Chiappinelli terzo in Continental Cup

08 Settembre 2018

A Ostrava il 21enne azzurro, bronzo continentale dei 3000 siepi, chiude in 8:32.89 con la maglia del Team Europe. Nei 400hs Samba ancora al top (47.37), dopo la prima giornata in testa le Americhe.

di Luca Cassai

Un altro bel terzo posto a livello internazionale per l’azzurro Yohanes Chiappinelli, anche nella IAAF Continental Cup di Ostrava, in Repubblica Ceca. Sui 3000 siepi il giovane mezzofondista, dopo le medaglie di bronzo agli Europei e ai Giochi del Mediterraneo, riesce a destreggiarsi bene nella particolare formula della gara, disputata a eliminazione. Con la maglia della selezione continentale, il 21enne senese dei Carabinieri in 8:32.89 si lascia alle spalle lo spagnolo Fernando Carro, quarto con 8:33.76, che lo aveva preceduto a Berlino. Vittoria senza rivali all’iridato e olimpionico keniano Conseslus Kipruto (8:22.55) sul canadese Matthew Hughes (8:29.70). Ancora in forma tanti big, nell’ultimo grande appuntamento dell’anno su pista. Il re dei 400 ostacoli è Abderrahman Samba che prolunga l’imbattibilità stagionale in un eccellente 47.37, seconda prestazione in carriera per il 23enne del Qatar e nona volta nel 2018 sotto i 48 secondi. Terzo l’iridato norvegese Karsten Warholm (48.56), battuto anche dal giamaicano Annsert Whyte (48.46).

Migliore prestazione mondiale dell’anno nei 3000 dell’olandese Sifan Hassan (8:27.50) e notevole il 49.32 sui 400 femminili di Salwa Eid Naser, ventenne del Bahrain, davanti all’ottocentista sudafricana Caster Semenya (49.62 per il record nazionale). Una nuova doppietta rimane invece nel mirino della colombiana Caterine Ibarguen, leader del triplo con 14,76 (-0.9) per poi vincere anche il match diretto all’ultimo salto, in attesa del lungo di domani per tentare il bis come in Diamond League. Non mancano i verdetti a sorpresa: nei 200 metri si ripropone il panamense Alonso Edward, argento iridato del 2009, che in 20.19 controvento (-1.6) piega il campione mondiale ed europeo Ramil Guliyev (20.28). Nel martello sconfitta della polacca Anita Wlodarczyk, numero uno stagionale e pluricampionessa del mondo, per mano della statunitense DeAnna Price (75,46). Tre astiste a 4,85 con la vittoria della russa Anzhelika Sidorova per battere le favorite Katerina Stefanidi e Sandi Morris, nel peso 21,89 del brasiliano Darlan Romani davanti ai più quotati Tom Walsh e Michal Haratyk, la discobola cubana Yaimé Perez sorprende all’ultimo lancio di spareggio (65,30) la croata Sandra Perkovic (68,44 nella prima parte di gara). Il duello dello sprint, con le due capolista dell’anno sui 100 metri, va all’ivoriana Marie-Josée Ta Lou in 11.14 (-0.4) nei confronti della britannica Dina Asher-Smith (11.16), mentre lo spunto vincente sugli 800 è del keniano Emmanuel Korir (1:46.50). Al giro di boa in testa le Americhe (135 punti) su Europa (123), Asia-Pacifico (89) e Africa (74), domani la seconda e decisiva giornata.

YOGHI ANCORA TERZO - Yohanes Chiappinelli si conferma tra i migliori nei 3000 siepi ed è nuovamente terzo, come alla rassegna continentale di Berlino e in precedenza ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona. Il giovane azzurro, che qui indossa la maglia blu e i pantaloncini arancioni del Team Europe, prova a non rimanere nelle posizioni di coda che significano l’eliminazione prima del traguardo, visto che solo quattro atleti sono destinati a correre l’ultimo giro in base al regolamento di questo evento. Partono in sette: non c’è lo statunitense Evan Jager, argento olimpico e bronzo mondiale della specialità. A cinque giri dalla fine il 21enne allenato da Maurizio Cito si porta in terza posizione, alle spalle dei due africani in gara. Colpo di scena quando mancano tre tornate per il ritiro improvviso del marocchino Soufiane El Bakkali, infortunato alla caviglia destra dopo aver toccato il cordolo della pista.

In testa il canadese Matthew Hughes, poi all’inizio del giro conclusivo il keniano Conseslus Kipruto prende il largo, fino a chiedere l’applauso nell’ultima curva e salutare il pubblico, mentre “Yoghi” difende il terzo posto dallo spagnolo Fernando Carro, argento continentale. Grazie a questi piazzamenti l’Europa fa bottino pieno con 8 punti, al contrario l’Africa perde il “jolly” che aveva giocato (ogni team ne ha due a disposizione, uno maschile e uno femminile, per raddoppiare in caso di vittoria di squadra).

CHE SAMBA - Il ballo dell’estate sui 400 ostacoli è quello di Abderrahman Samba, imbattibile per tutto il 2018. Fino alla scorsa stagione non era mai sceso sotto i 48 secondi, quest’anno ci è riuscito praticamente in tutte le gare, se si esclude la batteria dei Giochi Asiatici: una manifestazione in concomitanza con la finale di Diamond League a cui aveva quindi rinunciato, ma oggi al rientro nel circuito internazionale il fuoriclasse del Qatar (23 anni compiuti da tre giorni) vola in 47.37 scavando un solco sempre più ampio tra sé e gli avversari nel rettilineo di arrivo. Soltanto in occasione del fenomenale 46.98 di Parigi aveva corso più veloce. Eguagliato il record della manifestazione, stabilito nel 1981 da Edwin Moses all’Olimpico di Roma. Lontanissimi gli altri: il giamaicano Annsert Whyte (48.46) e il norvegese Karsten Warholm (48.56), che aveva cercato di forzare il ritmo nella prima parte. Chiude ultimo e al passo il caraibico Kyron McMaster (52.62), quest’anno a 47.54.

HASSAN DA WORLD LEAD - L’Africa cala il “joker” per raddoppiare i punti, ma sui 3000 donne la vittoria è dell’Europa con Sifan Hassan che in 8:27.50 si prende il record olandese, il primato della manifestazione e diventa capolista mondiale dell’anno. La sua progressione finale è irresistibile, per stroncare la resistenza dell’etiope Senbere Teferi (8:32.49 PB) e della keniana Hellen Obiri (8:36.20). Quarta la tedesca Konstanze Klosterhalfen (8:38.04), ultima delle “superstiti” nei giri a eliminazione.

SUPER NASER - Saldi di fine stagione alla Continental Cup? Tutt’altro, perché anche nei 400 donne c’è da applaudire una tra le migliori gare dell’anno. Merito della ventenne Salwa Eid Naser, argento iridato, alla sua seconda prestazione di sempre con 49.32. E di Caster Semenya, al record sudafricano di 49.62, prima di tornare in pista domani per i suoi 800 metri. Qui l’Europa è il fanalino di coda con l’olandese Lisanne De Witte quarta (51.51) davanti alla bicampionessa di Berlino (400 e 4x400), la polacca Justyna Swiety-Ersetic, sesta in 51.64.

IBARGUEN REGINA DEL TRIPLO - Ancora lei, ancora Caterine Ibarguen. La pantera colombiana nel triplo azzanna una vittoria resa ancora più pesante dal “jolly”, grazie al nullo della kazaka Olga Rypakova nel quinto e decisivo salto, ma atterra comunque a 14,54 (+1.2) dopo il 14,76 (-0.9) del precedente turno. Sempre più vicino il “double double”: nel lungo di domani proverà a ripetersi, un’impresa già centrata in questa stagione nella Diamond League. Terza la greca campionessa europea Paraskevi Papahristou, a cui non è sufficiente il miglioramento a 14,22 (0.0) per superare il “taglio”, mentre la statunitense Tori Franklin scala al quinto posto con 14,27 (+0.3) per il gioco dei piazzamenti di squadra.

ASTA: 4,85 PER TRE - Sfida avvincente sulla pedana dell’asta, con la prima gara outdoor della storia che vede tre atlete a 4,85 e tutte alla seconda prova. Per il minor numero di errori alle quote precedenti, gli otto punti sono della russa Anzhelika Sidorova: eguagliato il personale all’aperto con un nuovo successo sulle altre big, dopo quello al meeting di Montecarlo, e l’amara medaglia di legno degli Europei. Stavolta deve accomodarsi al secondo posto la greca Katerina Stefanidi, terza l’iridata indoor Sandi Morris. Anche nell’alto la gara si decide al “countback”: il bahamense Donald Thomas fa 2,30 alla terza come l’australiano Brandon Starc, battuto per un errore a 2,27. Nel lungo nessun dubbio sulla vittoria del sudafricano Rushwal Samaai, autore dei quattro migliori salti della gara fino a 8,16 (+0.2).

L’ultimo ad arrendersi è il greco Miltiadis Tentoglou, campione d’Europa, che tocca 8,00 (-0.4) in semifinale. Pari e patta invece per la classifica, con cinque punti per ognuna delle quattro squadre in base ai piazzamenti individuali che in questo caso sono speculari.

EDWARD NEI 200 - Come al meeting di Zagabria, disputato appena quattro giorni fa, sui 200 metri c’è la firma di Alonso Edward che brucia di nuovo Ramil Guliyev. L’iridato non può nulla contro il 28enne panamense, al bis in Continental Cup dopo il successo del 2014 a Marrakech: 20.19 con 1.6 di vento in faccia per il vicecampione mondiale del 2009, tornato quest’anno sotto i 20 secondi, e 20.28 del turco di origine azera.

SPRINT E OSTACOLI - Alla quattordicesima gara dell’anno sui 100 metri, e con l’unica sconfitta rimediata al meeting di Zurigo, l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou in 11.14 (-0.4) beffa la velocista con cui condivide la leadership mondiale stagionale: la britannica Dina Asher-Smith, tre ori agli Europei, oggi a 11.16. Per il terzo posto l’olandese Dafne Schippers (11.23) è preceduta anche da Jenna Prandini (USA, 11.21). Doppietta americana nei 100 ostacoli con la vittoria della giamaicana Danielle Williams in 12.49 (-0.1). La campionessa iridata di Pechino 2015 arriva a un solo centesimo dal personale (12.48 quest’anno a Stoccolma) e si lascia alle spalle la statunitense primatista mondiale Kendra Harrison (12.52), poi le due europee Pamela Dutkiewicz (12.82) ed Elvira Herman (12.91). Chiusura di pomeriggio dedicata alle staffette 4x100, vinte dalle Americhe: al femminile (con la seconda frazione per la bahamense Shaunae Miller-Uibo) in 42.11 davanti al quartetto britannico campione d’Europa, tra gli uomini con 38.05.

OK, LA PRICE È GIUSTA - La gara del martello donne apre il programma dei concorsi e anche quello delle novità introdotte, con due turni a eliminazione dopo le prime tre prove. Ma il lancio più lungo arriva alla fine: la statunitense DeAnna Price (75,46) si prende uno scalpo importante per battere la polacca Anita Wlodarczyk, leader stagionale e campionessa di tutto (73,20 nel match diretto e 73,45 in precedenza). Lo score maggiore va però al team dell’Europa, che aveva giocato il “jolly” e raddoppia quindi il punteggio. Per il regolamento di squadra (ai tentativi finali soltanto un atleta per team) la francese Alexandra Tavernier è retrocessa al quinto posto con 70,40. Stesso esito nel disco uomini, con il 67,97 del giamaicano Fedrick Dacres all’ultimo ingresso in pedana. Fino a quel momento a realizzare la misura top era stato il lituano Andrius Gudzius (66,95), che invece chiude terzo per un nullo al quarto lancio valido come semifinale.

PERKOVIC 68,44 MA NON BASTA - Tra le vittime di questa nuova formula, la croata Sandra Perkovic. La pluricampionessa del disco apre subito con un insuperabile 68,44 ma nello spareggio del quinto turno si sbilancia in pedana e riceve la bandiera rossa. Strada spianata per la cubana Yaimé Perez, che invece di accontentarsi di un lancio in sicurezza firma il suo miglior risultato (65,30). Anche il peso maschile finisce con una sorpresa: il brasiliano Darlan Romani piazza una bordata da 21,89 a soli sei centimetri dal suo record sudamericano, per guadagnarsi i play-off a spese del compagno di squadra Ryan Crouser (21,63 e seconda misura di giornata ma solo quinto). Poi si aggiudica la finale contro l’iridato neozelandese Tom Walsh (21,68 a 21,43), terzo il polacco campione europeo Michal Haratyk (21,36).

AFRICA SU 800 E 1500 - Nel mezzofondo veloce domina il continente nero. Al maschile sugli 800 metri il keniano Emmanuel Korir, in gara da leader dell’anno, conferma i favori del pronostico in 1:46.50 ma deve spingere fino al traguardo per aver ragione dello statunitense bronzo olimpico Clayton Murphy e del botswaniano Nijel Amos, entrambi a 1:46.77 e separati da non più di tre millesimi. Primo e terzo posto all’Africa anche nei 1500 donne vinti dalla keniana Winny Chebet (4:16.01) che non lascia scampo alla statunitense Shelby Houlihan (4:16.36) e alla marocchina Rababe Arafi (4:17.19) dopo un avvio decisamente lento e una fiammata della ceca Simona Vrzalova all’inizio dell’ultimo giro, spinta dal tifo del pubblico di casa, poi sesta con 4:19.46.

STREAMING - La IAAF Continental Cup è trasmessa integralmente in diretta video streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della IAAF.

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Caterine Ibarguen (foto Getty Images/IAAF)


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