Dal Mare alla Montagna. Un'ascesi dantesca vista da Michele Licheri.



La discesa di Dante Alighieri all'inferno non fu certo facile. Un viaggio segnato da visioni, annunciazioni, incontri, verità e sentenze, alternando narcolessia a lucidità, psicotropia, psichedelia, poesia a normalità. Per giungere, infine, ad un risultato "filosoficamente alto" che dopo la catarsi ha partorito la divina opera. Altrettanto difficoltosa e non priva di prove ordaliche è stata la dodicesima edizione della corsa su strada denominata DAL MARE ALLA MONTAGNA. Teatro della tenzone podistica il tracciato stradale che dalla spiaggia della Poglina porta su, dopo circa 18 km, a Villanova Monteleone. Paese di decaduto lignaggio, ma pur sempre ben tenuto e patria di uno dei poeti più importanti della Sardegna: Remundu Piras. Al poeta in questione è dedicato anche un premio poetico-letterario che Biddanoa organizza e ospita annualmente. Dicevo di Dante, in apertura; se il "sommo" è disceso per scoprire e scandagliare in una sorta di viaggio mistico l'inferno, al contrario, gli atleti ne hanno scoperto le fiamme dolenti nell'ascesa posta tra lido e borgo. I podisti, però, son razza indomita e niente ha potuto arrestare, tanto meno rallentare, la corsa verso il traguardo dei circa cento partenti che hanno scalato, caparbi e coscienti dell'impresa, per il solo piacere di arrivare. Tagliare il traguardo è stato simile al nirvana! Alla partenza, le condizioni climatiche non erano assolutamente ottimali: bonaccia con mare davvero piatto e cielo velato a pelo d'acqua in una stasi di correnti e venti in cui si sudava da astanti. Consolava la vista, anche se appannata, verso il mare di lido in lido sino all'estrema scogliera bianca di "Punta Cristallo"; verso le alture verdi che alternavano, salendo, macchia mediterranea odorosa a bosco lussureggiante. Alle nove e trenta la partenza. Così da liberare la carovana podistica scalpitante verso la libertà, verso il giudizio di dio. Una piccola porzione del tracciato ( sull'Alghero-Bosa) era un falsopiano che permetteva una corsa ancora fluida e schioppettante; il resto, una volta svoltati a sinistra direzione Villanova, tornanti dalle pendenze alpine sino ad un lieve addolcimento delle salite nella seconda parte del percorso. Ogni atleta ha osato sfidare le leggi di gravità e di resistenza gettando, ognuno personalmente, il proprio cuore oltre l'ostacolo; ma in barba alla cinematica e alla fisiologia, pur consolati dagli orizzonti e dall'acqua fresca delle fontane e dei ristori provvidenziali ed ottimali, ogni limite è stato vinto. Ha tagliato per primo il traguardo il marocchino di Sardegna Qualid Abdelkader; tra le donne, la mammina volante di Ploaghe, Jessica Pulina. Oltre le mamme volanti, anche un nutrito numero di nonne, altrettanto volanti, ha tagliato il traguardo. E ciò evidenzia quanto qualitativo e longevo sia il movimento atletico isolano. Giustamente premiati gli atleti con prodotti locali di qualità, assoluti e per categoria, e altrettanto ristorati al meglio con formaggi della Valle Del Temo, salumi, dolci, frutta, etc. Pane e vino non sono mancati; tanto meno i brindisi di arrivederci. Un ringraziamento particolare va ai numerosissimi cittadini che hanno accolto tutti gli atleti non lesinando incitamenti e appalusi; un bel finale d'opera degno di un bel paese. Ciao Villanova Monteleone, grazie, nos bidimos luego! (foto archivio fidalsardegna)

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