Berlino. I risultati dei piemontesi

20 Agosto 2018

Copertina per Daisy Osakue, quinta nel disco, miglior risultato dopo il bronzo di Edera Cordiale nel 1950. Prossimo appuntamento i campionati italiani assoluti dal 7 al 9 settembre a Pescara.

Ormai in archivio i Campionati Europei di Berlino, si riparte verso la seconda e ultima parte di stagione che avrà il suo clou, in ambito nazionale, nei Campionati Italiani Individuali Assoluti in programma dal 7 al 9 settembre a Pescara.

C’è chi si è già messo la rassegna continentale alle spalle e ha già preso parte a meeting internazionali come la discobola torinese Daisy Osakue (Sisport), quinta a Berlino, tornata da Goteborg con un ottimo quarto posto conquistato in un pomeriggio freddo e ventoso con 55,57 metri. All’Olympia Stadion di Berlino la misura era stata migliore, 59,32 metri, vicina al personale di 59,72 che le è valso anche il record italiano u23. Unica finalista del gruppo di specialità dei lanci, Daisy ha inoltre conquistato il miglior piazzamento di un’azzurra nel disco dal bronzo del 1950 di Edera Cordiale; un risultato storico dunque il suo, da applausi: “Già la finale era un sogno e ci sono entrata, poi l’obiettivo era arrivare tra le prime otto per giocarmi gli ultimi tre lanci e ce l’ho fatta ancora. Amareggiata soltanto per non aver realizzato il personale ma non ero lontana e sono molto contenta. Mi sono divertita troppo, qui ero in pedana con le migliori. È la quarta volta quest’anno che lancio vicino ai 60 metri, spero di farli presto. C’è tanto su cui lavorare, mi dispiace per i nulli, non vedo l’ora di arrivare a casa per mettermi sotto ad allenarmi. Berlino è un trampolino di lancio, la ricorderò per sempre”. La sua serie completa: x; 58,09; x; x; 59,32; 56,16.

Quello di Daisy è il risultato copertina dei piemontesi in gara a Berlino. Vogliamo qui di seguito riepilogare la rassegna continentale alla luce della nostra regione.

Fatna Maraoui (Esercito) è quattordicesima nella maratona in 2h34:48 ma la biellese, terza delle azzurre dopo gli oltre 42 km alle spalle di Sara Dossena (sesta in (2h27:53) e Catherine Bertone (ottava in2h30:06), è medaglia d’argento a squadre.

Oltre alla Osakue, l’altro finalista piemontese è Kevin Ojiaku (Fiamme Gialle) nel salto in lungo. Finirà poi undicesimo, non riuscendo a ripetere il 7,90 della qualificazione; apre con due salti piuttosto corti: 7,55 (-0.1) e 7,48 (+0.4). Poi si migliora al terzo con 7,78 (+0.4), una misura però insufficiente per proseguire.

Sesto posto per la 4x400 maschile che annovera nelle sue fila Michele Tricca, di Susa, e Davide Re, imperiese del CUS Torino, insieme a Edoardo Scotti (in prima) e Matteo Galvan (in ultima). Era dal 2010 che una staffetta 4x400 dell’Italia mancava in una finale europea tra gli uomini, ottavi nell’edizione di Barcellona, ma per trovare un piazzamento migliore si deve risalire a vent’anni fa (quarti a Budapest ’98).

Il sesto posto degli azzurri va letto alla luce di questa considerazione, anche se a Berlino non arriva il progresso cronometrico sul primato stagionale di 3:02.11. La bagarre in zona cambio, specie in occasione del secondo cambio proprio quello tra Tricca e Re, non ha aiutato il cronometro. Soddsifazione a metà dunque per il quartetto. Tricca: “Abbiamo provato a metterci all’inseguimento, ci è mancato qualcosa. L’obiettivo era arrivare nei primi sei e quindi poter partecipare ai prossimi Europei indoor, per aprire un nuovo ciclo verso il futuro”. Davide Re nei giorni precedenti nella gara individuale dei 400 metri si era fermato alle semifinali con 45.53, stavolta con una chiusura meno impetuosa rispetto al 45.26 vincente dei Giochi del Mediterraneo. “È andata male. Le aspettative erano altre, mi dispiace averle deluse, ho corso quasi tre decimi sopra il personale”.

Niente finale ma bilancio positivo per Martina Merlo (Aeronautica) che torna a casa portandosi come bottino il primato personale sui 3000 siepi: 9:41.05 per la 25enne torinese, ottava nella sua batteria con una bella reazione sul rettilineo dell’arrivo, risulterà la prima delle escluse dalla finale. Prosegue la crescita della piemontese che nel 2018 ha vinto il suo primo titolo italiano assoluto, nella corsa campestre, e poi fatto il salto di qualità in pista con il record personale alleggerito di ben 18 secondi (9:43.83) nel mese di giugno a Huelva, in Spagna.“Ci ho provato da subito in una gara molto tirata. Ho dato tutto quello che avevo, con il personale all’esordio in una grande manifestazione internazionale su pista. Serviva andare sotto 9:40 per la finale (9:38.56, ndr), magari alla prossima! È stato emozionante entrare in questo stadio, sentivo il tifo di tutti, non vedo l’ora di rifarlo”.

