Baldini ritirato, la maratona conferma Gharib



Stefano Baldini ci ha provato, ha lottato, ha giocato tutte le carte a sua disposizione per conquistare l’unico titolo che ancora manca al suo straordinario palmarés. Ma il suo gioco d’azzardo è presto stato scoperto, anche se è servito per dare molto più pathos a una maratona che può essere sicuramente giudicata fra le più appassionanti degli ultimi anni. La sfida fra Gharib e Baldini resterà nella storia della specialità come il confronto fra due grandi, e, vista la differente età, speriamo non sia un passaggio di consegne. La maratona dei Mondiali è stata appassionante per un connubio assolutamente inatteso: quello fra un percorso estremamente difficile, pieno di saliscendi, assolutamente inadatto per grandi prestazioni cronometriche, e un ritmo stroncagambe impostato sin alle prime battute. Basti pensare che il passaggio dopo i primi 10 km dava una proiezione intorno alle 2 ore e 8 minuti, decisamente mostruoso per quel tipo di tracciato. Sin dall’inizio si è formato un ampio gruppo di testa, composto da oltre 30 corridori, e fra loro c’era degli azzurri il solo Baldini. Di Cecco, l’altra punta azzurra, ha subito ceduto, vittima soprattutto dei problemi fisici vissuti negli ultimi giorni. Bourifa scontava la preparazione affrettata, Andriani e Pertile, spaventati dal ritmo indiavolato, impostavano la gara su andature a loro più consone. Il gruppo si è andato pian piano assottigliando, senza che però ci fosse qualcuno che prendesse l’iniziativa. Baldini intanto si affacciava periodicamente nelle prime parti del gruppo, tenendo sotto controllo il marocchino Gharib esattamente come aveva fatto lo scorso anno ad Atene. Ma se in Grecia era a un certo punto l’emiliano che portava l’offensiva, a Helsinki dopo 1h25 era l’africano a lanciare un attacco fortissimo, al quale solamente Baldini era in grado di rispondere. I due hanno viaggiato insieme per un paio di minuti, in una sorta di braccio di ferro che, era chiaro, valeva la medaglia d’oro. Purtroppo il confronto è stato sfavorevole a Baldini, staccato inesorabilmente quando Gharib ha ulteriormente accelerato. Subito l’emiliano ha scontato lo sforzo, venendo ripreso dall’etiope Shentama, poi venendo superato via via da altri concorrenti, fino ad accusare un crampo alla gamba destra che dopo 1h40 lo costringeva a un primo stop. Baldini provava a ripartire, ma dopo qualche chilometro ad andatura molto ridotta sceglieva giudiziosamente la via del ritiro per non pregiudicare ulteriormente il suo prezioso motore. Gharib intanto se ne andava verso la conferma del suo titolo mondiale, anche se negli ultimi chilometri la fatica era evidente nella sua andatura, e doveva contenere il ritorno del tanzaniano Isegwe, una delle sorprese della giornata. Gharib chiudeva in 2h10:10, 11 secondi avanti il tanzaniano. Bronzo in 2h11:16 al giapponese Ogata, altro atleta che aveva evitato di seguire l’azione di Gharib. Nelle prime posizioni della classifica mancano infatti i big della corsa, quelli che si sono giocati tutto per vincere. Il primo degli italiani è stato Andriani, finito 17. in 2h16:29, mentre l’unico altro azzurro che tagliava il traguardo era Pertile, 35. in 2h21:34. Gharib ripete così l’impresa dello spagnolo Abel Anton, unico altro maratoneta capace di bissare il titolo mondiale, nel ’97 e ’99. Gabriele Gentili Nella foto piccola: Stefano Baldini durante la gara. Nella foto grande: l'arrivo di Ottaviano Andriani, primo degli azzurri (foto Omega/Fidal) File allegati:
- I RISULTATI DELLA MARATONA



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