Bett, il Kenya oltre gli ostacoli

25 Agosto 2015

Un podio inimmaginabile con Kenya, Russia e Bahamas. Bett riporta l'Africa ai vertici dei 400 ostacoli. Precedenti, cifre e curiosità di una finale bellissima e dall'esito inedito.

di Marco Buccellato

C'è sempre una prima volta e nell'atletica, il più grande sport globale che coinvolge ben oltre 200 federazioni nazionali, la novità porta ricchezza e, nel caso di Nicholas Bett, soprattutto freschezza. Il kenyano ha compiuto un'impresa storica nella finale dei 400 ostacoli di Pechino 2015, portando il Kenya a un oro decisamente non preventivato alla vigilia, ma l'occhio alla finale, nel clan nazionale africano, era decisamente puntato. Il giovane Nicholas Bett (23 anni) non è uno sconosciuto e lo scorso anno conquistò il bronzo di campionati d'Africa di Marrakech. Quest'anno l'esploisone ai Trials nazionali per la composizione del team per Pechino, con un gran tempo, 48.29, nell'altura di Nairobi. Fuori dai circuiti nazionali, Bett ha calcato qualche pista in Europa vincendo solo in un meeting finlandese in 49.39, giusto prima di rientrare in Kenya per preparare il successo dei Trials.

Finalmente, con Bett, si torna a parlare di "meno 48", una cifra mai vista quest'anno ma solo avvicinata dagli statunitensi. Il 47.79 di Bett è la miglior prestazione mondiale stagionale, la numero ventisei nelle graduatorie all-time di specialità, e la quarta del continente d'Africa. A precederlo, soltanto Samuel Matete (Zambia), Amadou Dia Bâ (Senegal) e Louis J. Van Zyl (Sud Africa). E' naturalmente il record nazionale kenyano, che inabissa di quasi mezzo secondo (45 centesimi) il 48.24 che Erick Keter centrò nelle semifinali mondiali di Stoccarda nel 1993, cogliendo poi il quinto posto in finale. Come a Stoccarda, dove tra i migliori otto c'era anche Barnabas Kinyor che conluse ottavo, anche oggi il Kenya ha presentato due atleti in finale, e il raccolto, l'oro di Bett e il quinto posto di Tumuti, è un successo mai visto. Altro contorno della prestazione cronometrica di Bett: è il secondo tempo di uno specialista africano ai campionati del mondo, dopo il 47.60 di Matete a Stoccarda 1993 (gli valse l'argento).

Africa-story

E' il primo oro iridato del Kenya, ma non dell'Africa, che vanta un bottino ricchissimo ai mondiali: l'oro dello zambiano Samuel Matete a Tokyo nel 1991, gli argenti dello stesso Matete a Stoccarda e Goteborg e quello del sudafricano Herbert a Atene, fino al bronzo di Van Zyl a Daegu. Alle Olimpiadi, l'ugandese John Akii-Bua trionfò col record mondiale di 47.82 a Monaco nel 1972. A quel successo seguirono l'argento del senegalese Amadou Dia Ba a Seul nel 1988. In prospettiva Rio, l'Africa torna a fare la voce grossa con Nicholas Bett, primo oro kenyano nella storia dei 400 ostacoli.

Podio inedito: Kenya, Russia, Bahamas

La finale di oggi regala anche un fatto raro nel programma iridato, un podio completamente inedito. Più che la composizione, la novità è rappresentata dagli esordi in zona medaglia del Kenya (già detto) e di Bahamas, che addirittura non aveva mai collocato un suo atleta in finale. Per il debutto è arrivata la sensazionale medaglia di bronzo di Jeffery Gibson, condita dal record nazionale fisssato a 48.17. La quota-podio del bahamense, oltretutto, prosegue la recente tradizione dell'area centroamericana, sempre a medaglia a partire da Osaka 2007 (argento al dominicano Sanchez), Berlino 2009 (argento per il portoricano Cuulson), Daegu 2011 (ancora argento di Culson) e Mosca 2013 (oro a Gordon di Trinidad).

Russia dopo trentadue anni sul podio

Chiusura con Denis Kudryavtsev, magnifico e incontenibilmente felice per l'argento, in lacrime tra le braccia di Yuriy Borzakovskiy, che non solo ha migliorato il record nazionale portandolo a 48.05, ma ha riportato la Russia sul podio dei campionati del mondo dopo quanto? Ben 32 anni, occorre tornare alla prima edizione dei mondiali, a Helskini nel 1983, per trovare il bronzo di Aleksandr Kharlov, a registro come Unione Sovietica. Bett, Kudryavtsev e Gibson hanno anche realizzato un ulteriore impresa: succede raramente che i vincitori delle medaglie realizzino anche il record nazionale dal primo al terzo.

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