Convention dei tecnici, iniziativa felice



C'è (ancora) voglia di conoscenza, nell'atletica italiana. La considerazione, emersa in chiusura della Convention nazionale dei tecnici (terminata stamane ad Ancona con l'intervento del presidente federale Franco Arese) è supportata da numeri e impressioni. I primi, riassunti in un dato: poco meno di cinquecento partecipanti (473 presenti rispetto ai 488 iscritti). Le seconde (le impressioni): lo stato di attenzione costante che ha regnato in tutte le sessioni di lavoro, dalle sedute in aula alle esercitazioni pratiche, con cali di tensione al limite dell'impercettibile; e poi, la passione mostrata in tutti i commenti, anche quelli critici, dalla platea. Segni concreti che hanno soddisfatto gli organizzatori del Centro Studi FIDAL, e del Comitato Tecnico Scientifico federale. Oggi, in mattinata, l'intervento del Direttore Tecnico delle squadre nazionali, Francesco Uguagliati, che ha proposto una serie di spunti interessanti sulle attività del settore giovanile. A cominciare dai numeri relativi alle presenze degli azzurrini nelle liste internazionali nel corso dell'ultimo quadriennio. In campo europeo (top 30, categorie Under 20), si è passati dalle 29 sigle ITA del 2005 (16 maschi, 13 femmine), alle 48 del 2009 (33 e 15); in campo mondiale, (Top 50), dalle 13 del 2005 (6 maschi e 7 femmine), alle 27 della passata stagione (15 maschi, 12 femmine). La misura di un'onda (il movimento giovanile) piuttosto alta, i cui primi spruzzi cominciano a toccare già la nazionale assoluta. Dei 155 atleti coinvolti nel Progetto Talento dal suo inizio (la maggior parte dei quali ancora Under 20), 13 hanno infatti già raggiunto l'azzurro "vero". Una misura prossima al 10 per cento, che Uguagliati ha paragonato con il 4,8% (33 atleti sui 675 coinvolti) espresso dal celebre "Club Italia", iniziativa sui giovani della fine degli anni '80 (fino all'inizio dei '90), dotata di un budget nemmeno paragonabile a quello messo in campo per il Talento. Certo, poi il DT ha anche aggiunto che in quel 4,8% era compreso anche un certo Stefano Baldini, ovvero un campione olimpico. Ma questo è stato utile  per inquadrare il quesito successivo: come trasformare quel talento giovane, in un campione assoluto? "Abbiamo messo in campo una serie di iniziative nelle quali crediamo - ha detto Uguagliati - a cominciare dal coinvolgimento, nel progetto "Tutor", di tre grandi della nostra atletica, Gabriella Dorio, Fabrizio Mori e lo stesso Baldini. Ma soprattutto, intendiamo basare il futuro tecnico dei nostri migliori giovani su un percorso di condivisione e confronto: solo così, potremo permettere ai ragazzi di esprimere pienamente il loro potenziale. E dobbiamo impegnarci tutti perché il talento non vada sprecato".

Condotto dall'ex Segretario Generale FIDAL Gianfranco Carabelli, il ricordo di Alberto Madella (lo studioso più volte protagonista delle iniziative del Centro Studi FIDAL, scomparso prematuramente nel 2008), successivo all'intervento di Uguagliati, e supportato da un filmato risalente alla prima edizione della Convention, è sembrato dar forza alle parole del DT: "Il talento si può trovare per caso - le parole pronunciate da Madella nel video - ma certamente la sua mancata trasformazione in campione non può essere imputata solo al caso". Parole di straordinaria attualità e rilevanza, che devono indurre alla riflessione quanti operano, ad ogni livello, con i più giovani. Con Madella (presente ad Ancona la moglie, Luisa Celesia), sono state ricordati anche Gian Martino Benzi e Renato Funiciello, il primo e l'ultimo presidente del Centro Studi FIDAL.

I tecnici presenti alla convention hanno potuto ascoltare anche le impressioni sull'allenamento, sul rapporto con il coach, sulla gestione della gara, di due campioni azzurri: Stefano Baldini, e Andrew Howe. Una novità apprezzata dagli intervenuti, anche per la schiettezza con la quale i due atleti hanno descritto questa parte così significativa della loro attività. "Mi sono trovato spesso in disaccordo con Lucio Gigliotti - le parole di Baldini - e ho manifestato il mio dissenso, ma alla fine mi sono fidato, come deve fare ogni atleta, e a conti fatti, è stato meglio così...L'allenamento via fax o e-mail? No, i mezzi virtuali possono anche aiutare, ma l'occhio del tecnico, sul campo, è sempre insuperabile. Non se ne può fare a meno". "Gli ausili elettronici - il parere di Howe - sono un valido supporto per la valutazione del gesto tecnico, ed io ho tratto giovamento dal loro utilizzo. Nel lavoro sulla forza, per esempio, si riesce ad ottimizzare l'allenamento, evitando dispersioni. Ma anche per me, il supporto del tecnico, il suo richiamo alla corretta esecuzioni, sono fondamentali".

In chiusura, l'intervento del Presidente federale Franco Arese: "Oggi l'atletica italiana conta su mezzi economici nemmeno paragonabili a quelli di un tempo. Il rapporto, considerato anche l'aumento del costo della vita ed il passaggio all'Euro, è vicino all'1:4, in un contesto probabilmente più impegnativo da ogni punto di vista. Ma se lo dico qui, oggi, è solo perché credo che il ruolo dei tecnici sia diventato, se possibile, e proprio in ragione di questo, ancora più importante. Vedere 500 persone che scelgono di partecipare ad una convention sull'atletica, per crescere migliorarsi, non è che la conferma della vitalità del nostro movimento, oltre che per noi motivo di orgoglio". Il 2010, è un anno importante per l'atletica italiana. "Puntiamo al pieno recupero dei nostri campioni - prosegue Arese - e sono felice del fatto che Schwazer abbia ripreso a marciare come sa, che Andrew sia prossimo al rientro, e che tutti stiano lavorando duramente per gli Europei di Barcellona. Ma non è solo il vertice, l'obiettivo del nostro lavoro. Sul fronte della pratica scolastica, stiamo studiando come intervenire per sostenere direttamente i Giochi Studenteschi, mentre per ciò che riguarda gli impianti, stiamo avviando un'iniziativa per la diffusione di strutture ridotte al coperto: serviranno di sostegno per l'attività di base delle nostre società, e per una pratica più moderna della nostra disciplina. L'idea ha già riscosso interesse su molti versanti, a cominciare da quello delle Istituzioni".

Soddisfazione è stata espressa per i risultati della tre giorni di Ancona dagli organizzatori, con in prima fila il Centro Studi FIDAL (con il responsabile, Giorgio Carbonaro) e dagli altri Coordinatori scientifici Antonio La Torre, Nicola Silvaggi, il DT Francesco Uguagliati, Piero Incalza, per citare coloro che più si sono spesi, con il supporto del CR Marche, per la buona riuscita dell'iniziativa.

m.s.

 

In memoria di Alberto Madella
(raccolta di commenti sulla figura dello studioso scomparso nel 2008)

Mario Gulinelli
Racchiudere in poche righe il ricordo di Alberto è impossibile per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di avere collaborato con lui. Potrei parlare  a lungo dei tanti aspetti della sua persona, che univa in sé, come Renato Funiciello, un altro amico che voglio qui ricordare, la passione per l'atletica ad una intensa attività di studioso e di docente universitario. Di lui, però,  voglio ricordare soprattutto la ricchezza e la generosità della sua persona, e il viso del quale ricordo l'arguzia dello sguardo ironico e intelligente che sono quelli che più mi mancano.

Ida Nicolini
Di Alberto mi mancano le dritte, le osservazioni acute, calzanti, la semplicità e la facilità con cui ti rimetteva in carreggiata, i suoi richiami al rigore nelle analisi e nelle ricerche, la sua modestia, i suoi riccioli ribelli che stavano ingrigendo, mi manca il suo sguardo affettuoso, i suoi occhi vivaci, che davano l'idea che fosse sempre più avanti, in un'altra dimensione, la sua capacità di lavoro, ai limiti del possibile...Se è vero che si continua ad "essere"  per quanto gli altri ti portano dentro, Alberto c'è, è presente dentro tutti coloro che hanno avuto il privilegio di averlo come amico, questo direi in estrema sintesi di Alberto .Un abbraccio, Ida

Giorgio Carbonaro
Alberto una delle menti più fervide del nostro ambiente, ha trasmesso con entusiasmo e con passione valori di vita inestimabili, sempre pronto ad ascoltare e a dialogare, ad apprendere come ad insegnare. Ogni incontro con Alberto era un'occasione di riflessione, di invenzione e di lancio di nuove idee e progetti. E' questo soprattutto che ci deve sostenere, affinché il suo ricordo, come è stata la sua vita, sia rivolto al progresso delle conoscenze.

Piero Incalza
Hai contribuito non poco a portare la scienza nel mondo dello sport, ma non eri uno scienziato. Sei stato un ottimo tecnico senza che i tuoi atleti abbiano vinto titolo olimpici o stabilito record mondiali. Mi piace pensare che i criteri di apprezzamento e di giudizio con i quali l'atletica valuta i suoi figli siano stati rimodulati, ripensati, estesi. Poiché è evidente che sono i tuoi tratti umani, la tua schiva riservatezza, la semplicità, la moderazione, la forza della tua tenerezza che oggi celebriamo e che ricordano tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti.  

Maurizio Bruni
L'arco di tempo di 30 anni, iniziato con uno schedario cartaceo contenente una bibliografia sul salto in alto, e divenuto via via una banca di migliaia di dati sulle più disparate tematiche sportive, è stato contrassegnato dalle pietre miliari dei tuoi innumerevoli contributi allo sviluppo delle scienze dello sport e anche da bellissimi ricordi legati ai momenti di relax trascorsi insieme alle nostre famiglie e ai comuni amici.

Totò Ottaviano
Ricordare Alberto in poche righe è quasi impossibile! Manchi a tutti noi, ai tuoi affetti, ai tuoi tanti amici, allo sport nazionale e internazionale, alla ricerca in senso lato. Ci hai lasciato però l'impegno di andare avanti, con lealtà e rigore, con passione e onestà, con umiltà, dedizione e altruismo. Grazie della tua amicizia, grazie dei tuoi insegnamenti.

Franco Merni
Alberto, uno studioso attento al passato, ma proiettato nel futuro. Ci ha lasciato tante idee e progetti che saranno difficili da realizzare senza la sua profonda cultura, specialmente nell'atletica leggera, e la sua grande umanità.

 




Condividi con
Seguici su: