Chianciano, l'atletica sceglie il suo governo



Sarà anche retorico, ma dire che si volta pagina raramente ha avuto più senso. L'atletica italiana è chiamata ad una scelta, dopo che il timoniere degli ultimi tre lustri, Gianni Gola, ha deciso di non ricandidarsi alla sua guida. Domani mattina, l'Assemblea nazionale di Chianciano Terme, la XXXIX della FIDAL (prima convocazione ore 9, seconda ore 10), deciderà il nome ed il cognome dell'uomo che sarà chiamato a gestirne le sorti per il prossimo quadriennio, olte che, naturalmente, della squadra che lo supporterà nelle scelte di governo. Si cambia, ed il nuovo (o il seminuovo, lo vedremo) è chiamato all'avanzata. Due gruppi si fronteggiano, ognuno guidato da un capitano di ventura candidato alla presidenza: da una parte, Francesco "Franco" Arese, il fenicottero di Helsinky 1971, l'uomo che dominò il mezzofondo nazionale e continentale, prima di buttarsi, da imprenditore, nel mondo del lavoro, per ripercorrere una strada di successo alla guida dell'Asics, da tempo sponsor tecnico della Federazione. Dall'altra parte, Massimo Di Giorgio, il talento dell'alto azzurro degli anni '70, il primo italiano a superare quota 2,30, prima di mettersi, anche lui, al servizio dell'industria. I bene informati dicono che la lotta sia impari, con il buon Arese accreditato di un vantaggio oscillante tra il largo (secondo il parere dei moderati) ed il larghissimo (per gli esagerati), con Di Giorgio autore però di un tentativo di rimonta. Non esistono elementi di riprova diversi dall'urna (in questo caso, ed è la prima volta, sarà elettronica), ed in fondo non è neanche utile cercare di leggere la sfera di cristallo delle intenzioni di voto dei 201 delegati. Basterà attendere ormai meno di 24 ore, per capire chi succederà a Gianni Gola, il presidente dei quindici anni, in carica ininterrottamente dal 23 aprile 1989. Il sistema di voto, con un'unica lista comprendente tutti i candidati al Consiglio, non permette di fare chiarezza sul classico chi sostiene chi, ovvero sulla composizione delle già citate squadre pro-Arese o pro-Di Giorgio. Non è il massimo, è vero, ma è anche la realtà dettata da uno Statuto votato (ed approvato) dall'Assemblea di Firenze nel luglio scorso. E quindi parlarne ancora (di questa come di altre cose), appare davvero ormai una cosa priva di senso. Tornando all'esito della tornata elettorale, l'augurio di chi vuol bene all'atletica è che l'Assemblea scelga uomini in grado di traghettare nel futuro la disciplina, trovando risposte adeguate al mutamento di scenario intervenuto soprattutto nell'ultimo quinquennio. Tanti, forse troppi, i quesiti sul tavolo: giovani, scuola, società, tecnici, risultati, visibilità, sponsor, solo per citarne alcuni, probabilmente i più importanti, tutti accomunati dalla ormai cronica, penosa carenza di fondi a disposizione. Che non è come la storia del famoso buco di bilancio di Tremonti: è realtà, valutabile in una percentuale vicina al cinquanta per cento (ovviamente in meno), confrontando i trasferimenti ordinari e quelli per la preparazione olimpica ricevuti dalla FIDAL tra il 1998 e oggi. Risposte alla crisi. Per darne di efficaci, ci vorrà competenza, fantasia, ma soprattutto passione per l'atletica, quel "sacro fuoco" che non può non animare chi si occupa di sport. E' un augurio all'atletica tutta. Ad una atletica che si spera, da domani, finalmente pacificata. Marco Sicari File allegati:
- L'intervista a Franco Arese
- L'intervista a Massimo Di Giorgio
- Il nuovo voto elettronico



Condividi con
Seguici su: