De Luca: ''Il crono che volevo''

15 Agosto 2014

Le dichiarazioni post-gara degli azzurri impegnati nella sessione mattutina della quarta giornata degli Europei di Zurigo

Marco De Luca, dopo il settimo posto in 3h45:25 nella 50km di marcia, piange lacrime di felicità e abbraccia il suo allenatore Patrizio Parcesepe: "Era da tanto che cercavo questo tempo. Quest'anno io e il mio tecnico abbiamo scelto di cambiare diverse cose nella preparazione, cercando brillantezza nella strada della 20km. Vi assicuro che non è stato facile dover buttar giù il 51° posto in Coppa del Mondo a Taicang. Questa era di fatto la mia prima 50km del 2014 e onestamente prima della gara non avevo sensazioni buonissime, ma ringrazio chi mi è stato vicino in questo periodo a partire dalla mia famiglia e dalle mie due bambine che al telefono mi hanno detto "Forza papino". Questa prestazione è frutto del lavoro anche di altri che mi hanno assistito come lo psicologo Umberto Manili, il fisioterapista Vincenzo Ciurleo e la dottoressa Elena Sangiorgi, senza dimenticare il mio club, le Fiamme Gialle. Oggi ho fatto più di mezza gara praticamente da solo ritrovandomi tra il ritmo troppo forte dei battistrada e quello troppo lento del gruppo dietro. Alla fine ne sono usciti oltre un minuto di primato personale nella gara del record del mondo, il quinto posto nelle liste italane all-time e il mio terzo Europeo di fila tra i primi otto: io ci sono, anche stavolta!".

Teodorico Caporaso (50km): "Dopo Coppa del mondo sono stato fermo un mese e mezzo per un problema fisico e così ho dovuto rincorerre la preparazione per essere al meglio qui. Ho fatto una gara sul mio ritmo e controllando sono riuscito a riprendere qualche posizione. A fine ottobre mi laureo in Ingengneria Meccanica a Napoli con un tesi sullo sviluppo di un accelerometro per la valutazione della fase aerea nella marcia. Magari un giorno potrà essere di supporto ai giudici".

Jean-Jacques Nkoulukidi (50km): "Intorno al 15° chilometro ho avuto un problema articolare alla gamba destra che mi ha fatto irrigidire, rendendomi difficile assecondare certi cambi di ritmo. Rispetto ad altre occasioni, però, oggi non sono andato in picchiata e penso di aver saputo reagire meglio a questo imprevisto".

Alessia Trost (salto in alto): "Le sensazioni sono state buone. Nei primi salti è stato un po' complicato, la pioggia e la pedana bagnata mi hanno creato un po' di difficoltà soprattutto legate alla paura. 1,85 non è stato un buon salto ma poi ho ritrovato il ritmo giusto e aver superato 1,89 al primo tentativo è la cosa che mi dà più sicurezza. La pedana è molto dura e risponde molto bene, richiede di abituarsi ma credo possa dare buoni risultati. Per il podio finale con Blanka Vlasic fuori dai giochi vedo favorite la spagnola Ruth Beitia, la russa Mariya Kuchina e la polacca Kamila Likwinko vedremo come evolverà la gara, il meteo cambia di ora in ora e questo potrebbe riservare delle sorprese". Quanti salti nelle gambe? "A differenza di qualche settimana fa ore ne ho parecchi... spero che siano uno uguale all'altro, adeguati tecnicamente".

Chiara Rosa (getto del peso): "Penso sia stata la gara più difficile della mia vita: il diluvio universale, il dolore al tendine d'Achille destro per via della temperatura, la mano di lancio che mi fa male... ma non cerco scuse e dico che sono contenta di andare in finale. Dopo il primo lancio mi sono un po' spaventata, il secondo mi è scivolato, alla fine la misura è rimasta corta ma cercherò di migliorarmi domenica". Christina Schwanitz? "Una spanna sopra le altre, credo volesse lanciare con il peso da cinque chili - scherza - ma non le è stato permesso". Nell'ultima edizione Chiara Rosa è sul podio. "Sono venuta qui perché da bronzo in carica ci tenevo a essere in pedana nonostante le difficoltà e i dolori non piccoli delle ultime settimane. Non so resistere alla maglia azzurra e ci proverò fino alla fine come sempre. 18 metri fatti domenica potrebbero valere un posto nelle otto. Per prendere una medaglia invece ci vorrebbe una giornata straordinaria, proprio come quella che ho avuto tre anni fa".

Soufiane El Kabbouri (qualificazioni 1500, prima di venire riammesso alla finale per essere stato danneggiato): "Purtroppo lo spagnolo David Bustos che era davanti a me è caduto, io ho provato a saltarlo ma lui finendo a terra ha alzato le gambe e sono ruzzolato anch'io. È la seconda volta che mi succede quest'anno dopo il meeting di Lignano. Sono molto deluso perché sono veramente in ottima forma e so di aver preparato questa manifestazione al meglio. Mi sono rialzato e ho concluso la gara, dando tutto quello che avevo per onorare la maglia azzurra. È la mia prima esperienza in una gara così importante, volevo raccogliere tutta l'esperienza possibile e penso di aver imparato qualcosa: che queste cose non si possono prevedere. È un peccato".

Mohad Abdikadar (batterie 1500): "Mi è mancato l'ultimo giro, sono molto deluso. Non è stata una gara tirata ma piena di strappi, ho cercato di stare davanti fino alla fine ma agli ultimi 300 metri non avevo più energie per la volata".

Valeria Roffino (3.000 siepi): "Sono molto delusa anche perché la finale era vicina, abbordabile. Mi dispiace moltissimo, oggi le gambe non giravano. Ho provato a fare una gara d'attacco ma sarei dovuta partire più forte e provare a fare il personale, invece abbiamo tenuto i ritmi bassi e nel momento decisivo non ho avuto il cambio di ritmo. Speravo di valere il personale, stavo bene, sarebbe bastato ampiamente per andare in finale. Imparerò per il futuro".

Valentina Aniballi (qualificazioni disco): "Mi sarei voluta fare un regalo di matrimonio, mi sposo la prossima settimana e invece purtroppo sono stata la prima delle escluse, per 22 centimetri. Mi dispiace perché ho dimostrato di poter entrare in finale nonostante una pedana difficile e bagnata. Lo dimostra il fatto che molte ragazze oggi hanno faticato, alcune lanciando decine di metri in meno del primato stagionale". In finale Sandra Perkovic sarà imbattibile? "Sì. Ha avuto qualche problema nei lanci di riscaldamento ma poi in gara si è trovata come a casa sua, ottenendo la qualificazione diretta al primo lancio".

a.g. / a.c.s.

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