Assoluti, la Calì vola nei 200: 23.10



Il sorriso di Vincenza Calì è contagioso. La ragazza sprizza gioia da tutti i pori, perché gli Assoluti le hanno regalato il primato personale sui 200 metri, la distanza che correrà anche ai Giochi Olimpici di Pechino. Il cronometro dice 23.10 (vento a +0.7 m/s), quinta prestazione italiana alltime, dieci centesimi meno del vecchio limite, siglato appena nove giorni fa, al Golden Gala. Le avversarie sono distanziate, compresa una ottima Libania Grenot (Cus Cagliari), seconda con 23.45. In scia cresce Manuela Grillo (Forestale), sul podio con 23.81, davanti alla compagna di club e di staffetta in azzurro Giulia Arcioni (Forestale), 23.97. "No, non me l'aspettavo di correre così forte - le parole della Calì - perché dopo il Golden Gala ho accusato un piccolo calo di tensione, e agli Assoluti mi sarei accontentata del titolo. Ma la vicinanza della Grenot mi ha stimolata, in positivo, io non soffro il confronto. Adesso l'obiettivo è correre a Pechino in meno di 23, oltre che di fare strada con la staffetta. Io sono scaramantica, ma sull'argomento sono abbastanza sicura: possiamo andare in finale, ed il bello è che non ci sono primedonne, né capitane, ma sei atlete tutte uguali. Siamo unite, un gruppo solido". Il passato, gli infortuni, sono un ricordo: "Ho vissuto dei brutti momenti, dicevano che stavo male, che ero incinta, o chissà cos'altro...ma io avevo solo problemi in famiglia, che non riuscivo a tenere fuori dalla mia testa. Ho trovato il mio equilibrio a Roma, sotto la guida di Giorgio Frinolli; il 2007 è stato di ripresa, ma questa è finalmente una buona stagione".

La prova maschile sul mezzo giro non è stata felice come quella femminile. Ad imporsi è stato il giovane Matteo Galvan (Fiamme Gialle), tricolore in 20.97, tempo che non dice molto se non che la specialità cerca interpreti. Solo sesto uno spento Cavallaro, in 21.44. Gara tutta in apnea per Benedetta Ceccarelli nei 400hs. La carabiniera, a caccia del minimo A olimpico, si è buttata nella contesa senza indugio, finendo però un po' sulle ginocchia, in un discreto 56.88, che non basta però a risolvere aritmeticamente la vicenda. Dietro di lei, Manuela Gentili (Cus Palermo), 58.24, e Monika Niederstaetter (Forestale), 58.38. "Difficile fare i tempi senza punti di riferimento - le parole della Ceccarelli -, anche in questa occasione ho pescato una corsia che mi ha fatto correre praticamente da sola. Ma non mi dispero, mi auguro che si capisca che ho fatto il mio stagionale sette giorni fa al Golden Gala: nelle occasioni di livello internazionale io riesco a venir fuori più facilmente". Al maschile la gara dice poco: il titolo va a Nicola Cascella (Aeronautica), il più lesto ad uscire dalle barriere, chiudendo con 50.99. Nelle due prove sul  giro senza ostacoli...tre campioni italiani: la contesa uomini vede infatti il titolo diviso in due tra Luca Galletti (Carabinieri) e Andrea Barberi (Fiamme Gialle), appaiati (con tuffo di Barberi) sul 46.93. Per il romano, l'addio definitivo alle chances di qualificazione olimpica. Sorte toccata anche a Daniela Reina, che parte a testa bassa ma finisce per spegnersi nel finale, ottenendo un 53.48 che non significa molto, purtroppo, in chiave Pechino. Chi invece sta facendo le prove di ciò che sarà in Cina, è Elisa Cusma (Esercito), campionessa d'Italia degli 800 metri con una condotta di gara accorta e priva di inutili sprechi di energie: per lei, corsa di testa e chiusura in un buon 2:03.59, con un secondo giro vicino ai 60" netti. Anche Livio Sciandra era venuto a Cagliari per giocarsi le residue possibilità di conquista dei Giochi: aveva bisogno di correre al di sotto dell'1:47, e per questo si è dato da fare nella prima parte anche il compagno di club Paolo Caruana, transitando ai 400 in 53.25. Niente da fare però per Sciandra, che ha dovuto accontentarsi del titolo di campione d'Italia, con 1:48.43.

