Assoluti Indoor: Howe vs Jacobs, salti incrociati

15 Febbraio 2017

Sabato 18 febbraio (ore 15:50) ad Ancona, l'argento mondiale 2007 e recordman italiano affronta il volto nuovo della specialità. Un confronto anche tra le loro guide tecniche, i due assi del triplo azzurro Donato e Camossi.

di Giorgio Cimbrico

Sfide lunghe e triple per storie parallele che si perpetuano e per un faccia a faccia che occupa gran parte del cartellone degli imminenti Campionati Italiani Assoluti indoor di Ancona: all’angolo di Marcell Jacobs da El Paso, Texas, c’è Paolo Camossi, a quello di Andrew Howe da Los Angeles, California, c’è Fabrizio Donato. La categoria è quella dei pesi medi che volano lontano con il corpo dipinto di tatuaggi da veri guerrieri: Howe ne possiede ormai una collezione multicolors sulle braccia, Jacobs ha una tigre che affila gli artigli su metà della sua schiena. 

Un gioco innocente, imperniato su una semplice addizione, dà in testa la coppia “goriziana” su quella che vive e si allena in Lazio: Camossi 8,16+Jacobs 8,48 uguale 16,64, Donato 8,03+Howe 8,47 uguale 16,50. Sottraendo i vantaggi che Marcell ottenne dal vento a Bressanone (2,8, non un tornado), i due sono costretti a far ricorso al fresco 8,07 e a perdere 41 centimetri, attestandosi a quota 16,23. Le fantasiose misure nate dalla combinata indoor e all’aria aperta hanno l’aspetto di prestazioni anni Cinquanta di salto triplo, proprio il terreno sul quale i due allenatori (ma Fabrizio è uno che non molla e a 40 anni compiuti non è ancora soltanto un tecnico…) ebbero modo di scontrarsi dando vita il 7 giugno di 17 anni fa al più grande vertice tra azzurri: capitò all’Arena di Milano quando a Camossi non fu sufficiente atterrare a 17,45 (un centimetro più dell’ultimo record mondiale di Viktor Saneyev) per aver partita vinta. Donato rimbalzò a 17,60 che rimane a tutt’oggi la più lunga misura raggiunta in condizioni regolari e all’aperto da un italiano.

Fabrizio, ormai giunto in età da veterano e reduce dal titolo europeo di Helsinki, ha avuto la sua giornata di grazia ai Giochi di Londra: medaglia di bronzo alle spalle di Christian Taylor e del pio Will Claye, uguagliando il piazzamento di Beppe Gentile a Mexico ’68, e toccando 17,48, quattordici cm meglio di Daniele Greco. Per trovare una simile situazione di assoluta felicità, Camossi deve risalire al 9 marzo 2001 quando a Lisbona, per la corona mondiale al coperto, piegò per 6 centimetri (17,32 a 17.26) Jonathan Edwards che pochi mesi prima a Sydney aveva completato il mosaico della sua perfezione conquistando quel che gli mancava, il titolo olimpico. Oggi Jonathan, dopo lunghe stagioni alla Bbc, è diventato cronista di punta di Eurosport e giusto in questi giorni è in azione sulle nevi mondiali di St Moritz. Giornalista vero, non “voce tecnica”.

L’attesa per la gara di Ancona è anche una ricerca del tempo perduto, delle occasioni mancate, della Parca che taglia il filo senza mostrare il minimo senso di comprensione o di pietà: non sono ormai lontani i dieci anni dall’afosa serata di Osaka quando per qualche minuto un 22enne Andrew Howe fu campione del mondo dopo aver alzato colonnine di sabbia a 8,47. Le pulsazioni di chi, immobile, assisteva dalla tribuna salirono: chissà, anche il metronomico Irving Saladino avrebbe potuto fallire e dar via libera al rullo di tamburi del batterista californiano e sabino. Non fallì: 8,57 andando a cercare e a trovare lo stacco perfetto a una zampa di mosca dalla tavoletta, esigua come il canale della sua patria, Panama.

Come il protagonista di un magnifico racconto di Hemingway (“L’invitto”), Andrew non si è mai arreso a quelli che Amleto chiamava gli strali della sorte e in fondo a un itinerario di vita errabonda, sempre governata dall’entusiasmo, mai dalla disperazione, obbligandosi a non pensare alle due Olimpiadi che avrebbe potuto far sue trasformandosi in un simpatico Lewis di casa nostra, ha trovato, imboccando il meriggio di carriera, chi con la mala sorte ha dovuto battagliare senza mai alzare bandiera bianca e trovando il meglio di se stesso quando la verde età era passata da un pezzo. Beneaugurante per Andrew che, tutto sommato, deve ancora tagliare il traguardo dei 32 anni. Fabrizio era vicinissimo ai 36 quando salì sul podio di Londra.

In queste storie parallele e che al tempo stesso si incrociano, Marcell è il soffio, piuttosto potente, di aria fresca: 22 anni e mezzo, veloce (10”23 equivale al vecchio 10” manuale), anche lui alle prese con i primi trabocchetti elaborati dalla mala sorte, deciso a superarli. E così la sfida che sta per mettere in palio un titolo italiano, e un paio di biglietti per Belgrado, ha un sapore composito: un cocktail di vecchio e nuovo, un rilanciare ambizioni che non si sono sopite e desideri di vertice, il rinnovarsi di antichi e cordiali scontri tra Fabrizio e Paolo, i canguri che si sono fatti maestri.

TV - Sarà possibile seguire i Campionati Italiani Assoluti Indoor 2017 di Ancona in tv. Ecco la programmazione prevista:  
- sabato 18 febbraio: differita ore 19:15-20:25 su RaiSport
- domenica 19 febbraio: diretta ore 14:30-16:30 su RaiSport 
Il resto della manifestazione sarà trasmesso in diretta streaming.

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Marcell Jacobs e Paolo Camossi (foto Colombo/FIDAL)


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