Atletica di coppia

14 Maggio 2015

Fratelli e gemelli, padri e figli (o figlie), mariti e mogli, allenatori e discepoli (o discepole): l’atletica è un magnifico gioco delle coppie saldate da codice genetico, matrimonio o sodalizio nato sul campo di allenamento

di Giorgio Cimbrico

Sommando quanto Vasili (5,86) e Sergei Bubka (6,15) hanno scalato, si ottiene 12,01. Renaud (6,16) e Valentin (5,80) Lavillenie con 11,96 si sono portati nei pressi dei Flying Brothers, come vennero definiti da un giornalista britannico in vena di rispolverare vecchie etichette circensi. Nel salto verso l’alto, ma senza l’aiuto di una pertica, trovano un importante spazio i gemelli Giulio e Nicola Ciotti che non sono riusciti a separarsi dopo lunghi anni di scontri in pedana: 2,31 l’uno e l’altro, per un 4,62 complessivo che li laurea campioni del mondo nella categoria dei mono o eterozigoti. Maurizio Damilano, può reclamare una doppia collocazione: vinse l’oro olimpico a Mosca ’80 con il gemello Giorgio undicesimo e con il fratello più anziano, Sandro, a dirigere le operazioni, così come capitò per i successi mondiali di Roma ’87 e di Tokyo ’91. L’alleanza tra un campione e l’atleta che a lui si è affidato ha portato eccellenti riscontri per Viktor Klyugin, oro a Sydney 2000 e in possesso di un record personale di 2,36, e per la magrissima ed essenziale Svetlana Shkolina, 2,03 e campionessa mondiale in carica. In Italia trova un suo spazio Gianfranco Chessa che può metter sul piatto i 2,00 di Alessia Trost e, per la parte maschile, i 2,24 a cui portò Giampiero Palomba agli esordi della sua carriera di allenatore.

Per parte sua, Gianfranco non andò mai oltre gli 1,70.

Mariti e mogli: Erminio Azzaro più Sara Simeoni danno un’asticella superata a quota 4,19, 2,18 più 2,01, con un raccolto famigliare di un oro e due argenti olimpici, di un titolo e di tre bronzi europei. Naturalmente il nucleo degli Zatopek continua e continuerà a comandare nei secoli dei secoli: quattro titoli ai Giochi in una botta sola, a Helsinki ’52, tra 5000, 10000, maratona e giavellotto. I due leggendari campioni ceki sono tallonati da vicino da Yuri Sedykh, campione olimpico nel martello a Mosca ’80, l’edizione che vide anche il successo nei 100 della sua prima moglie, la bella russa d’Asia Ljudmila Kondratieva: da loro nacque Oksana Kondratieva, tuttora sesta all time nel martello. Più tardi il maestro delle rotazioni, da quasi 29 anni padrone della specialità con l’86,74 firmato al Neckarstadion di Stoccarda, è diventato il compagno di vita di Natalya Lisovskaya, olimpionica a Seul ’88 e in possesso di un record mondiale che a occhio è destinato a tirare avanti per i prossimi vent’anni almeno. I due hanno messo al mondo Aleksia, martellista di passaporto francese vicina ai 70 metri. Come famiglia allargata, inimitabili. In questo senso, sviluppi interessanti, tra una ventina d’anni, potrebbero venire da Ashton Eaton e da Brianne Theisen: da loro arriverà il decathleta da 10.000 punti, l’eptathleta da 7.500?



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