Cross, feudo africano ma non troppo...



Saint Etienne ospita questo fine settimana la 33esima edizione dei Campionati Mondiali di corsa campestre, specialità fra le più amate nel panorama dell’atletica leggera, soprattutto dai Paesi d’ispirazione anglosassone. Se la dizione Campionato Mondiale ha preso il via con l’edizione nella belga Waregem nel 1973, già dal 1903 infatti si correva il Cross delle Nazioni, e per molti anni le vittorie hanno premiato gli atleti di Sua Maestà, inglesi in primo luogo ma anche irlandesi e scozzesi, con qualche intermezzo francese (in particolare con il grandissimo Alain Mimoun, quattro volte primo fra il 1949 e il 1956). Un altro grande specialista è stato il belga Gaston Roelants, che ha ottenuto un poker fra il 1962 e il 1972, ma allora la gara era già diventata universale, nel senso che emergevano atleti provenienti dai Paesi più lontani. La prima vittoria africana risale al 1966, grazie al marocchino Elghazi. Ma è con l’edizione del 1986, quella di Neuchatel dove l’Italia di Cova, Mei e Bordin si era presentata con tante ambizioni, che inizia il dominio africano passato attraverso i pokerissimi di John Ngugi (1986-1989 e il titolo del ’92) e di Paul Tergat (primo tra il 1995 e il 1999). L’Europa aveva ritrovato vigore nel 2000 e 2001 attraverso il belga, ma marocchino di nascita, Mourhit primo nel lungo (già, perché dal 1998 il Mondiale è stato distinto in cross corto e cross lungo), poi, negli ultimi due anni, Kenenisa Bekele ha fatto piazza pulita dominando ambedue le specialità. L’Italia ha sempre avuto poca fortuna nel Mondiale maschile. Il miglior piazzamento fra i seniores risale al 1977, quando a Duesseldorf in Germania Ovest Franco Fava colse il 4. posto nella gara vinta dal belga Schots. Il mezzofondista di Roccasecca, oggi affermato giornalista, è stato il miglior specialista italiano di cross, con ben cinque presenze nei primi 10 ai Mondiali, dal 1974 al 1978, a cui ne vanno aggiunte altre quattro fra gli Juniores fra cui spicca il terzo posto del 1972, a Cambridge, dove vinse l’altro italiano Tomasini, in un’edizione storica per i nostri colori. Meglio le cose sono complessivamente andate fra le donne. Fra le grandi specialiste va infatti sicuramente annoverata Paola Pigni, che si aggiudicò tre edizioni della prova, a cavallo del suo passaggio da Cross delle Nazioni a Mondiale, nel 1970, 1973 e 1974. Ma vanno ricordati anche il terzo posto di Gabriella Dorio nel 1976, il 4. della stessa vicentina l’anno prima, il 5. della Tomasini a Duesseldorf, i due podi sfiorati dalla Possamai nel 1981 e 1982, e ancora i quinti posti della Dandolo nel 1990 e 1992. In campo internazionale la gara femminile ha mantenuto nel complesso una certa internazionalità, nel senso che la progressiva affermazione del movimento africano ha trovato maggiori ostacoli in ambito femminile che non fra i maschi. La prima vittoria del Continente Nero risale al 1994 grazie alla keniana Chepngeno, ma da allora non sono state infrequenti le sconfitte delle “maestre” keniane ed etiopi, grazie all’irlandese O’Sullivan (doppietta lungo-corto nel ’98), alla britannica Radcliffe prima nel lungo nel 2001 e 2002, per arrivare alla sorpresa australiana Johnson lo scorso anno. Gabriele Gentili Nella foto: l'etiope Bekele, dominatore delle due ultime edizioni (archivio Fidal) File allegati:
- I MIGLIORI RISULTATI AZZURRI AI MONDIALI DI CROSS



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