Capoterra Cross 2011. di Michele Licheri



Vi sono corse campestri internazionali o meno che si disputano traversando vigneti, altre che allestiscono il tracciato tra gli argini e le pioppaie del Po; vi sono altri cross che dopo aver traversato boschi fangosi, campi di mais e stalle entrano ed escono per vecchi mulini; altri ancora che si corrono negli ippodromi o tra campi di golf; oppure nel fossato di un castello o tra le dune di luoghi battuti dai venti oceanici.  Con ostacoli o fossati, con salite e discese o sul piano, con la neve o la pioggia, il sole e l'azzurro sconfinato, la nebbia a volte, comunque sia trattasi di tracciati sterrati allestiti in natura. E considerato il periodo in cui si corrono tali gare, autunno e inverno, intemperie e imprevisti sono molto comuni.  Naturalmente con tali prerogative climatiche e le incognite del tracciato le capacità di adattamento fisico e mentale dell'atleta sono messe a dura prova. E' importante, quindi, che colui/ei che si appresta a correre le campestri maturi capacità di flessibilità mentale oltre che fisica, per adattarsi celermente alle caratteristiche di ogni percorso che poi, stimolando i differenti processi energetici, altro non fa che mettere a dura prova la resistenza di ogni concorrente.  Per sua natura, allora, il cross risulta essere una “palestra naturale” ove crescere atleticamente e spiritualmente. Le capacità condizionali saranno esaltate; quelle coordinative anche; a patto di non ingannare se stessi, però, perché il cross richiede passione, lealtà, carattere, gusto della sfida, propensione all'avventura e al superamento del limite. Insomma, avventurarsi in un cimento campestre non è cosa semplice ma pur sempre esperienza esaltante e formativa a tutte le età. Il meglio di noi, quando c'è, in queste gare viene sempre fuori.  Ieri, Domenica 9 gennaio, a Capoterra presso la località campestre “Is Olias”si è disputata la prima prova del campionato regionale a squadre di corsa campestre 2011, organizzata dalla società Atletica Capoterra. Che dire? Miglior esordio non poteva esserci. Giornata solare, brezze e azzurri primaverili, cornice naturale unica tra boschi di lecci e sughere, e il tracciato vario e veloce, allestito all'interno di un secolare uliveto. Buone le presenze anche se si è notata qualche assenza, ma gli assenti hanno sempre torto, credo. Discrete le prove e come sempre nutrite le presenze “master”; in particolare da evidenziare il gran numero di master femminili. Una bella festa dell'atletica che ha espresso valori sportivi e umani all'insegna della sfida e dell'incontro prima e dopo le gare, e con tutte le categorie giunte da ogni dove dell'isola.   Speriamo che le presenze viste a questo primo cross siano confermate anche al prossimo, tra quindici giorni, ad Olbia. In particolare, sarebbe bello che venissero confermate quelle femminili. Un'ultima cosetta. Il regolamento Master. Premesso che già l'anno scorso vi fu una proposta per apportare dei correttivi, che  sollevò anche qualche polemica perché giungeva in ritardo, mi preme comunque sottolineare che il regolamento evidenzia qualche falla.  E sportivamente non rende giustizia a tutti/e.  Posto che  è sempre la gara che deve definire i valori in campo: perché una master 55 o un master 60 deve prendere 10 punti in meno a prova? Corrono gli stessi chilometri, si mettono alle spalle fior di gioventù, danno il meglio di sé, non vi sembra che venendo meno tale regola anche l'esito delle campestri sarebbe più incerto?   Il regolamento nazionale mette tutte le società alla pari, prevedendo che su 10 punteggi 3   derivino, obbligatoriamente, dalle categorie dei più anziani. Il regolamento regionale, non prevede nessuna compensazione.  La questione rimane irrisolta.



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