DIECI ANNI DI CAMPESTRI NEL PARCO DI UGOLIO. di Michele Licheri



     Al "mignottame" e al "malcostume nazionale" il “popolo podista” risponde in maniera ludica e catartica con un gesto primordiale, bello, libero: la corsa. Non si pensi, poi, che tale espressione dinamica e vitale sia solo istinto; gli atleti per compierla studiano, si allenano, danno il meglio, ottenendo in premio nient' altro che una salutare gittata endorfinica che mitiga ogni dolore. Anche quello esistenziale, dell'anima. I runners, quindi -quantunque a volte palesino qualche limite- sono soggetti “pensanti”, critici, creativi e oltre modo sognatori: sono elaboratori di scenari futuribili, protagonisti della trasformazione, che pongono -culturalmente- socialità e qualità della vita quali prerogative fondanti del proprio vivere. Infatti si corre non per puro ascetismo ma per stare meglio; vivendo le “sfide” singolarmente e in compagnia. Le arene per dare luogo alla “tenzone” non mancano, come pure le specialità. E data la stagione, è inverno, principalmente si corrono campestri a perdifiato in oasi naturali o parchi cittadini, rimediando non poco fango e freddo, pioggia o neve, a volte ghiaccio tagliente di tramontana o di grecale. Insomma, in Sardegna, i teatri naturali dove allestire sfide memorabili non mancano e il “popolo della corsa” attraverso il suo caratteristico nomadismo non fa che valorizzare e far conoscere i luoghi belli ma inusuali alla frequentazione. Ne tengano conto gli “amministratori”: l'atletica leggera è un fenomenale mezzo pubblicitario che promuove comunità e borghi. E così avviene anche per Nuoro dove domenica 30 è stata allestita la decima edizione del Cross Ugolio nell'omonimo parco. Bella e ordinata edizione come sempre; a parte il ritardo di qualche atleta che giungeva da sud. Ma se la puntualità non sempre, da alcuni, è considerata un valore, a mitigare ogni ritardo ci pensa l'organizzazione affabile e precisa del sodalizio nuorese dell'Amatori Nu., che con piglio germanico, affiancato dai giudici FIDAL e da diversi volontari, ha reso possibile la manifestazione sportiva. Ottimi i tracciati, tre per l'esattezza: per gli esordienti, per il settore giovanile e per le Master e le assolute, per i master e gli assoluti maschili. Fartlek impegnativi, ben disegnati per veri interpreti del cross. E veri protagonisti ha avuto “Ugolio” in Nicola Muntone, in Maria Domenica Manchia (nota Nuccia); nella schiera di bambini che gioca gioca affrontavano il loro percorso; nella  variegata e qualificata presenza dei master giunti da ogni dove dell'isola.         Che dire dei ristori? Sempre di qualità con cibaglie varie e artigianali che oltre poter essere accompagnate con bevande calde o bibite potevano anche essere gustate con rinomati “rossi” cannonau. Da segnalare, infine, la presenza del gazebo del Monte Acuto Marthon di Ozieri, del suo presidente e di alcuni dirigenti, che con solerzia e allegria promuovevano la propria gara di Marzo, offrendo pane e companatico di qualità. Anche sotto questa tenda storie e brindisi non sono mancati, espressioni di umanità conviviali e solidali consolidate, che fanno del popolo della corsa un universo unico. Domenica prossima ancora in campo, c'è la campestre di Guspini! Sono certo, che come al solito anche la terza prova del campionato di società di campestre sarà onorata da una nutrita presenza. Si scaldino i muscoli, si ventili al meglio, ci si predisponga spiritualmente al miglior gesto,mancano pochi giorni.



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