Coppa Europa indoor, l'Italia è settima



Tutto come nelle previsioni. Anche se, per più di un motivo, il copione è stato diverso da quello atteso. La Russia al femminile e la Francia maschile hanno vinto la terza edizione della Coppa Europa per Nazioni indoor, andata in scena questo pomeriggio a Lievin (Francia). Ma mentre le donne hanno dominato il pomeriggio finendo con un vantaggio sulla Polonia addirittura di 16 punti, i francesi hanno dovuto compiere una prodigiosa rimonta, per centrare l’obiettivo davanti al pubblico di casa (cinque punti di vantaggio sulla Germania, seconda, ma situazione complessiva ribaltata solo nelle ultime tre gare). Settimo posto per l’Italia, presente con la sola formazione maschile; due secondi posti individuali (grazie a Bettinelli nell’alto, e Bobbato negli 800 metri) rendono più vivace un bilancio altrimenti magro, anche se, per molte ragioni, ampiamente previsto. Il risultato più importante del pomeriggio di Lievin lo ha realizzato la polacca Anna Rogowska, salita alla quota di 4,80 nel salto con l’asta, e capace poi di attaccare addirittura il record del mondo al coperto, a 4,92. Tutto questo di fronte alla russa Yelena Isinbayeva, la primatista in carica, presente a Lievin solo per ricevere il premio di migliore atleta europea del 2005. Di buon valore anche il 7.95 nei 60 ostacoli della svedese Susanna Kallur, il 7.62 del francese Ladji Doucouré nell’omologa prova al maschile, ed il 7.16 di Chrisrine Arron nei 60 metri piani. Andrea Bettinelli ci teneva da matti a far bene: mancata la convocazione per i Mondiali di Mosca, Lievin rappresentava per il bergamasco l’occasione di chiudere la stagione invernale con un risultato a sensazione. Sfiorato, a conti fatti, solo per un soffio. Alla fine la classifica dell’alto dice secondo posto per l’azzurro con 2,26, alle spalle del russo Ukhov, stessa misura ma premiato dal fatto di averla ottenuta alla prima prova (Bettinelli alla seconda). Bella e caparbia, la prestazione di Maurizio Bobbato negli 800 metri. Condotta su ritmi lenti fin dal via (26.85 ai 200. 55.58 ai 400 metri), la gara ha esaltato le virtù tattiche di questo carabiniere di Castelfranco Veneto, che ha saputo trovare il pertugio giusto per piazzarsi immediatamente alle spalle del vincitore, lo spagnolo Jurado (1:49.50 il crono del primo, 1:50.05 per l’azzurro). Notevole la decisione con la quale Bobbato ha corso l’ultimo rettilineo, al termine del quale ha finito per raggiungere e superare, seppure di un solo centesimo di secondo, il tedesco Herms. Cosimo Calandro ha colto il quarto posto in un 3.000 metri tattico che ha messo in luce la reattività del tedesco Jan Fitschen, probabilmente il più accreditato del lotto (7:47.21 di personale). Dopo passaggi di 2:44.89 ai mille metri e 5:28.53 ai duemila, si è accesa la classica bagarre. Caliandro, pur sprecando parecchie energie nella ricerca di spazi all’esterno, è apparso in grado di piazzare il suo finale; ma quando Fitschen ha prodotto il cambio conclusivo, a circa cinquecento metri dal traguardo, l’azzurro è rimasto sul posto, finendo ingoiato anche dal francese e dallo spagnolo. 7:58.08 il crono del vincitore, 8:05.62 per l’azzurro. Completa il trittico di buone performances nel mezzofondo il quarto posto di Christian Obrist nei 1500 metri (3:51.10 il suo tempo finale): gara tattica anche in questo caso, ovviamente, ma bella reazione dell'altoatesino ad impreziosire il bottino finale. Sesto posto per Andrea Giaconi nei 60 ostacoli: il reggiano ha avuto una discreta reazione allo sparo, ma non è riuscito ad essere fluido come probabilmente avrebbe voluto, piombando sul traguardo insieme a tutti gli avversari, ultimo di un gruppo di quattro racchiusi in un solo centesimo, dal terzo al sesto posto. Davanti, inarrivabile, il già citato Doucouré (7.62). Il suo compagno di nazionale, lo sprinter Ronald Pognon, non ha fatto fatica ad imporsi nei 60 metri piani, con un 6.65 (per lui) abbastanza normale. Francesco Scuderi, in questo contesto, ha trovato la partenza giusta nel momento sbagliato: ovvero, quando lo starter ha chiamato l’avvio in falsa proprio di Pognon. Sul secondo via, l’azzurro non è stato altrettanto brillante, chiudendo al settimo posto in 6.75. Sfortunato esordio in azzurro per Jacopo Marin: il 48.04 finale del quattrocentista di Grado (sesto posto finale), seppure primato personale, avrebbe potuto essere assai migliore, se un contatto nell’ultima curva con il russo Forshev non lo avesse decisamente penalizzato. Piede contro piede, ottanta metri da correre, ed una buona manciata di decimi di secondo finita ad appesantire il crono dell’italiano. Marco Dodoni non ha prodotto sorprese: per lui settimo posto nel peso, con un miglior lancio misurato a 18,98 (serie: 18,98; 18,66; 18,60; 17,97), non troppo distante dal 19,32 del limite stagionale. Positiva invece oltre le attese la prestazione di Ferdinando Iucolano: il lunghista catanese ha chiuso la gara con un 7,70 che non dice molto, ma lo ha fatto classificandosi quinto, davanti ad avversari acreditati di misure nettamente superiori alle sue. Squalificata la staffetta, per via di un errato posizionamento al cambio: in ogni caso, non avrebbe cambiato la classifica finale. Marco Sicari Nella foto in alto, Andrea Bettinelli in azione; in basso, l'arrivo dei 60 metri con Pognon e Scuderi (Durand/FIDAL) File allegati:
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