Ottima batteria per Paolo Dal Molin (Fiamme Oro) che corre in 13.40 i 110hs diventando il terzo italiano di sempre sulla specialità. Tante le aspettative per la semifinale ma purtroppo un imprevisto fisico ne condiziona il rendimento: un fastidio muscolare avvertito in riscaldamento, chiede una fasciatura alla coscia sinistra che gli viene applicata durante la presentazione degli altri atleti. Alla fine il 31enne delle Fiamme Oro riesce comunque a completare la prova sesto in 13.61 (+0.8), anche se inevitabilmente frenato:“Purtroppo in pratica non ho corso - spiega - perché ho fatto un allungo in riscaldamento, nella seconda call room, e dopo due spinte ho sentito un fastidio muscolare. Allora mi sono fermato subito, provando poi l’uscita dal blocco che non mi veniva e allora mi sono fatto fare una compressione. Ormai ero anche un po’ impaurito. Un crono così, in queste condizioni, fa quasi sorridere. Mi dispiace perché sto davvero bene”.

Stagione finita così per l’alessandrino che, come lui stesso annuncia su facebook, sarà operato al ginocchio “e forse questi 4 anni di calvario giungono al loro termine”.

Ancora barriere. Sui 400hs l’avventura del cuneese Josè Bencosme (Fiamme Gialle) si ferma in semifinale. Ci prova e non vuole lasciare niente di intentato e scatta in modo nettamente più deciso rispetto alla batteria. Poi una piccola incertezza sull’ottava barriera, una meno lieve sull’ultima e chiude così al quinto posto nella prima semifinale in 49.86, a meno di tre decimi dal primato stagionale (49.58) realizzato a fine giugno nei Giochi del Mediterraneo di Tarragona. “Sono stanco di venire in queste manifestazioni - dichiara Bencosme -e fermarmi in semifinale. L’unica cosa che posso dire è che andrò avanti, non è questo che penso di valere”.

Questa volta niente finale per Marco Lingua (ASD Marco Lingua 4ever) che è il primo degli esclusi nel martello, a soli 13 centimetri dalla qualificazione. Più di un’ora di attesa per conoscere il verdetto, dopo che il 40enne piemontese finalista mondiale, nel gruppo A, aveva scagliato il martello a 73,07 preceduto da due nulli di apertura (inferiore ai 60 metri il primo senza completare le rotazioni, fuori settore sul lato sinistro e intorno ai 70 il secondo), misura che momentaneamente lo aveva collocato al settimo posto. Ma nel secondo plotone di lanciatori, altri sei hanno scaraventato il martello oltre la sua misura, spingendo Lingua fuori dalla finale di domani. Per entrare, avrebbe dovuto battere il 73,19 del russo neutrale Denis Lukyanov.

Delusione per Marco Fassinotti (Aeronautica). Il 29enne torinese non trova le giuste risposte tecniche sulla pedana del salto in alto e incappa in tre “x” a 2,25, errori che lo relegano fuori dalla finale come primo degli esclusi, complice anche il 2,21 fatto alla seconda prova.“Ho gareggiato veramente male, è tutta la stagione che ho grossi problemi tecnici, ma chi è bravo nella grande manifestazione riesce a fare qualcosa in più e io oggi non sono stato all’altezza. Lo scorso anno con due mesi di preparazione son riuscito a fare 2,29. Voglio ringraziare lo staff medico perché nel primo allenamento di domenica ho preso una botta al piede e lunedì non riuscivo nemmeno a corricchiare. Ma non è una scusante. Sono deluso”.

Non sorride neppure l’altro portacolori dell’Aeronautica, Davide Manenti. Sui 200 metri il torinese si ferma alle semifinali, dove è quinto nella sua in 20.81 (+0.3). Poca fortuna anche nella staffetta 4x100, a cui viene negato l’accesso in finale proprio per il cambio fuori settore tra Desalu e Manenti.

Niente da fare per Linda Olivieri. La 20enne novarese delle Fiamme Oro, che si era classificata quarta lo scorso anno agli Europei U20 di Grosseto, si presenta all’esordio in nazionale assoluta con un 58.47 che non rispecchia il suo reale valore (PB di 57.00, stagionale di 57.22 corso il 1° luglio). In linea di galleggiamento fino ai trecento metri, nel rettilineo finale la piemontese viene risucchiata dalle rivali della prima batteria e conclude la sua prova in settima posizione.



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