Catherine Bertone: ''La mia vita è di corsa''

25 Settembre 2017

La 45enne valdostana si racconta dopo il bel sesto posto in 2h28:34 alla maratona di Berlino, primato mondiale master W45 e quattordicesima performer azzurra di sempre

di Alessio Giovannini

Questa mattina ha fatto quello che fa ogni giorno: colazione e poi a scuola con le sue bambine Emilie e Corinne, di 8 e 11 anni. E pensare che nemmeno 24 ore fa, mamma Catherine Bertone era alla maratona di Berlino, uno degli eventi più attesi sul pianeta "running" dei 42,195 km. Sesto posto in un notevole 2h28:34 per la 45enne valdostana, ovvero la quattordicesima maratoneta italiana di sempre. A chi oggi le chiede "Ma come hai fatto?", Catherine risponde col sorriso e senza esitazioni: "Un tempo del genere non si inventa. E' il frutto di una preparazione a puntino che quest'anno sono riuscita a portare avanti ritagliandomi qualche spazio in più per gli allenamenti. Ma la mia vita è quella di sempre con in primis la famiglia e il mio lavoro di medico al pronto soccorso pediatrico di Aosta. Stasera mi tocca il turno di notte e comincio alle 20 fino alle 8 di domani. Vi assicuro che anche in questo caso ho delle belle corse da fare ogni giorno!".

A Berlino tutti aspettavano l'impresa da guinness di Kipchoge & Co. e, invece, l'unico record del mondo stabilito ieri sulle strade della capitale tedesca è stato quello, master W45, di Catherine che ha riscritto il primato dell'ucraina Tatyana Pozdnyakova (2h29:00 a Providence nel 2002).
"Dai, non scherziamo! Sono due cose molto diverse. Prima di partire avevo dato un'occhiata ai primati master e non nascondo che dentro di me ci avevo fatto un pensierino, ma poi riuscirci è un'altra storia. In gara la pioggia non mi ha dato particolarmente fastidio se non per il fatto che in alcuni tratti l'asfalto diventava più scivoloso e si perdeva qualcosa negli appoggi".

Per l'azzurra dell'Atletica Calvesi un passaggio al giro di boa in 1h14:01, non troppo lontano dal PB in mezza maratona (1h13:42). Al traguardo, invece, la Bertone ha potuto festeggiare un progresso personale di 1 minuto e 45 secondi rispetto alle 2h30:19 corse nel 2016 a Rotterdam.
"A Berlino nel 2011 avevo tolto più quattro minuti al personale per portarlo a 2h36:00. Mi aveva colpito l’ambiente, sia per il tifo lungo il percorso che per la possibilità di correre sempre con altri atleti a fianco. Per questo risultato è stato fondamentale aver trovato un treno come quello della tedesca Anna Hahner con cui ho corso a lungo spalla a spalla. Poi per il resto, penso che a 45 anni hai un'altra testa nel senso che la grinta ce l'hai sempre, ma il vero valore aggiunto è l'esperienza che ti porti dietro dal passato. E in una maratona serve, eccome".

Nata a Bursa in Turchia da papà torinese e mamma francese, Catherine ha trascorso l’infanzia con la famiglia a Belo Horizonte, in Brasile, e a 8 anni è tornata in Italia. Abita ad Aosta, ma prima ha vissuto a Biella: qui ha conosciuto il marito-podista Gabriele Beltrami e il suo coach Roberto Rastello.
"Mio marito è un aiuto importante per me perché mi dà una grossa mano in famiglia e spesso è la mia spalla negli allenamenti. Lui è quello che tiene d'occhio e incrocia numeri, passaggi e riferimenti cronometrici. Cifre con cui ho decisamente meno dimestichezza. A Berlino sono venuti a farmi il tifo un gruppo di irriducibili amici del liceo che mi seguono un po' ovunque. Non mi sono messa a ballare come alla fine della maratona olimpica di Rio, ma è stato comunque emozionante. Poi sull'aereo di ritorno insieme a René Cuneaz (23esimo in 2h16:53, ndr), sono arrivati anche i complimenti del comandante e l'applauso di tutti i passeggeri. Grazie a tutti!".

Tra crono e piazzamenti importanti, la Bertone è diventata una beniamina per il popolo dei runners. Una mamma che lavora e che corre, ma che ha saputo raggiungere l'ambitissimo obiettivo delle Olimpiadi.
"L'affetto della gente mi fa molto piacere. Rio è stato un sogno, quello che forse in tanti tengono nel cassetto. Per me è diventato realtà ed è stato bellissimo. Il pettorale delle Olimpiadi è ancora chiuso in una scatola, un giorno magari lo tirerò fuori e lo metterò in una bella cornice. Agli Europei di Berlino dell'anno prossimo ci penso, ma non sono un chiodo fisso. Sarebbero un altro bel traguardo a cui spero di farmi trovare pronta".


Le maratone di Catherine Bertone (dal 2001 al 2017)

2h55:29 PB 20 Parigi 8-4-2001
2h50:37 PB 13 Torino 21-4-2002
2h48:06 PB 2 Alessandria 20-10-2002
2h47:17 PB 2 Alessandria 19-10-2003
2h43:56 PB 10 Milano 30-11-2003
2h42:24 PB 8 Milano 28-11-2004
2h55:54   3 Mont Saint-Michel 19-6-2005
2h55:55   5 Torino 15-4-2007
2h43:19   7 Carpi 21-10-2007
ritirata     Torino 13-4-2008
2h40:19 PB 7 Carpi 12-10-2008
2h47:22   1 Sanremo 7-12-2008
2h45:40   1 Vercelli 1-5-2011
2h36:00 PB 16 Berlino 25-9-2011
2h41:54   11 Torino 13-11-2011
2h34:54 PB 10 Francoforte 28-10-2012
2h34:24 PB 13 Francoforte 27-10-2013
2h32:46 PB 4 Torino 16-11-2014
2h39:19   1 Ravenna 8-11-2015
2h34:54   1 Reggio Emilia 13-12-2015
2h30:19 PB 4 Rotterdam 10-4-2016
2h33:29   25 Rio de Janeiro 14-8-2016
2h37:10   1 Reggio Emilia 11-12-2016
2h28:34 PB 6 Berlino 24-9-2017


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