettilineo di pista firmato Mondo. In batteria firma un 10.31 che diventa notevole alla luce del vento contrario (-1.3). In finale peggiora di due centesimi (10.33), ma Eolo è ancora più severo (-2.3 m/s). Arriva in ogni caso la vittoria, e i battuti sono clienti di prim'ordine: i giamaicani Mullings (stesso tempo dell'azzurro) e Thomas (10.51), l'australiano Moseley (10.49). "Sono molto soddisfatto - le parole del finanziere - correre intorno a 10.30 con queste condizioni vuol dire poter ambire a tempi di livello internazionale. E la vittoria contro questi avversari è un'altra bella soddisfazione". Gli 800 donne mettono in luce non una, ma due donne in azzurro. La prima, è sicuramente Elisa Cusma (Esercito), che vince in 2:00.13, resistendo nel finale alla risalita della russa Kostetskaya (2:00.24), ma va messa in prima fila anche Daniela Reina (Fiamme Azzurre), che nella serata torinese si laurea definitivamente ottocentista chiudendo da terza con il personale portato a 2:01.91 (con un mezzo stop ai 600 metri causato dal contrasto dell'altra russa Klyuka). "Volevo solo vincere - le parole della Cusma - in queste gare non c'è molto altro da ottenere. Piuttosto, voglio correre presto un bel 1500, la vittoria in Coppa dei Campioni mi ha dato fiducia su questa distanza. Sono carica di lavoro, il clou della stagione è ancora lontano". E' contenta ovviamente anche Daniela Reina: "Ho lavorato duramente in inverno per affrontare bene gli 800 metri, peccato per quel contatto, ma questo risultato è un'iniezione di fiducia".

L'alto maschile non regala le stesse vibrazioni di quello donne. Si impone il bielorusso Zaytsev con 2,28, mentre Giulio Ciotti (Fiamme Azzurre, secondo con 2,25) è il migliore in casa Italia. Alessandro Talotti (Carabinieri) è terzo con 2,22, ma si fa apprezzare anche il 20enne Marco Fassinotti (Atletica Mizuno Piemonte), che ottiene la stessa misura, condivisa anche da Nicola Ciotti (Carabinieri). Stephanie Durst vince i 100 metri, contro più di un metro e mezzo d'aria in faccia, in un 11.37 che è ordinaria amministrazione; dietro di lei le azzurre fanno fatica, e tra loro si distingue solo Maria Aurora Salvagno (Aeronautica), che fa 11.75. Audrey Alloh (Fiamme Azzurre) è più indietro a 11.93, mentre Vincenza Calì (Fiamme Azzurre) è irriconoscibile, con le frequenze che entrano dopo pochi appoggi, addirittura a 11.98 (0.222 di reazione). Vento contrario costante sul rettilineo principale: a pagare sono anche gli ostacolisti. Nella gara donne, vince la statunitense Yvette Lewis, con 13.00 (vento - 1.5 m/s), ma si fa apprezzare Micol Cattaneo (Carabinieri), quarta con un 13.19 da sottolineare viste le condizioni. Solo gli uomini, che hanno la fortuna di correre più tardi, trovano l'aria ferma. Ma tra loro non c'è il cubano  Dayron Robles, che al termine di una singolare vicenda con gli organizzatori, sceglie di non correre. Vince lo statunitense Dexter Faulk in 13.29; Alterio (Fiamme Gialle) e Abate (Fiamme Oro) sono oltre i 14 secondi (14.02 e 14.05).

Di notevole livello la gara di martello donne che ha aperto la serata. Si è imposta la campionessa del mondo di Osaka 2007, la tedesca Betty Heidler, davvero a proprio agio sulla pedana del Ruffini, con 74,33. Dietro di lei, altre due atlete sopra i 70 metri, la polacca Wlodarczyk, 71,33, e la bielorussa Pchelnik, 71,20, mentre il derby tricolore tra Clarissa Claretti e Silvia Salis è andato alla prima, con misure al di sotto dei 70 (appena un pizzico, 69,98 per la portacolori dell'Aeronautica, 67,95 per quella della Forestale). Grande corsa nei 3000 metri. Il keniano Vincent Chepkok supera nel finale il britannico Mo Farah, ma è uno sprint che arriva al termine di una galoppata superlativa (2:31, 4:06): il cronometro dice 7:37.40 per il vincitore, che trascina Farah sotto i 7:40 (7:39.02). Si migliorano - finalmente - e di parecchio, anche due puledri italiani, i toscani Daniele Meucci (Esercito, 7:52.69) e Stefano La Rosa (Carabinieri, 7:53.30). Doppio elogio per loro, anche per il coraggio dimostrato - finalmente - in corsa.

Nel giro di pista il britannico Tim Benjamin è l'unico a scendere sotto i 46 secondi (45.80), mentre Andrea Barberi (Fiamme Gialle) fatica da morire sul rettilineo conclusivo, e chiude con un modesto 47.11. Dietro di lui, cresce la condizione del sudafricano Oscar Pistorius, che arriva allo stagionale di 47.20. Nel getto del peso la bielorussa Natalia Mikhnevich centra i 19,56 e firma il record del meeting. Le azzurre non sono in una serata da ricordare: Chiara Rosa (Fiamme Azzurre) si difende, con due lanci oltre i 18 metri (18,26, 18,09), mentre Assunta Legnante (Italgest) è stabile poco oltre i 17 metri (17,22 di migliore). Chiusura con gli 800 metri di Abubaker Kaki, che non si fa pregare per stampare un tempo di assoluto rilievo. La lepre Abubakr esagera un po', passando a metà in 48.90, ma il reuccio del doppio giro non si scompone nemmeno quando, ai 600, sente il fiato del lettone Milkevics, abile a calibrare l'impegno su ritmi più sensati. Nella retta d'arrivo Kaki mette sul tavolo tutta la sua classe e termina, regale, in 1:44.25, mentre Milkevics fa suo un buon 1:45.36. In scia la coppia della Pro Patria Milano composta da Goran Nava e Mario Scapini firma i nuovi personali, correndo rispettivamente in 1:46.63 e 1:48.06.

m.s.

Nella foto in alto, Antonietta Di Martino; in basso Fabrizio Schembri  (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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