Assoluti: Tortu per la magia dello sprint

22 Giugno 2016

Il primatista italiano junior (10.24) tra i nomi più attesi ai blocchi di partenza dei 100 metri della rassegna tricolore a Rieti. Appuntamento in pista sabato 25 giugno.

di Giorgio Cimbrico

La lettera magica è T: sta per Tradizione, ma anche per Tamberi e Tortu. Volare e correre come il vento come eredità di famiglia. Sono alla terza generazione i saltatori marchigiani (anche se il nonno viveva a Livorno e gareggiava per La Spezia), possono allineare tre ere i velocisti sardi diventati brianzoli. L’una e l’altra dinastia marciano al ritmo del progresso: 1,89 Tamberi I (nonno Bruno), 2,28 Tamberi II (papà Marco), 2,38 Tamberi III (Gianmarco); 10.6 Tortu I (papà Salvino), 10.79 Tortu II (il fratello maggiore Giacomo), 10.24 Tortu III, Filippo, per tutti Pippo, da un pugno di giorni maggiorenne: 15 giugno 1998 è la data di nascita del ragazzino con le ali ai piedi come Mercurio.

Il dato anagrafico obbliga a dare un’occhiata alla situazione mondiale degli under 20 che tra meno di un mese si daranno battaglia per il titolo di categoria ai Mondiali Juniores di Bydgoszcz in Polonia.
10.04 Abdullah Abkar Mohammed (KSA) 1/1/1997
10.16 Nigel Ellis (JAM) 8/8/1997
10.17 Noah Lyles (USA) 8/8/1997
10.20A Brian Kasinda (ZAM) 31/12/1997
10.21A Tlottiso Leotlela (RSA) 12/5/1998
10.22 Abdul Hakim Sani Brown (JAP) 6/3/1999
10.24 Filippo Tortu (ITA) 15/6/1998
10.25 Jhevaughan Matherson (JAM) 27/2/1999
10.25 Raheem Chambers (JAM) 6/10/1997

10.24 è un tempo che desta una certa impressione. Togliere 24 centesimi equivale a ottenere il vecchio e memorabile 10.0 manuale, frontiera assai battuta all’inizio e nel prosieguo degli anni Sessanta. Per gli amanti di queste affascinanti anticaglie è bene ricordare che quando Armin Hary lo corse per la prima volta con modalità legali (era il 21 giugno 1960 dopo che la prima volata, chiusa pure in 10.0, era stata annullata per partenza volante dello stesso Hary), il crono elettrico diede come responso 10”25. Insomma, Pippo si è  già lasciato alle spalle il grande Armin. Coincidenza vuole che in quello stesso pomeriggio al Letzigrund, quando Hary si vide cancellare la prima carica verso il futuro, il 10.0 venne affiancato da un rilevamento centesimale di 10.16, giusto il tempo dell'attuale standard di iscrizione per l'Olimpiade di Rio.

Tra tutti quelli che il giovanottino - che ai più anziani tra i suiveur ricorda per eleganza e struttura Livio Berruti – ha scavalcato c’è Pier Francesco Pavoni, per quasi un quarto di secolo primatista italiano juniores: quel 10.25 portò il romano a un passo dal titolo europeo assoluto: capitò ad Atene quando PFP venne piegato per 4 centesimi dal tedesco est Frank Emmelmann che, passato il traguardo, faticò un lungo attimo prima di realizzare di avercela fatta.

Il doppio 10.24 è venuto il 25 maggio, alla Fontanassa di Savona, sul rettilineo opposto a quello consueto d’arrivo, regolarmente omologato. Le condizioni consigliarono quel giorno di sfruttare la brezza che veniva dal mare, propizia sia a Filippo che a Marcell Jacobs, vincitore del faccia a faccia finale e fragorosamente migliorato a 10.23, per agganciare nella lista italiana di sempre Luciano Caravani in formato Mexico ’70 e Andrea Colombo.

A Savona la pista è molto buona, a Rieti eccellente. Proprio Colombo è uno degli sprinter azzurri che sul rettilineo del Guidobaldi hanno raggiunto il top. La collezione di tempi reatini fortemente ancorati ai vertici della lista mondiale all time è impressionante: i bang-bang di Asafa Powell del 2007 (9.74-9.78, il primo record del mondo sino all’avvento di Bolt) e del 2008 (9.77-9.82), l’ordine d’arrivo del 2010 (Nesta Carter 9.78, Ryan Bailey 9.88, Mario Forsythe), le “tavole separate” del 2014 (Justin Gatlin 9.83, Powell 9.90) e, per finire, il 9.93 di Femi Ogunode di dieci mesi fa.

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