Barberi: "credo in una grande 4x400"



Le belle prestazioni di Claudio Licciardello, due volte al personale indoor, hanno fatto passare un po’ in secondo piano l’assenza del numero uno dei 400 italiani. Andrea Barberi è da tempo “fermo ai box”. Ora il primatista italiano della distanza è in procinto di partire per il Sud Africa, come aveva fatto lo scorso anno, ma prima del lungo viaggio ci racconta come sono stati questi ultimi mesi da spettatore: “Sono stato fermo da settembre ai primi di dicembre per una lesione al tendine sinistro con la quale avevo dovuto convivere per tutta la stagione scorsa. Ho ripreso piano piano soprattutto in palestra evitando l’operazione che avrebbe compromesso tutta l’annata e da metà gennaio sono tornato ad allenarmi a pieno regime anche con buoni risultati per il periodo. Adesso vado in Sud Africa per fare qualche lavoro più specifico e veder risalire la condizione. Non potevo gareggiare nelle indoor, non c’era il tempo materiale, ho rimesso le chiodate solo a fine gennaio, non era proprio il caso”. - Quanto tempo rimarrà in Sud Africa? - Staremo per un mese, un intero ciclo, uno dei più importanti dove tutto il lavoro di forza s’inizia a trasformare per le gare a fine maggio. Puntiamo a far salire il più possibile la condizione per tornare in Italia sperando di trovare un clima favorevole e iniziare a gareggiare. Forse però un test agonistico potrebbe essere fatto anche in loco. - Quando e dove pensa di esordire? - Credo con le Fiamme Gialle in Coppa Campioni, non so se correndo l’individuale o la staffetta, poi magari a Ginevra. - Come giudica la sua stagione appena passata? - Io credo sia stata positiva, ho centrato la finale agli Europei Indoor arrivando quinto con il mio personale. Dopo la strada si è fatta tutta in salita perché correvo con un piede in meno, eppure ho fatto il record stagionale ai Mondiali, dove non ero al massimo ma ho dimostrato che quando serve, ossia negli appuntamenti che contano, rispondo. Se hai problemi fisici non puoi esprimerti ai massimi livelli. - Sembra una maledizione, ma quando va forte lei è Licciardello ad avere problemi e viceversa: quando di vedremo al massimo di fronte? - E’ vero e questo serve soprattutto in chiave staffetta, è anzi fondamentale, insieme io e lui con qualche altro giovane se si confermano potremmo fare una grande staffetta. Siamo nell’anno olimpico e potremmo fare grandi cose. Ce ne sarebbe bisogno, qualcosa a livello giovanile si sta muovendo vedendo anche quanto avvenuto nelle indoor, io credo che con le giuste condizioni possiamo anche abbassare il record nazionale di staffetta. - D’altronde con Galvan tre quarti dell’ipotetica formazione sono delle Fiamme Gialle: quanto conta potersi allenare insieme? - Molto. Adesso che Galvan è entrato nelle Fiamme Gialle, sicuramente in Coppa Campioni con noi e Cavallaro possiamo fare una grande cosa, poi ci sono altri giovani che stanno crescendo molto bene, speriamo che la 4x400 possa far parlare in modo positivo di sé, io ci credo. - E a livello individuale che cosa si aspetta? - E’ l’anno olimpico e ci tengo moltissimo, dopo Europei e Mondiali è l’unico traguardo che mi manca. A livello di sensazioni spero di fare subito il minimo che è 45.55 e poi concentrami per fare il meglio possibile a Pechino, ossia arrivare almeno in semifinale. Purtroppo è una specialità molto concorrenziale verso l’alto ma nell’anno olimpico bisogna pensare in positivo. - Farà qualche gara sui 200? - Solamente nella prima parte della stagione potrei provarne un paio per velocizzare la mia azione, ma sempre in funzione del giro di pista. - Qual è il quattrocentista che le somiglia di più? - Nella distribuzione dello sforzo il più simile è il francese Raquil che finisce molto forte negli ultimi 200 metri. Non ce n’è uno che ammiro, ma mi piace che le grandi gare non siano più un festival di tutti neri, oltre Wariner c’è qualche altro bianco che emerge come lo svedese Wissman, significa che tutti se s’impegnano possono avere la loro chance, quel che conta è il sacrificio. Gabriele Gentili Nella foto: Andrea Barberi insieme al francese Marc Raquil (archivio Fidal)

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