Daegu: harakiri di Bolt, i 100 a Blake



L'oro dei cento metri mondiali è sì della Giamaica, ma non di Usain Bolt, squalificato per una falsa partenza che ha messo k.o. i nervi di più di un avversario. L'oro è di Yohan Blake (9"92/-1.4), il più giovane del gruppo dei caraibici di vertice, davanti allo statunitense Dix (10"08) e all'incredibile Kim Collins (10"09), eroe nazionale di St.Kitts & Nevis. Nelle altre finali dove non erano impegnati atleti italiani, sono state assegnate due medaglie d'oro agli Stati Uniti con Brittney Reese (6,82/+0.1) nel salto in lungo femminile e Trey Hardee (8.607 punti) nel decathlon che hanno così confermato il titolo iridato di Berlino 2009. Nel disco femminile primo oro cinese e asiatico nella specialità, grazie al 66,52 di Li Yanfeng. Nel pomeriggio mondiale di Daegu si sono disputate anche le tre semifinali degli 800 metri maschili, che hanno promosso alla finale tutti i migliori atleti, a partire dal primatista mondiale David Rudisha.


Le finali: 100 maschili

Succede l'imprevedibile, l'incredibile, l'inimmaginabile: la spada di Damocle del regolamento impietoso, che mette fuori gioco chi si addossa la responsabilità di una falsa partenza, si abbatte sul faro mediatico dell'atletica mondiale, Usain Bolt, che schizza dai blocchi in netto anticipo, facendo harakiri in un secondo. Via in un attimo la maglia, la medaglia e la sicurezza, appena resosi conto della portata del guaio combinato sui blocchi. La tensione, già alle stelle, sale a livello galattico, per un oro che doveva essere di nessun altro. Se lo prende il più freddo di tutti, Yohan Blake, che ai 30 metri scappa via dall'ombra di Collins, un razzo dai blocchi, e chiude senza rivali in 9"92 con vento contrario di quasi un metro e mezzo. L'argento va al bravissimo Walter Dix in 10"08, ancora una medaglia conquistata negli ultimi centimetri, che riprende sul traguardo Kim Collins, prodigioso nel portare a casa il bronzo (10"09), il secondo dopo quello di Helsinki, la terza medaglia mondiale dopo l'oro di Parigi, ma soprattutto bravo a restare mentalmente "dentro" la finale dopo l'uscita di Bolt. La tensione ha lacerato anche l'anima di Christophe Lemaitre, che non ha saputo imboccare la via del cancello spalancatoglisi davanti con la squalifica di Bolt. E' quarto in 10"19. Sotto choc Nesta Carter, rimasto indietro senza correre (10"95).

Prima dell'apoteosi, nella prima semifinale si è fatto fuori da solo Dwain Chambers, squalificato per falsa partenza. Al replay sui blocchi, Blake si rialza coi tempi giusti e va via in accelerazione che è una bellezza, vincendo in 9"95 con leggero vento contrario. Secondo è Dix nel rispetto dei pronostici, terzo il campione europeo junior Jimmy Vicault, quarto Bailey, che saranno ripescati per la finale. Nella seconda Bolt lampeggia meno che in batteria ma vince nettamente in decontrazione, Lemaitre fa il suo, uscendo dopo i 50 metri regalando un metro agli avversari. Nella terza, "Speedy" Collins lascia sul posto Nesta Carter e guadagna l'ennesima finale mondiale dopo essersi dichiarato "ex". Scherzava. Gatlin chiude la recita mestamente, senza lasciare traccia, in 10"23.

Le altre finali: salto in lungo femminile

Finale tecnicamente meno che modesta, vinta per la seconda volta consecutiva dalla statunitense Brittney Reese, ma con la peggior misura della storia dei campionati del mondo, un 6,82 ottenuto in apertura, seguito da cinque salti nulli. Solo la bielorussa Mironchik tiene in apprensione l'americana a metà gara, poi la misurazione sancisce lo scampato pericolo a 6,74. Al quinto turno la russa Olga Kucherenko si è messa in tasca l'argento con 6,77, in extremis la lettone Ineta Radevica è salita sul podio con 6,76, confermando l'oro di Barcellona Misure da dimenticare, ci si garantiscono gli ultimi tre salti di finale con 6,39. Suicidio della statunitense Jimoh, tre nulli. Le altre? Non pervenute, compresa la sinuosa Klishina, sei metri e mezzo e giù dal podio, e l'olimpionica Maggi, spentasi a 6,17.