La pedana dei salti in estensione del nuovo stadio di Cagliari non deve essere particolarmente felice (oltre che visibilmente corta): se n'è accorta ieri Magdelin Martinez, lo hanno confermato oggi gli uomini dell'hop-step-jump. Fabrizio Donato (Fiamme Gialle) si è portato a casa il titolo con 16,37 (-0.6 m/s), la sua peggior misura dell'anno, in una serie di due soli salti validi e quattro nulli. Fabrizio Schembri (Carabinieri) ne infila invece sei praticamente in fotocopia, ma deve arrendersi al rivale per l'inezia di due centimetri  e per il soffio di un vento malandrino (16,35, -2.2 m/s). Piccolo giallo nella gara di martello. La prova si interrompe dopo cinque dei sei lanci in programma, quando l'attrezzo di Marco Lingua (Fiamme Gialle), al comando in quel momento con 78,13, va a schiantarsi contro la struttura della gabbia, praticamente smontandola. Dopo alcuni minuti passati a valutare l'entità del problema, i giudici hanno interrotto la prova, in attesa di una riparazione che garantisse la sicurezza dei lanciatori. In serata, però, i lanciatori hanno optato per un "passo" di gruppo nell'ultimo lancio, assegnando così il titolo a Lingua; dietro di lui Nicola Vizzoni, secondo con 76,53 ma privato (come tutti gli altri, del resto) dell'ultimo tentativo. Restando nel settore lanci, va registrato il mezzo passo falso delle due pesiste Chiara Rosa (Fiamme Azzurre) e Assunta Legnante (Italgest), poco brillanti in pedana e abbastanza deluse nel dopo competizione; titolo alla Rosa con 17,96, mentre la Legnante si ferma a 17,53. "Sono stata a lungo senza gareggiare dopo l'infortunio - le parole della Rosa - quindi non è che potessi aspettarmi grandi cose. Sto lavorando duramente, e credo che fosse giusto andare in pedana almeno una volta prima di partire per i Giochi".

Le gare sulle siepi non hanno prodotto grandi sorprese. In campo maschile, si è imposto Yuri Floriani (Fiamme Gialle), anche lui gettatosi alla caccia di un crono di rilievo e finito un po' sulle gionocchia nel finale (ultimo mille in 3:02, per un tempo complessivo di 8:44.93). Tra le donne, maglia di campionessa italiana a Emma Quaglia (Cus Genova), che si conferma numero due della specialità - considerando la primatista italiana Elena Romagnolo, a Cagliari  impegnata nei 5000 - vincendo in un discreto 10:07.48. Seconda piazza (ancora una) per Agnes Tschurtschenthaler (Forestale, 10:10.19), già superata ieri in volata dalla Fontanesi nei 1500 metri. C'è voluto l'esame del photofinish per assegnare la maglia tricolore di campione italiano dei 10000 metri. A contendersi il primato, come già accaduto 24 ore prima per la mezza distanza, Daniele Meucci (Esercito) e Stefano La Rosa (Carabinieri), i due giovani alfieri del nostro mezzofondo prolungato. Questa volta ad imporsi, al termine di una gara condotta su ritmi più che accessibili, è stato La Rosa, che ha così pareggiato il conto, infliggendo all'avversario il minimo scarto atletico, ovvero un solo centesimo (29:52.95 contro 29:52.96). La marcia al femminile incorona l'abruzzese Sibilla Di Vincenzo (Fondiaria SAI), che si è imposta con un buon 21:46.02, anche dimostrando una bella reattività nel finale. Alle sue spalle, Valentina Trapletti (Esercito, 22:08.06), e Gisella Orsini (Forestale, 22.08.06). Titolo del lungo per Tania Vicenzino (Esercito), con un 6,06 (+1.3 m/s) che le è bastato per avere ragione di Elisa Zanei (Valsugana, 6,01), soli cinque centimetri in meno della neocampionessa italiana.

m.s.

Nella foto in alto, l'esultanza di Vincenza Calì; in basso, l'arrivo dei 200 metri (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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