Daegu: James conquista l'oro dei 400



Ancora una grande giornata di finali ai XIII Campionati del Mondo di Daegu, nobilitata dal primo titolo mondiale di David Rudisha negli 800 metri, dall'esplosione definitiva del talento di Grenada Kirani James, il primo campione mondiale nella categoria allievi a conquistare, in carriera, il massimo titolo iridato, e anche il più giovane campione mondiale nella storia della specialità (compirà 19 anni tra una manciata di giorni). Nelle finali femminili, sensazionale vittoria della brasiliana Murer nell'asta (solo sesta Yelena Isinbayeva). In pedana, conferma del titolo mondiale del tedesco Robert Harting nel lancio del disco, e per finire, l'exploit della campionessa europea delle siepi Yuliya Zaripova-Zarudneva, che con una condotta di gara ineccepibile ha battuto le africane. Il medagliere, dopo la quarta giornata di gare, parla ancora in favore degli Stati Uniti, quattro ori, quattro argenti e un bronzo, seguiti da Kenya e Russia (tre ori, due argenti e tre bronzi).

400 metri maschili

Il più giovane campione del mondo della specialità, il più grande giovane talento visto negli ultimi anni, il più forte di tutti nella finale: è Kirani James, già sportivo dell'anno a 15 anni (!) nella piccola Repubblica di Grenada (la prima medaglia nella storia dei mondiali), che partiva all'ombra di LaShawn Merritt, il campione del mondo. Proprio nell'ombra di Merritt, che lo aveva superato dalla corsia interna, James ha costruito il capolavoro della finale correndo a busto in avanti, raggiungendo lo statunitense in fondo al rettilineo e superandolo per tagliare il traguardo in 44"60, primato personale per un solo centesimo. Merritt (argento in 44"63) ha retto tre turni e conquistato l'argento, nonostante la lunga assenza dovuta a una sospensione, da cui era rientrato solo da poco tempo, con una sola gara alle spalle e la speranza di tornare subito competitivo ai massimi livelli. Probabilmente, nel conto delle energie, Merritt ha sprecato troppo nella batteria vinta in un pazzesco 44"35, mentre il giovanissimo caraibico ha saputo amministrare con grande intelligenza le risorse. La medaglia di bronzo è stata conquistata dal bravissimo Kevin Borlée, già campione d'Europa a Barcellona, che ha soffiato il podio in 44"90 al giamaicano Gonzales (44"99). Quinto il gemello di Kevin, Jonathan, sesto l'altro uomo di Grenada, Bartholomew, settimo Henry, ottavo Ogunode.

800 metri maschili

Dopo i due record del mondo, arriva la consacrazione del titolo mondiale per David Lekuta Rudisha, protagonista dal primo all'ultimo metro della finale mondiale più veloce da dieci anni a questa parte (1'43"91). Il kenyano non ha fatto il classico "vuoto" come nelle gare dei meetings, e un apprezzamento particolare va anche alla condotta di gara del grande campione che è Yuriy Borzakovskiy, olimpionico ad Atene, bravissimo a fare la gara su Rudisha a ritmi sostenuti seguendone il passo. Il russo (1'44"49) ha ceduto l'argento solo negli ultimi cinque metri alla voracità del sudanese Kaki (1'44"41), rinvenuto nel finale dopo aver rischiato di essere risucchiato. I grandi "finisseurs" in gara, il polacco Kszczot e l'altro kenyano Yego, non hanno avuto possibilità di sfruttare il rettilineo. Quarto, ai piedi del podio, il polacco Lewandowski in 1'44"80.

Salto con l'asta femminile

Una finale bellissima, emozionante, con esito favorevole alla brasiliana Fabiana Murer (già iridata indoor a Doha), che è dovuta salire fino a 4,85 (alla prima prova) e stabilire il nuovo record del Sud America per arrivare al titolo mondiale. Yelena Isinbayeva, alla seconda finale consecutiva persa, è entrata in gara a 4,65, superando senza problemi la misura al primo assalto con ampia luce, poi ha fallito la prima prova a 4,75, quota superata dalla Murer, dalla connazionale Feofanova e dalla tedesca Strutz, ed ha giocato le due restanti carte a 4,80, ma ormai si era spenta nel timore di aver già perso la partita a poker, ed ha concluso al sesto posto. Nell'ultimo tentativo, si è arresa già in fase ascendente. A fare compagnia alla Murer, primo oro mondiale e prima medaglia iridata per il Brasile, la strepitosa tedesca Martina Strutz, salita a trent'anni nel gotha della specialità, che con 4,80 ha migliorato ancora il record nazionale. Terza la sempre regolare Svetlana Feofanova, perfetta fino a 4,75 e poi arresasi a 4,80. La Feofanova è alla quarta medaglia in un campionato del mondo, conquistata curiosamente sempre con la stessa misura, appunto 4,75. Un appunto anche per le atlete ai piedi del podio, la statunitense Suhr e la cubana Silva, entrambe a 4,70, ma per la cubana si tratta dell'ennesimo primato nazionale stabilito in questo 2011 indimenticabile per l'isola caraibica, che ha presentato a Daegu due portenti nell'asta, la Silva e il formidabile Borges, argento nella gara maschile.

Lancio del disco maschile

Secondo titolo per il tedesco Robert Harting (68,97 al quarto turno, dopo aver guidato dal lancio d'avvio con 68,49), il settimo per la Germania nella specialità. L'esultanza di Harting si consuma in un nuovo strip gioioso, seguito da un giro di pista a torso nudo con indosso la bandiera tedesca. Harting aveva recentemente ridotto l'attività per problemi a un ginocchio, e anche a Daegu ha gareggiato in non perfette condizioni, ma è stato, oggi come due anni fa a Berlino, il migliore. Deludente l'avversario sulla carta più pericoloso, il polacco Malachowski (solo nono), per l'argento si è ritrovato il campione olimpico Gerd Kanter (66,95), mentre la medaglia di bronzo, è storia dell'atletica anche questa, è andata al discobolo iraniano Ehsan Hadadi, da diverse stagioni all'ombra dei più forti, in gran forma già in qualificazione, con 66,08.

3000 siepi femminili

La gara "perfetta" della russa Yuliya Zaripova-Zarudneva, argento a Berlino e oro a Barcellona, che ha interpretato nell'unico modo possibile la strategia da opporre alle kenyane, batterle sulle frequenze. Rinunciando a giocarsi la medaglia in volata, dove non avrebbe avuto grandi possibilità, la Zaripova ha macinato metri dall'inizio alla fine su ritmi da tre minuti nel primo chilometro, con una proiezione finale quasi da record del mondo. La gara è rimasta subito orfana di una delle protagoniste, l'etiope Sofia Assefa, caduta su un ostacolo, ed è rimasta penalizzata anche la kenyana Njoroge, cui si è sfilata una scarpetta. Passata al secondo chilometro con un mille metri di 3'04", la russa non ha mai permesso alle kenyane di rientrare, né alla Assefa di poter recuperare il gap iniziale. Negli ultimi 250 metri il vantaggio è divenuto abissale, la russa è arrivata all'oro in 9'07"03 (secondo oro russo nella storia iridata). Seconda, autrice di un grande ultimo giro, la tunisina Habiba Ghribi, in 9'11"97, nuovo record nazionale e miglior piazzamento mondiale per il paese nordafricano. Al bronzo la favoritissima Milcah Chemos Cheiywa in 9'17"16, per un tratto di gara smarritasi dalla guida del gruppo delle kenyane. Quarta e quinta le altre due kenyane, sesta la sfortunata etiope Assefa.

Le altre gare: 400 ostacoli maschili, semifinali

Ha rischiato grosso Angelo Taylor, due volte olimpionico della specialità, che è stato graziato dall'eliminazione usufruendo dei tempi di recupero. Battuto nettamente dal portoricano Culson e dal sudafricano Fredericks, Taylor ha agguantato la finale in 48"86, miglior tempo degli esclusi. Promozione anche per Felix Sanchez, nel giorno del suo trentaquattresimo compleanno, ed ennesima finale della carriera (la sesta!). Escluso il ragazzo di Trinidad, Gordon (quarto a Berlino), scippato della finale dal russo Derevyagin col secondo crono tra i ripescati. In finale gli altri favoriti, Greene, Jackson (male l'ultimo ostacolo), Van Zyl. Malissimo Kerron Clement, campione uscente, che ha confermato con l'ultimo posto in semifinale una regressione tecnica sconcertante.

400 ostacoli femminili, semifinali

Come Taylor nella gara maschile, la lotta per l'oro ha rischiato di perdere in semifinale la grande favorita, la giamaicana Kaliese Spencer, che è entrata in finale per il rotto della cuffia dopo essersi fatta superare, nella sua serie, dalla bulgara Stambolova e, a parità di tempo, dalla russa Churakova. Il miglior tempo delle semifinali è della statunitense Demus (53"82). In finale anche l'altra russa Antyukh (prima nella sua semifinale in 54"51), la campionessa olimpica Melaine Walker, la ceka Hejnova e l'ucrina Rabchenyuk, ultima delle due ripescate. Finale con ben cinque specialiste europee, due giamaicane, una sola americana (eliminate le altre due statunitensi Harrison e Chaney).

1500 metri femminili, semifinali

Due semifinali all'arma bianca che hanno mietuto molte vittime illustri: la prima è stata vinta dalla turca Karakaya in 4'08"58, sempre più convincente e tatticamente abile, in un contesto dove non sono mancati i contatti fisici per conquistare la qualificazione in finale, la seconda dalla spagnola Rodriguez in 4'07"88. In finale, tra le altre, la Jamal campionessa uscente, l'etiope Gezahegne, la statunitense Uceny, la marocchina Lakhouad. Ritirata l'etiope Gelete Burka, non hanno superato le semifinali figure importanti quali l'americana Rowbury, le russe Syreva e Martynova, la campionessa olimpica Nancy Lagat.

Le qualificazioni della sessione mattutina

Nella mattinata si sono disputate le batterie dei 5000 metri femminili e dei 1500 metri maschili: nessuna sorpresa dall'esito dell'eliminatoria femminile, tra le quindici atlete che animeranno la finale di venerdì 2 settembre ci sono tutte le quattro kenyane (Vivian Cheruiyot, campionessa uscente e vincitrice dei 10000 metri sabato, la Masai, la Kibet e la Cherono) che le tre etiopi Meseret Defar, Sentayehu Ejigu e Genzebe Dibaba, tutte promosse sul campo senza bisogno dei tempi di recupero. La Defar si è imposta nella prima serie in 15'19"46, la Dibaba nella seconda in 15'33"06. Nei 1500 metri maschili, promozione per tutti gli assi africani alle semifinali. Prima batteria a Daniel Kipchirchir Komen in 3'38"54, seconda a Asbel Kiprop in 3'41"22, terza al marocchino Laalou in 3'39"86. La roulette russa del primo turno ha fatto vittime illustri: fuori li promettente transalpino Carvalho, ultimo nella sua batteria addirittura in 3'53"86, e lo statunitense Wheating.

Nella foto in alto, Kirani James e LaShawn Merritt; nella foto in basso, David Rudisha (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Le FOTO della QUARTA GIORNATA/Photos



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