Disco femminile, primo oro cinese

Per la prima volta nella storia dei mondiali l'oro va a una lanciatrice cinese, la 32enne Li Yanfeng, leader mondiale stagionale, l'unica a superare i 66 metri con 66,52 al secondo lancio. Medaglia d'argento alla tedesca Nadine Muller (65,97), che dopo un ottimo avvio si spegne ma riesce a tenere un gradino sotto la cubana Yarelis Barrios, bronzo per il terzo podio mondiale consecutivo con un miglior lancio di 65,73. Molto deludente la campionessa uscente Dani Samuels, solo decima con 59,14. Grazie all'argento della Muller, la germania rafforza la leadership nel medagliere storico della specialità, che ora conta tre ori e tre argenti.

Decathlon, bis di Hardee

Trey Hardee, come la Reese nel salto in lungo, ha apposto il secondo sigillo iridato consecutivo, il settimo per gli Stati Uniti nel decathlon in tredici edizioni del Mondiale. Decisiva la seconda giornata, quando ha preso il comando su Eaton con ottime prove di disco, asta e giavellotto, dove ha centrato il personale. Il fortissimo Eaton ha deluso, l'ucraino Kasyanov è crollato proprio con il giavellotto, punto di forza del cubano Leonel Suarez, autore della consueta grande seconda tornata di gare. Oro a Hardee, argento a Ashton Eaton che riacchiappa il cubano Suarez in extremis nei 1500 metri. Per il caraibico la medaglia di bronzo, quasi una delusione per come sono andate le cose. I punteggi: per Hardee l'oro con 8.607 punti, per Eaton 8.505, per Suarez la beffa del bronzo a quattro punti da Eaton, 8.501. quarto il russo Drozdov con 8.313.

800 maschili, semifinali

Tre serie con tensione allo spasimo, due qualificati di diritto e due ripescati grazie ai tempi: nella prima il sudanese Kaki va via di slancio per mettere al sicurola qualificazione, ma paga quanto speso il giorno prima in batteria. Viene colmato il gap scavato dopo il primo giro, e addirittura scavalcato via via dallo junior etiope Aman, intelligente tatticamente quanto basta nonostante la giovanissima età, e dal polacco Lewandowski. Per l'avversario principale di David Rudisha, visti i tempi, resta viva la speranza del recupero dei due migliori tempi tra gli esclusi. Aman va al personale in 1'44"57, Lewandowski attinge alla miglior prestazione stagionale di 1'44"60, Kaki è terzo in 1'44"62. Quarto, in attesa dei tempi di recupero, anche l'ex-campione del mondo Yego, con 1'44"82. Nella seconda semifinale il primo giro si chiude quasi in 53", ed è chiaro che chi non guadagnerà in pista le prime due piazze non potrà ambire ai recuperi. Il kenyano Kivuva si suicida sbagliando tutta la seconda metà di gara, e trovano il pass per la finale l'ex-campione olimpico Borzakovskiy e lo statunitense Symmonds (per entrambi 1'45"73). Escluso il giovanotto di belle speranze Kevin Lopez, futuro astro di Spagna. Il cerchio dei finalisti si chiude nella terza semifinale con David Rudisha e Adam Kszczot, i due atleti più forti. Rudisha tiene a bada il brasiliano Davide fino ai 600 metri poi azzera i rischi e allunga le leve, il polacco riprende il brasiliano e gli si mette davanti fino alla fine. Si vince con 1'44"20, e per Davide, con un tempo superiore all'1'45", si fa notte. Salvano la finale, la migliore possibile, Kaki e Yego.

Nella foto in alto, Usain Bolt; sotto la vittoria sui 100 metri di Yohan Blake (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Le FOTO della SECONDA GIORNATA/Photos



Condividi con
Seguici su: